domenica 11 maggio 2014

La compagnia dei Celestini

Questa volta, torniamo a parlare di libri.

Era ora, la sezione stava facendo così tante ragnatele che Piccolo Troll ha unilateralmente deciso di aprire un allevamento di ragni giganti. Pare che siano tornati di moda da quando è uscito "Lo Hobbit".

Ehi, non è che io non legga!

Lo so, lo so, è solo che ti riesce difficile fare recensioni di libri, visto che arrivi in ritardo di qualche anno o decennio a leggerli e ti rendi conto che diecimila persone li hanno già commentati mille volte meglio di quanto tu possa mai fare. Così, dopo aver fissato la pagina per qualche minuto, decidi che non ne vale la pena.

Oppure te ne dimentichi direttamente, visto che hai letto in piedi in una stazione e quando che arrivi a casa sei troppo stanca per fare qualsiasi cosa.

Ci sono anche quei casi in cui non sai decidere che libro recensire e non ne recensisci nessuno, ovvio.

Secondo me la cosa migliore è dire che hai scritto le recensioni ma sono state divorate da un piranha dell'aria.

Nah, non ci crederebbe nessuno. Neanche un piranha dell'aria si avvicinerebbe a quello che scrive lei.

Va bene, avete fatto il siparietto comico della giornata. Ora, per favore, posso scrivere la mia recensione?

No, mandi in crisi i miei piani di allevamento dei ragni giganti.

In effetti, è meglio che tu scriva. Non ci servono ragni giganti, è già stato abbastanza difficile liberarci dei coniglietti pasquali.

Coniglietti pasquali, ragni giganti, piranha dell'aria, prima erano criceti zombie... lasciamo perdere, non voglio sapere cosa succede in questo blog quando non sono qui a controllare.

Così impari a scrivere meglio.

 Torniamo al libro di oggi, che, come di consueto, è uscito ormai da parecchi anni, ma che ho recentemente ripreso in mano. "La compagnia dei Celestini" è un romanzo di Stefano Benni, uscito nel 1992, e forse a qualcuno il titolo suonerà familiare per una serie di cartoni animati... avete presente? Bene, dimenticatevela. Nomi di alcuni personaggi e titolo sono le uniche somiglianze che troverete. A differenza dei cartoni, questo non è un libro per bambini, come già ci si può aspettare dal nome dell'autore, di cui ho già recensito "Elianto".
Ecco, "La compagnia dei Celestini" è piuttosto simile. La stessa atmosfera surreale carica di elementi fantastici, la stessa comicità sopra le righe, la stessa satira neanche lontanamente velata alla nostra realtà, in particolare a quella italiana, la stessa straripante e geniale capacità di reinventare lessico e grammatica. Quindi se avete letto Elianto e lo avete apprezzato, questo suo "fratello" non può mancarvi... e viceversa, ovviamente.
Per quanto riguarda la trama, ecco a voi la sinossi:

"Un'oscura e crudele profezia che appare sui muri, scritta da una mano invisibile, incombe sulla ricca e corrotta terra di Gladonia. Anno 1990 e rotti: Memorino, Lucifero a Alì, gli spiriti più ribelli dell'orfanotrofio dei Celestini, fuggono per poter rappresentare Gladonia al Campionato Mondiale di Pallastrada, organizzato dal Grande Bastardo in persona, protettore degli orfani di tutto il mondo. Al loro inseguimento si lanciano Don Biffero, il priore Zopilote dal segreto diabolico, e Don Bracco, il segugio di orfani, nonché il celebre e cinico giornalista Fimicoli con il fedele scudiero-fotografo Rosalino. Nella fuga e nell'inseguimento si incontrano, si perdono e si ritrovano personaggi straordinari, i nove pittori pazzi Pelicorti, la bionda e misteriosa Celeste, i magici gemelli campioni da pallastrada, il re dei famburger Barbablù, il meccanico Finezza, il professor Eraclitus, l'Egoarca Mussolardi, l'uomo più ricco e fetente di Gladonia, e le numerose squadre di pallastrada provenienti da tutto il mondo, leoni africani, sciamani, pivetes e volpette lapponi. Ma dopo l'ultimo scontro tra Celesti e Diavoli la profezia del palazzo..."

Da queste poche righe, potete già cogliere un assaggio della varietà di personaggi affascinanti che affollano queste pagine, pronti a trascinarvi nelle loro avventure. E' praticamente un romanzo corale, che segue diverse linee narrative, alcune più evidentemente legate le une alle altre, una diversa e vagamente simbolica, che troverà il suo collegamento solo nel finale. Gladonia è un paese immaginario, ma non sarà difficile riconoscere in esso tratti molto vicini a noi: ad esempio, una crisi economica che rende i ricchi sempre più ricchi ed affossa il resto della popolazione nella povertà. Oppure, giornalisti a caccia di scoop pronti a passare sopra a tutto il resto. In questo mondo devastato, che esagera in chiave satirica ed umoristica le caratteristiche negative della realtà e le avvolge di un'atmosfera quasi surreale, si salvano i bambini. Ultimi innocenti depositari della libertà di pensiero, azione ed immaginazione rappresentata proprio dallo sport della pallastrada, impietosi osservatori del mondo in cui sono immersi, di certo non ingenui e neppure innocui, ed in effetti neppure tutti così "buoni". Come sempre parlando di Benni, niente si può dare per scontato.
Ecco, forse bisogna specificare che anche se i protagonisti sono bambini, questo, come a sua volta Elianto, non è un libro per bambini. Troverete volgarità, violenza, riferimenti a temi delicati e, soprattutto verso il finale, pura tragedia... ammetto che alla morte di un certo personaggio (non dico chi altrimenti rischio il linciaggio per spoiler) avevo gli occhi lucidi.

Questo è perché sei troppo sentimentale.

Comunque, il punto è che questo romanzo è l'equivalente letterario delle montagne russe. Dialoghi esilaranti si alternano ad inseguimenti degni di un film d'azione, momenti epici lasciano il posto ad altri quasi filosofici, ci si ritrova catapultati dalla satira, alla commedia, alla tragedia... dalla distopia al racconto di fantasmi, dal tono più realistico a quello più surreale, fino ad un finale apocalittico: "apocalittico" sia nel senso comune, sia in quello più strettamente etimologico di rivelatore... anche se, come sempre, siete liberi di trovare una vostra interpretazione di ciò che è rivelato.
Il tutto con quello stile che è tipico di Benni, uno stile che getta alle ortiche le convenzioni linguistiche per lasciare il posto ad un intreccio fantastico di termini comuni, slang, neologismi ed arcaismi, giocando con la sintassi e la grammatica fino a creare quasi una nuova lingua. A volte può essere difficile da seguire, ma personalmente amo questa scrittura sperimentale e fiorita.
Insomma, "La compagnia dei Celestini" è decisamente una lettura interessante, anche se personalmente ho preferito Elianto per la sua vena più onirica e leggera, mentre qui la satira offusca in alcuni punti la vivacità del romanzo. Se cercate qualcosa che vi faccia ridere, piangere e riflettere, questo libro potrebbe interessarvi.

Parlando di cose che potrebbero interessarvi, oggi è la festa della Mamma. Avete fatto gli auguri alle vostre mamme?

In caso contrario fateglieli, altrimenti rischiate di rimanere senza pranzo! Noi, nel nostro piccolo blog, facciamo tanti auguri a tutte le mamme del mondo!

Esatto, buona festa della mamma a tutti... anche se non c'entra niente con la recensione.

Tanto l'hai finita la recensione.

Allora possiamo andare?

Un attimo! Prima, vorrei ricordare ai miei lettori che oltre a gestire questo mio angolino virtuale collaboro anche con il blog "Il Bardo Doloroso", ed è appena uscito il finale della storia a puntate che sto scrivendo. Quindi, se avete ancora qualche minuto libero dopo la mia recensione, fate un salto anche lì!

Fai un salto, fanne un altro, fai la giravolta, Clara è impazzita un'altra volta...

Va bene, per oggi è davvero tutto. Tanti saluti a tutti, spero di essere stata utile, e arrivederci a presto!




Clara



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