sabato 31 agosto 2013

The Voice on holiday 3

Riassunto delle puntate precedenti: quella sadica bastarda di Clara ha deciso di sfogare su di me la sua isteria da mese prima degli esami, e mi ha di nuovo resa corporea. Dopodiché mi ha fatto precipitare in una non meglio identificata Foresta Incantata, dove un libro assai poco utile mi ha ordinato di cercare le Fate del Giorno e della Notte.
E non dimentichiamo che ci sono anche io! E che il libro ha accennato ad un misterioso pericolo che incombe sulla foresta, e che io e Voce siamo destinati a sventare. Oh, e abbiamo le ali ma non possiamo usarle perché Clara non capisce niente di fisica e della legge di gravità.
Va bene ragazzi, grazie mille per il riassunto. Ora possiamo riprendere la storia dal vostro arrivo al palazzo delle fate.
La Voce alzò lo sguardo e vide di fronte e sé un maestoso albero, che svettava sopra le altre cime della foresta, isolato al centro di una radura di fiori color del sole. La sua forma, per un dono della natura o per il potere della magia, ricordava quella di un palazzo, con il tronco poderoso rivestito di corteccia argentata, su cui si aprivano fessure simili ad alte finestre. Le radici formavano un labirinto di scalini e pozze di rugiada scintillante, che conduceva alla porta, un'incavatura nel fusto.
Fine. Della. Descrizione.
Voce, sul serio, devi fare qualcosa per la tua sindrome della punteggiatura emotiva.
E' contagiosa?
Penso che lo scopriremo presto.
La Voce e Piccolo Troll attraversarono la distesa di fiori dorati con circospezione, tenendo d'occhio le api che ronzavano pacifiche
e che grazie a te sono grosse quanto le nostre teste.
Appena misero piede sulle radici, tuttavia, un suono di campanellini tintinnanti si sparse nell'aria, e prima che i due viaggiatori potessero rendersene conto si ritrovarono circondati.
Dalle api o dalle radici?
NO. Da un esercito di fatine seriamente infuriate, che vi stanno puntando contro lance appuntite
Okay, fino a qui non è tanto male...
e bazooka.
Ops.
Perché non posso avere un'arma decente anche io?
Pochi minuti dopo, una Voce decisamente imbronciata ed un Piccolo Troll altrettanto insoddisfatto erano all'interno dell'albero, in una sala circolare illuminata da lucciole svolazzanti.
Siamo sicuri che non siano arabeschi?
Erano anche legati dalle caviglie al collo con giri e giri di corde di erba intrecciata, e totalmente impossibilitati a muoversi, anche grazie alle punte di lancia che li punzecchiavano poco delicatamente se tentavano anche solo di contorcersi un po'.
Ho come il sospetto che Clara stia ignorando i nostri commenti.
Non ci riesce mai a lungo.
Di fronte a loro, su una piattaforma poco più alta del resto della sala e davanti ad un pesante tendaggio verde, erano disposti due troni di legno, circondati da fiori, gemme, e variopinte ali di farfalla.
Nel senso che queste fatine strappano le ali alle farfalle e scavano via l'interno degli alberi per abitarci? Che esseri crudeli, ci si può fidare solo dei troll.
Proprio mentre i due sventurati prigionieri si stavano chiedendo quale sarebbe stato il loro destino, uno squillo di trombe riecheggiò nell'aria, e la tenda si sollevò. Due sagome, una scintillante come oro al sole, l'altra oscura e gelida come una notte di luna piena, fluttuarono con delicatezza fino ai troni.
- Gloria alle nostre regine!- intonarono le altre fate.
Tiro ad indovinare. Quelle sono le Fate del Giorno e della Notte, e tu, cara la mia Clara, hai deciso di farmi morire di allergia alle descrizioni disgustose.



Però sono carine, dai...
PT, non cominciare anche tu.
- Chi sono questi intrusi?- domandò la Fata della Notte, con voce gelida ed irritata.
- Li abbiamo trovati mentre facevano irruzione nella radura del castello, Maestà!- spiegò una delle sottoposte.
- Ehi, questo non è vero!- protestò Piccolo Troll:- E' stato il libro a dirci di venire qui, blaterando qualcosa su un male da sconfiggere. Noi stiamo solo cercando di andarcene!-
- Che libro?- domandò la Fata del Giorno, sporgendosi in avanti. Le ali luminose fremettero dietro di lei.
- Il libro che ho con me sotto questo ammasso di corde.- intervenne la Voce. Ad un ordine della fanciulla dorata, le guardie la liberarono dai legacci, e l'ex-incorporea estrasse
non si sa bene da dove, visto che il mio vestito non ha tasche
il libro che avevano trovato poco prima.
Nello stesso istante in cui lo allungò verso il trono, il libro sgusciò fuori dalle sue mani ed iniziò a vorticare su se stesso nell'aria, per poi spalancarsi. Un boato risuonò nel palazzo, mentre le pareti iniziavano a tremare. Le guardie strillarono e si sparsero in tutte le direzioni,
Scommetto che sono sottopagate.
mentre una mano faceva capolino dal libro, una grossa mano artigliata, gocciolante di melma e sangue.
La Voce afferrò Piccolo Troll, ancora legato, e se lo trascinò dietro al riparo di una delle pareti
perché non fuori?
perché la porta era ostruita dalle guardie in fuga. Solo le due sovrane non si erano mosse dalle loro posizioni.
Quando il turbine di distruzione che aveva assalito la sala si placò, una sagoma torreggiava all'interno dell'albero. Un essere verde coperto di squame, di forma umanoide, alto e possente, con zoccoli e mani artigliate. Il suo ghigno prometteva una lenta agonia, i suoi occhi scintillavano di malvagità, e...
Zio Gaspare! Che cosa ci fai qui?
Co... cosa?
Quello è lo zio Gaspare! Pensavo che fosse morto, come sono felice di rivederlo!
Ehm... okay. Mi piacerebbe sapere perché va sempre a finire così.
Perché i Troll sono tutti una grande famiglia molto unita ed affiatata.
- Piccolo! Che cosa ci fai qui?- domandò infatti il gigante, voltandosi verso i due. Le sue folte sopracciglia si alzarono verso l'alto:- Non sapevo che avessi una fidanzata!-
WTF?!!!!
- Non ce l'ho.- borbottò Piccolo Troll imbarazzato, gettando un'occhiata di scuse alla Voce. Però erano entrambi arrossiti...
Vorrei vedere te!
In quel momento, una sfera di fuoco schizzò nell'aria, mancando per un pelo la testa del troll più grosso
ed accidentalmente appiccando fuoco all'albero, suppongo.
La Fata del Giorno, libratasi in aria con espressione battagliera, strillò:- Muori, mostro malvagio!-
E così iniziò la grande battaglia...
Nooo! Zio Gaspare!
Perché devono tutti essere dei pazzi psicopatici in queste storie?
Lo scoprirete nella prossima puntata!


Clara,
la Voce
e Piccolo Troll

giovedì 29 agosto 2013

Tra maghi e calamari: ancora wallpapers!

Ma buonasera a tutti, cari lettori! Ancora vivi?
Io sì, e sempre più convinta che lo scopo principale di Internet sia distogliere la mia attenzione da qualsiasi impegno preso più o meno seriamente. Motivo per cui mi ritrovo alle dieci di sera con un impellente desiderio di pubblicare qualcosa nel mio blog, ed una voglia pari a -273,15 gradi Celsius (ossia lo zero assoluto) di scrivere. Sapete tutti come andrà a finire, vero?
Insomma, se siete lettori abituali lo avrete forse già intuito. Se invece siete capitati qui cercando informazioni sull'accoppiamento delle foche monache o sulle band musicali delle Galapagos, innanzitutto complimenti per essere riusciti ad arrivare qui, e poi lasciate che risponda da sola alla mia domanda.
Ovviamente, andrà a finire con la pubblicazione di qualcuno dei miei cosiddetti wallpapers, e dei temi per Chrome ad essi corrispondenti. Perché quando le tue dita stanno boicottando il cervello, e le tue palpebre traditrici minacciano di fare altrettanto, l'unica soluzione è assecondare le vili ribelli e riempire un post di immagini che richiedano poca concentrazione. O forse tutto quello che ho appena detto è in realtà solo una scusa per mostrarvi ancora una volta i miei "attacchi d'arte", e per spargere in tutto il mondo immagini prodotte in un attimo di ordinaria follia.
Nell'uno e nell'altro caso, iniziamo subito con Fairy Tail. L'anime è in pausa fino a settembre, il manga procede per fortuna con aggiornamenti regolari, ma con un numero molto limitato di pagine ogni volta, e nel tempo libero la mia testolina partorisce cose come questo collage:


Questo l'ho realizzato usando immagini dell'anime prese da Internet e l'adorabile Paint, programmino il cui inventore ha fatto un grande servizio a tutte le persone annoiate la cui connessione Internet faceva i capricci. E, come prevedibile, l'ho anche adattato in questo tema per Chrome, nel caso qualcuno volesse utilizzarlo.

Ma naturalmente un tema solo non bastava per una delle mie serie preferite, e così poco dopo ecco arrivare il prodotto numero due delle mie ore libere:


Loki/Leo, Jellal, Natsu e Gray, ovvero quattro dei personaggi maschili più fighi dell'anime in questione. Come potevo resistere all'idea di averli tutti e quattro uniti sullo schermo? Onde per cui, ecco il tema corrispondente. Come per i lavori dei post precedenti, anche qui ho usato quel simpatico ed efficiente programmino che risponde al nome di Pixlr Express.

E, per concludere in freschezza dopo questa sfilata di maghetti affascinanti, eccomi tornare ad un anime che avevo recensito poco tempo fa in questo post. Trattasi del divertentissimo Shinryaku! Ika Musume, la cui protagonista forse non sarà ancora riuscita a conquistare il mondo, ma intanto può benissimo conquistare il mio schermo così:


Ed effettivamente il boccaglio non sarebbe proprio indispensabile ad una ragazza calamaro appena emersa dalle profondità marine, ma cosa posso dire? Era troppo carino! ^_^
Naturalmente, anche qui includo il tema per chiunque voglia subire un invasione di pucciosissime creature degli abissi direttamente sulla propria Home Page di Google Chrome. E con questo tocco finale, che spero abbiate apprezzato, saluto tutti quanti e me ne vado a nanna presto come una brava bambina!
Baci, e godetevi questi ultimi giorni di agosto!


Clara



lunedì 26 agosto 2013

The Voice on Holiday - 2

La Voce si risvegliò e si accorse che gli eventi del capitolo precedente erano stati solo un sogno. Fine

D'accordo, tu ci hai provato. Ora inizio il VERO secondo capitolo.

Maledizione, speravo che funzionasse. Almeno posso smettere di giacere, senza significati secondari, in un luogo oscuro ed ancora totalmente non descritto? Questo tuo adorabile vestitino non è affatto adatto alle avventure.

La Voce si risvegliò bruscamente da un sogno in cui si stava lamentando incessantemente e senza motivo, solo per trovarsi in un luogo che non aveva mai visto prima. Sollevò le palpebre e si tirò a sedere di scatto. Questa volta, notò con sollievo, non si trovava in una piccola stanza senza aperture, né in mezzo alla neve o circondata da piante carnivore. Era seduta tra le radici di un grande albero, su un soffice tappeto di muschio scuro ed umido, e raggi di luce calda scendevano intorno a lei dal baldacchino di foglie che la sovrastava, facendo scintillare il pulviscolo dorato. Una foglia secca le scivolò di dosso, facendole notare che l'abito che indossava non era più lo stesso di cui si era lamentata solo pochi secondi prima.
E neanche la sua statura era più quella di poco prima, considerando che quella foglia l'aveva ricoperta interamente.
Oh no. No e semplicemente no. So che hai problemi ad accettare il tuo essere diversamente alta, ma per favore, non scaricarli sempre sugli altri. O almeno non su di me.
E neanche su di me, per favore.
Beh, tu sei sempre stato bassetto. A proposito, dove sei?
Qui di fianco a te.
La Voce si girò, e, dall'altra parte di una radice che sporgeva dal terreno formando un arco di legno rugoso, vide un volto che la fissava.
A logica, e procedendo per esclusione, quello doveva essere Piccolo Troll. Purtroppo pareva che anche lui fosse caduto vittima della stessa misteriosa trasformazione che la sua compagna di sventura aveva subito.
Ed ora, naturalmente, Clara ci mostrerà tale trasformazione sotto forma di qualche stupido giochetto su Internet, dal momento che non ha ancora imparato a disegnare ed odia scrivere le descrizioni.
In effetti era quello che stavo per fare.
Fallo e basta.



Si può sapere perché sono diventata una fatina?!
La cosa più preoccupante è che IO sia diventato una fatina. Insomma, un fatino. Qualsiasi cosa sia.
Uhm... fato?
Fatroll?
Insomma, per interrompere questa disquisizione lessicale, i nostri due eroi erano ora dotati di graziose alucce, di abiti degni di un racconto fantasy
come no, uno scritto sotto l'effetto di funghi allucinogeni.
Credevo che quello fosse il metodo normale per gli scrittori.
e, nel caso della Voce, di un cappellino a forma di ghianda. La dolce creaturina stava ancora tentando di riprendersi dalla sorpresa, quando si accorse che c'era qualcosa posato a terra accanto a lei.
Dimmi che non è uno scettro magico.
O un cinese.
Era un libro, un voluminoso tomo rilegato di cuoio marrone, decorato da svolazzanti arabeschi dorati.
Ehi, dovremmo essere noi che abbiamo le ali a volare, non gli arabeschi! Che ingiustizia!
Argh, non in quel senso! In ogni caso, la Voce raccolse il libro e lo soppesò cautamente nella mano.
E tutti gli arabeschi volarono via.
NO. Il libro si spalancò di scatto con un fruscio di pagine antiche, facendo sì che la fatina stupefatta lo mollasse. Ma, invece di cadere a terra come la forza di gravità vorrebbe
se non fossimo in uno dei tuoi raccontini demenziali
il libro rimase a fluttuare di fronte ai loro volti, per poi posarsi con grazia tra le mani che lo avevano appena perso
o volutamente mollato prima che potesse fare qualcosa di ridicolo, a seconda dei punti di vista.
La Voce e Piccolo Troll si trovarono ad osservare delle parole che affioravano con lentezza sulla pagina ingiallita, per poi contorcersi in forme comprensibili alla loro conoscenza.
Ho appena deciso che non so leggere. Come la mettiamo?
I due lessero, ancora confusi:
" Benvenuti, viaggiatori, nella Foresta Incantata, dove la magia scorre nella linfa degli alberi e sussurra nel vento."
E fa svolazzare gli arabeschi.
E che razza di nome è Foresta Incantata? Potevi fare uno sforzo, Clara.
" Siete stati portati qui per salvare questo mondo fiabesco da un terribile destino. Un mostro spaventoso ci minaccia, e voi siete la nostra ultima speranza! Cercate le Fate del Giorno e della Notte, che vi consegneranno le armi per eliminare la minaccia oscura che pende su di noi."
E se cercassimo semplicemente l'uscita?
" Non c'è speranza di uscita, se non la vittoria. Attaccata alla copertina c'è una bussola che punta sempre al palazzo delle Fate, così non avrete nessuna scusa. Buona fortuna, miei prodi!"
Perché avevo la sensazione che lo avrebbe detto?
Perché Clara non è capace di inventare trame originali?
Perché non state zitti ed iniziate a cercare le Fate del Giorno e della Notte?
Perché stiamo facendo il gioco dei perché?
Perché... oh, lasciamo perdere!
I nostri intrepidi eroi, pronti a seguire il loro destino, intrapresero quindi il difficile viaggio che avevano di fronte. O meglio, tutto intorno, come sembrava pensare la bussola che li fece passare per dieci volte di fronte a quello stesso albero prima di decidersi a puntare in una direzione più promettente. Ma finalmente la Voce e Piccolo Troll si inoltrarono tra le radici e
ehi, perché non possiamo volare? Le ali ce le abbiamo!
Perché non credo che queste fragili membrane siano in grado di reggere il nostro peso. L'autrice non capisce molto di fisica, ed è più che propensa a farci cadere a terra al primo tentativo. E poi non ho particolare fretta di andare avanti.
Ah, neanche io. Che ne dite se vi saluto fino al prossimo capitolo?
Ciao ciao!
Fa in modo che quel capitolo arrivi in fretta, voglio tornare in vacanza.
Nel prossimo capitolo, o post che dir si voglia: inaspettate rivelazioni, scontri all'ultimo sangue, ed un sacco di altre cose!
E biscotti.
Ma insisti con questa storia?! Niente biscotti.


Clara
la Voce
e Piccolo Troll (o Fatroll che dir si voglia)

venerdì 23 agosto 2013

Kafka sulla spiaggia

Qualche settimana fa, ho ricevuto in regalo un libro intitolato "Kafka sulla spiaggia", dello scrittore giapponese Murakami Haruki. Avevo già visto il suo nome su alcune copertine, ma per un motivo o per l'altro la mia attenzione era sempre scivolata su altri titoli. Questo è stato quindi il mio primo incontro con Murakami e con le sue opere.



Ed ora credo di esserne rimasta stregata, incantata, termine assolutamente corretto per indicare un mondo in cui la razionalità e la vita quotidiana si flettono per lasciare il posto a squarci surreali, in bilico tra sogno e magia.

"Un ragazzo di quindici anni, maturo e determinato come un adulto, e un vecchio con l'ingenuità e il candore di un bambino, si allontanano dallo stesso quartiere di Tokyo diretti allo stesso luogo, Takamatsu, nel Sud del Giappone. Il ragazzo, che ha scelto come pseudonimo Kafka, è in fuga dal padre, uno scultore geniale e satanico, e dalla sua profezia, che riecheggia quella di Edipo. Il vecchio, Nakata, fugge invece dalla scena di un delitto sconvolgente nel quale è stato coinvolto contro la sua volontà. Abbandonata la sua vita tranquilla e fantastica, fatta di piccole abitudini quotidiane e rallegrata da animate conversazioni con i gatti, dei quali parla e capisce la lingua, parte per il Sud. Nel corso del viaggio, Nakata scopre di essere chiamato a svolgere un compito, anche a prezzo della propria vita. Seguendo percorsi paralleli, che non tarderanno a sovrapporsi, il vecchio e il ragazzo avanzano nella nebbia dell'incomprensibile schivando numerosi ostacoli, ognuno proteso verso un obiettivo che ignora ma che rappresenterà il compimento del proprio destino. Diversi personaggi affiancano i due protagonisti: Hoshino, un giovane camionista di irresistibile simpatia; l'affascinante signora Saeki, ferma nel ricordo di un passato lontano; Òshima, l'androgino custode di una biblioteca; una splendida prostituta che fa sesso citando Hegel; e poi i gatti, che sovente rubano la scena agli umani. E infine Kafka. "Uno spirito solitario che vaga lungo la riva dell'assurdo".

Questa la quarta di copertina del romanzo incriminato, e già da questi brevi cenni di trama potete cogliere il senso di irrealtà, a volte straniante, che la storia riesce ad evocare. E' straordinario, a mio parere, il modo in cui l'autore riesce ad affiancare dettagliate descrizioni di ambienti quotidiani con momenti che di quotidiano non hanno più nulla. Ed appunto le descrizioni, sia dei luoghi che dei personaggi, sono per me uno dei punti di forza dello stile di Murakami, che riesce a fissare quei minuscoli dettagli che danno spessore ad un racconto, senza tuttavia rallentare lo sviluppo della trama.
Trama che si snoda per racconti paralleli, destinati fatalmente ad incrociarsi, guidati da forze di cui non verrà mai chiarita l'identità. Non ci sono spiegazioni finali in questo romanzo, non ce ne sono neppure di iniziali od intermedie. Il lettore è gettato nella storia insieme ai personaggi, e non ha altra scelta che lasciarsi trasportare come loro, cercando di decifrare significati nascosti, sensi non detti, attraverso l'eleganza di una prosa che sa farsi vicina alla poesia.
Non mancano quelli che non ho potuto fare a meno di percepire come tocchi di squisita critica sociale e culturale, riferimenti alla letteratura ed alla tradizione giapponese che purtroppo temo di non aver potuto cogliere in pieno, e riflessioni in grado di risuonare nella mente e forse nell'anima del lettore.
Ma credo che sia impossibile scrivere un'autentica recensione di questo romanzo, così come è impossibile spiegarne con certezza il significato, o anche solo afferrarlo per se stessi. L'unica cosa che posso dirvi è che, a mio parere, questo è un libro che vale la pena di leggere, anche solo per ritrovarsi, all'ultima pagina, a riassaporarne i momenti inseguendo il filo di una propria interpretazione.

Clara

mercoledì 21 agosto 2013

The Voice on holiday

C'era una volta, tanto tempo fa, una piccola Voce che viveva nella testa di una blogger di nome Clara. La Voce, incorporea ed indistruttibile, si divertiva molto ad intervenire all'interno del blog, insultando l'autrice e ricordandole che doveva tornare a studiare a lavorare. Un giorno l'autrice decise di vendicarsi e rese la Voce corporea, le affibbiò uno scettro magico ed una complicata missione per poter ritrovare la propria felicità, ed una serie infinita di complicazioni. Dopo infinite tribolazioni (di cui trovate la cronaca in The Voice in Wonderland), la Voce ritrovò finalmente la sua incorporea beatitudine, insieme ad un nuovo amico, il Piccolo troll, suo complice in perfidi blitz all'interno del blog. E vissero felici e contenti...
Fino a quando Piccolo troll, partito per fare il giro del mondo, invitò la Voce a raggiungerlo per godersi una bella vacanza insieme. La Voce acconsentì, lieta di potersi prendere una pausa, e si affrettò a raggiungere il suo amico, approfittando vilmente del fatto che un essere incorporeo non paga biglietti (ed un troll neanche, a quanto pare) e lasciando Clara a soffrire il caldo da sola.
Ma il Destino aveva altri programmi per lei...
Il destino?! Cosa c'è, hai assunto un altro nickname o sei proprio in crisi d'identità?
Ssshhh... torna in vacanza ed aspetta il tuo turno! Non dovresti neanche sapere che sto scrivendo questo post!
Ho lasciato un meccanismo d'emergenza nella tua testa. Appena le tue dita digitano sulla tastiera le parole "The Voice", parte un allarme rosso che mi permette di prepararmi al peggio.
Uhm, decisamente astuto. Hai anche inventato un mezzo per impedirmi di sfruttarti come personaggio?
Purtroppo no. Sto ancora aspettando che mi arrivino i pezzi per montare quel dispositivo.
Allora sarà meglio continuare la storia prima che arrivino.
Insomma, i due intrepidi turisti stavano ficcando il naso in ogni singolo negozio di souvenir della città in cui si trovavano, quando la Voce si rese improvvisamente conto che non aveva la minima idea della città in cui si trovavano.
E che Clara non aveva esattamente afferrato il concetto di "inutile ridondanza".
E che, ancora una volta, si ritrovava decisamente troppo corporea per le sue abitudini.
Non di nuovo! Non dirmi che hai fatto pure...



Perché non ammetti che queste storie sono solo un modo per poter mostrare ai lettori i prodotti della tua malsana passione per i dress-up games? E soprattutto, perché sono vestita in quel modo?
Beh, sei in vacanza. Un vestitino carino ed una pettinatura fresca potrebbero addirittura farti dimenticare la tua innata antipatia.
E per far dimenticare a te il tuo tirannico sadismo contro i personaggi cosa ci vuole? Un mattarello sulla testa?!
Ordunque, la prima reazione della nostra adorata eroina fu quella che chiunque si sarebbe aspettato. Sbarrò gli occhioni verdi come foglie, spalancò la sua boccuccia da baci, e lanciò uno strillo così potente da far volare via tutte le rondini appollaiate sul filo elettrico più vicino.
Siamo sicure che non sia stata la tua prosa orribile a farle fuggire?
No, per me è stato il negoziante armato di fucile che è uscito lamentandosi che gli uccellini stavano sporcando tutti i suoi prodotti all'aperto.
Ma che negoziante?! Non c'è nessuno oltre a voi in quella città! Cosa c'è, dovevo anche fare la fatica di scrivere dei personaggi secondari per poi farli morire nel terremoto?
Che terremoto? Nessuno ha nominato un terremoto!
In realtà Clara lo ha appena nominato, V.
Lo so, PT. Il mio era soltanto un attimo di isterismo all'idea di quello che sta per succedere.
Perché, cosa sta per succedere?
D'accordo, piantatela adesso. L'ispirazione non può essere bloccata dai vostri bisticci... a proposito, da quando vi chiamate con le iniziali?
Da quando tu sei diventata troppo pigra per scrivere i nostri nomi per intero ogni volta.
Oh, giusto. Beh, dal momento che la sorpresa è saltata direi che possiamo saltare il pezzo in cui la tensione sale lentamente, l'atmosfera diventa pesante, e voi scoprite di essere rimasti soli in una città fantasma, lasciandovi andare allo sconforto...
Yeeee, niente poliziotti tra i piedi! Andiamo a tuffarci nella fontana!
... ma anche no, suppongo. Potreste fare uno sforzo di collaborazione, voi due.
Ehi, sono un troll. E' mio preciso dovere essere poco collaborativo ed infastidire la gente.
Ancora una volta, sospetto che tu non abbia le idee chiare riguardo a che tipo di troll sei esattamente, ma soprassediamo.
Dopo qualche minuto di vagabondaggio nella città deserta, i nostri due intrepidi eroi si resero conto che ormai solo i loro passi riecheggiavano in un silenzio carico di presagi. Nessun cinguettio, nessuna risata, nessun rumore che suggerisse la presenza di altri esseri umani. L'aria si era fatta pesante, quasi elettrica...
PT, che cosa stai tentando di fare con quel caricabatterie?
Se l'aria è elettrica, ne approfitto per mettere in ricarica il cellulare.
Che non hai.
Uhm, l'obiezione non fa una piega.
Ne avete per molto? Guardate che questa potrebbe diventare un'altra storia in dieci puntate...
...
...
Molto bene. Dunque, come stavo dicendo, l'aria si era fatta pesante. La Voce iniziò a percepire che qualcosa non andava.
Iniziò? Perché, nelle ultime righe che cosa ho fatto?
Poi, come se le loro voci, minuscole nell'immensità dell'opprimente silenzio, lo avessero evocato, un rombo sordo invase l'aria, e la terra sotto i loro piedi iniziò a tremare con violenza crescente.
Argh! Hanno costruito la città sulla tana di una talpa gigante che ora si è risvegliata!
Ehm, non proprio...
Una marmotta gigante? Un lombrico gigante? Un girasole gigante a crescita molto molto rapida?
Ma da dove ti vengono certe idee?
Mah, siamo prodotti della tua immaginazione, fai un po' tu...
E' soltanto un varco dimensionale che si sta aprendo sotto di voi per catapultarvi in un altro mondo.
Ti odio.
La Voce ed il suo compagno di avventure urlarono, mentre la terra si spalancava sotto i loro piedi, l'asfalto si sollevava in blocchi appuntiti, le pareti degli edifici crollavano in polvere ed i fili dell'elettricità, spezzati, si agitavano come fruste nella tempesta di polvere che inondava l'aria...
No! Ho perso il caricabatterie!
PT, non so se l'hai notato, ma stiamo precipitando in un immenso buco nero che sembra proprio una bocca pronta ad inghiottirci. Oh, e questo maledetto vestitino che l'Autrice mi ha infilato addosso non è proprio il massimo quando sei in mezzo ad una bufera.
Ehi, è vero! Riesco a vederti le...
BRUTTO MANIACO PERVERTITO! Clara, me la pagherai!
Per fortuna, i nostri due sventurati personaggi persero i sensi prima che la situazione degenerasse oltre. E nell'oscurità e nel silenzio, avvolti dalle ombre di un futuro incerto e pericoloso, essi giacquero in un mondo sconosciuto...
Ehi, in che senso è usato il termine giacquero?
PT, non costringermi ad usare la violenza contro di te. Clara, è tutta colpa tua, i tuoi manga stanno avendo una brutta influenza su di lui!
Oh, certo, diamo la colpa ad una povera blogger che sta solo seguendo la sua ispirazione per qualsiasi cosa succeda. Tra poco dirai che ho causato tutti i mali del mondo.
Ti devo ricordare che tu insulti Steven Moffat quando perdi il treno?
Lasciamo perdere. Voi due tornate a giacere privi di sensi fino alla prossima puntata.
Perché, ci sarà una prossima puntata?
Conoscendo la sua malvagità e la sua capacità di sintesi, ce ne saranno molte di più.
Forse che sì, forse che no... l'unico modo per saperlo è seguire la storia! ^_^
Perché hai questa assurda convinzione che qualcun altro a parte noi due vittime voglia saperlo?
Secondo me lo dice solo per abitudine.
Secondo me se voi due chiudete il becco riesco anche a concludere, grazie...
Un mondo inesplorato da scoprire, misteri da risolvere, e pericoli letali che risalgono dalle nebbie del passato...
E biscotti.
Cosa, scusa?
Se proprio vuoi che qualcuno torni in questo blog, l'unico modo è promettere qualcosa in cambio. Visto che sei perennemente senza soldi, suggerisco i biscotti.
Oh, va bene, e biscotti virtuali. Ora, arrivederci a tutti!

Clara
la Voce (suo malgrado)
e Piccolo Troll (senza cellulare)

martedì 20 agosto 2013

Altri wallpapers

Ovvero, come evitare di far sprofondare nel vuoto e nell'oblio il mio piccolo blog anche se il mio desiderio di scrivere in questo periodo è sparito da qualche parte non meglio identificata. Mentre lo inseguo armata di metaforica retina per farfalle, e nel frattempo guardo accidentalmente l'intera serie classica di Doctor Who,  lascio qualcosina per ricordarvi della mia esistenza... o per ricordare a me stessa dell'esistenza del blog? Mah, fate un po' voi...
In ogni caso, dal momento che ho avuto la grande idea, giusto un paio di post fa, di annunciare in pompa magna l'apertura della nuova sezione "Wallpapers e temi", ho pensato che fosse necessario espanderla un po'. Perciò, senza altri indugi o giustificazioni per la mia innata pigrizia, ecco il primo wallpaper:


Questo risale a più di un anno fa, motivo per cui non c'è traccia di Clara, ma sto pianificando un aggiornamento... nel frattempo, avete visto cosa succede quando si lascia una fangirl davanti a Paint senza supervisione e con un sacco di immagini a disposizione. Personalmente, sono piuttosto soddisfatta del risultato, tanto che l'ho pure trasformato in un tema per Google Chrome, disponibile  a questo indirizzo.

Numero due, un piccolo regalo che ho realizzato per la mia adorata sorellina. Lei è una fan del telefilm Smallville, ed in particolare di due personaggi, Jimmy Olsen e Oliver Queen. Per questo motivo, sempre utilizzando l'adorato Pixlr, sono riuscita a realizzare questo grazioso wallpaper:



Affetto platonico o no, lei è stata molto soddisfatta, ed anche io! Naturalmente, anche qui c'è un tema disponibile, seguendo il link.

E per oggi direi che è tutto, gente! Appena avrò recuperato la mia voglia di scrivere, tornerò a tediarvi con le mie opinioni non richieste... nel frattempo, buone vacanze a tutti! :)


Clara




mercoledì 14 agosto 2013

Viaggio in Austria - Salisburgo

Wow. Nonostante avessi promesso a me stessa di non farlo, mi rendo conto che questo povero blog ha di nuovo subito quello che ormai sembra essere diventato il suo consueto destino, ossia essere abbandonato per un'intera settimana mentre quella che dovrebbe occuparsene fa tutt'altro. E non ho neppure la scusa delle lezioni o dello studio, ad agosto...
Ma bando alle ciance inutili, e vediamo di concludere il mio ormai troppo procrastinato resoconto della vacanza in Austria, completo di fotografie e consigli per altri turisti! ^_^

Per quanto il piano sia di fermarsi due notti a Salisburgo, abbiamo deciso di non rimanere nello stesso albergo, per ragioni di risparmio e di comodità. Dopo esserci svegliati ci spostiamo quindi al Kohlpeter, alla periferia della città, sulla sponda opposta rispetto al Meininger sove siamo stati la notte prima. 
Lasciamo la macchina nelle vicinanze, facciamo colazione a base di abbondanti ed ottime paste in una pasticceria vicina e ci dirigiamo a piedi verso il centro percorrendo la Franz-Joseph Kai, il lungofiume. Vediamo di passaggio la Markuskirke, e proseguiamo fino ad arrivare vicini al centro città, dove svoltiamo allontanandoci dal fiume, per raggiungere Alter Markt. 




Da qui visitiamo la chiesa francescana, poi ci affrettiamo a tornare verso il Duomo per ascoltare il concerto di campane delle undici del vicino Glockenspiel. Visitiamo quindi il duomo e Kapitel-Platz (il resto lo avevamo già visto la sera prima).




Entriamo nell'abbazia di San Pietro, il più antico monastero maschile di area germanica. Ne visitiamo la chiesa, un'affascinante fusione di romanico, gotico e rococò, ed il cimitero retrostante, ancora in uso, ricco di verde e di lapidi storiche. 




Nelle vicinanze c'è anche una ruota da mulino, che fornisce energia ad una panetteria artigianale davvero meritevole. Dal momento che non abbiamo particolarmente voglia di fermarci da qualche parte per pranzo, decidiamo di arrangiarci prendendo pane e focacce lì... ed è stata una scelta davvero meritata, perché erano ottime! ^_^
Ci dirigiamo poi verso la Kollegienkirke, ennesimo monumento barocco, e da lì torniamo al Salzack, il fiume che attraversa Salisburgo, per dedicare il pomeriggio alla sponda destra della città.
Cominciamo percorrendo il lungofiume fino a Mirabell-garten ed all'imponente palazzo di Schloss Mirabel, oggi municipio cittadino. I giardini sono assolutamente stupendi, e perfetti per riposare una mezz'ora all'ombra della lussureggiante vegetazione.




Da lì raggiungiamo Makart-Platz, passando accanto al Mozarteum, istituto di musica, ed al Landes-theater, . Guardiamo dall'esterno la chiesa della Trinità, troppo esausti per tentare una visita più approfondita, e proseguiamo fino a Linzer Gasse, via di negozi e locali, spesso troppo costosi e turistici, ma comunque tappa "obbligata" di Salisburgo. Ci siamo passati anche la sera prima nella nostra passeggiata serale, ma naturalmente di giorno  La risaliamo fino alla Sebastiankirche, e da lì ci inoltriamo nel cimitero omonimo, dominato dalla Gabrielskapelle del vescovo Wolf Dietrich. Qui sono sepolti la moglie ed il padre di Mozart, nonché Paracelso. Una piccola nota a proposito dei cimiteri austriaci, dal momento che questo è il secondo che vi invito a visitare, è che non sono assolutamente simili a quelli a cui io sono abituata qui in Italia. Non c'è un'atmosfera triste o opprimente, ma piuttosto... tranquilla. Raccolta. Un luogo di riflessione e memoria. Se volete vedere qualche punto dell'Austria che non sia la solita chiesa o palazzo, potete prendere in considerazione qualche minuto qui.




Ormai siamo arrivati a sera, ed il caldo eccessivo, oltre alla lunga camminata, rendono praticamente impossibile proseguire oltre. Così prendiamo un autobus, ringraziando il buon servizio di trasporto pubblico di cui Salisburgo è fornita, e torniamo al Kohlpeter. Doccia, e poi cena al ristorante dell'albergo. Devo dire che ho preferito il ristorante della prima sera a Salisburgo, ma anche questo era decisamente meritevole ed un po' più economico.
Dopo l'abbondante pasto, ci rilassiamo con una passeggiata nel quartiere dove ci troviamo, un angolo tranquillo. Non sembra neppure di essere in una città, le case, le strade e la vegetazione ricordano quelle di un villaggio di campagna... un finale tranquillo e pacifico, proprio quello che ci voleva per una bella vacanza in famiglia! ^_^


Clara



mercoledì 7 agosto 2013

Soul Eater e fan art

Il titolo di questo post potrebbe anche essere "il giorno in cui Clara (ri)scoprì Pixlr". Trattasi di un programma online, totalmente gratis, per modificare le immagini, una sorta di Photoshop insomma. L'ho scoperto qualche mese fa grazie alla mia compagna di stanza che ha studiato grafica, ed ho subito colto le sue potenzialità nel mio ambito preferito: lo spreco di tempo improduttivo XD
Questa volta però, complice una rinnovata passione per quel fantastico manga che è Soul Eater (e se non lo avete letto ve lo consiglio vivamente, come già avevo fatto in questo post) ho effettivamente prodotto qualcosa. Alcune simpatiche immagini che, se volete, potete utilizzare come sfondo, o in qualunque modo vi aggradi. Signori e signore, è ufficialmente inaugurata una nuova sezione del blog, "Wallpapers e temi", dedicata alle mie produzioni artistiche! ^_^
Prima immagine: Maka, Death the Kid e Black Star (purtroppo il mio computer non riconosce il carattere per la stellina nel nome, fingete che ci sia).




Seconda immagine: Maka Albarn in tutto lo splendore (leggi: pronta a spaccare qualcosa a qualcuno, e non dico altro per evitare spoiler) del capitolo 111.


Ed infine, dulcis in fundo, la/il mia/o adorabile Crona. Dal momento che neanche l'autore ha mai dichiarato un genere per il personaggio, io in genere propendo per considerarla una femmina, ma sappiate che l'argomento ha scatenato guerre XD Il personaggio in secondo piano è ovviamente la sua molto meno adorabile madre Medusa, ed anche qui mi fermo per evitare spoilers.


Allora, cosa ne pensate dei miei "art attacks"? ^_^



Clara

martedì 6 agosto 2013

Shinryaku! Ika Musume

In attesa che mi colga l'ispirazione per raccontarvi l'ultima puntata del mio viaggio in Austria, o per iniziare a studiare, o per fare qualsiasi cosa che NON sia rimanere accasciata su un cuscino a sprecare il mio tempo su Internet ed agognare ad un po' di freschezza... ho deciso di rimettermi a recensire anime.
E, viste le temperature esterne, ho scelto un anime con molto, molto mare. Lettori e lettrici, ecco a voi...



 "Shinryaku! Ika Musume" (traduzione letterale "Invadi! Ragazza calamaro"), un anime in due stagioni da 12 episodi ciascuna, tratto da un manga di Masahiro Anbe.
Il mare ha subito per troppo tempo l'inquinamento provocato dagli esseri umani. Ora, una dei suoi abitanti ha deciso di vendicarsi conquistando il mondo e rendendo tutti gli umani sui schiavi. Ika Musume, la ragazza calamaro protagonista della serie, affiora dagli abissi ed approda sulla spiaggia, intenzionata a fare del ristorante Lemon Beach House la sua base per la conquista della terraferma.



Ma non ha fatto i conti con un paio di dettagli:
1) gli umani sono più di sei miliardi, non "un centinaio circa".
2) non tutti sono disposti a prendere sul serio un invasore con l'aspetto di una pucciosissima bambina dal buffo cappello bianco.
3) se per farsi prendere sul serio e sfoderare i propri terrificanti tentacoli si decide di distruggere un muro, è possibile che una certa manager dalle tendenze violente decida di costringere l'invasore a ripagarlo!
E così la povera Ika-chan si ritrova a fare la cameriera al Lemon Beach House, alle prese con tutte le strane cose che l'umanità riesce ad inventare per confondere le idee ad una povera calamaretta inesperta, e con gli umani che la circondano: Eiko Aizawa, la giovane impiegata del ristorante, sua sorella Chizuru, la cui gentilezza nasconde insospettate doti da ninja, il fratellino Takeru, che subito si affeziona a Ika nonostante i tentativi di quest'ultima di terrorizzarlo. E poi Sanae, amica di Eiko e futura stalker ai danni della povera creatura marina, il bagnino Goro, la ricercatrice americana Cindy ed i suoi colleghi decisi ad esaminare "l'aliena" che hanno individuato... eh, sì, non è facile la vita per Ika Musume. Ma lei non demorde: un giorno, il mondo sarà suo!



Questo anime mi sta piacendo molto. E' davvero divertente, di una comicità semplice e fresca, niente affatto volgare. Ika Musume è semplicemente adorabile, con la sua totale ignoranza del mondo in superficie e la sua convinzione di essere una terribile forza del male. La motivazione della sua invasione, poi, è del tutto condivisibile: chi non vorrebbe farla pagare agli orribili esseri che insozzano di spazzatura la sua casa? Anche gli altri personaggi sono simpatici, umani un po' "fuori dagli schemi" (o totalmente fuori di testa, a seconda del punto di vista). La trama è costruita interamente sull'umorismo, il che significa che potete guardare un paio di episodi senza dovervi poi torturare con "oh-no-adesso-cosa-accadrà", ma è molto piacevole da seguire, anche per la frequente introduzione di nuovi personaggi e per l'evoluzione del rapporto tra quegli già presenti. Insomma, è un anime perfetto per rilassarsi in un pomeriggio d'estate. Se non potete andare al mare, lasciate che la più adorabile creatura abissale che abbia mai invaso la terra porti un po' di mare fino a voi!



Allora, cosa ne dite? Vi lasciate invadere dalla calamaretta o no? ^_^


Clara

lunedì 5 agosto 2013

Viaggio in Austria - Mauthausen e Salisburgo

Lasciamo Vienna la mattina presto, dopo un'altra lauta colazione presso la stessa, fidatissima panetteria della mattina precedente. Un dettaglio che ho dimenticato di specificare è... il caffè. Lasciate ogni speranza di sorseggiare un caffè italiano, voi che andate oltre le Alpi: nel migliore dei casi, sarà un espresso così allungato da ricordare più una bevanda al vago gusto di caffè. In ogni caso, sborserete una cifra piuttosto alta. Ma non disperate, esistono un sacco di alternative!
Chiusa la parentesi gastronomica, la tappa prevista per il quarto giorno di viaggio (già il quarto giorno?! Mamma mia...) è piuttosto particolare. Abbiamo infatti deciso di visitare il campo di concentramento di Mauthausen, situato a circa due ore e mezza di automobile da Vienna, testimonianza di una delle più grandi e folli tragedie del Novecento. Personalmente, ritengo che sia un dovere di ciascuno di noi ricordare, conservare nella memoria questi fatti ed assicurarsi che rimangano nella mente. Lo sterminio operato dai nazisti è "solo" uno dei tanti crimini che insanguinano la nostra storia, troppo spesso "filtrata" in modo da lasciar cadere gli eventi scomodi negli spazi bianchi di un libro di storia. Tuttavia, per lo shock che ha provocato e che continua a provocare, è forse il più simbolico e rappresentativo, e per questo non possiamo permetterci di dimenticarlo. Almeno, questa è la mia opinione, questa è l'opinione condivisa dalla mia famiglia, ed è per questo che buona parte della giornata è stata dedicata a Mauthausen.
Questo campo fu costruito nel 1938, poco dopo l'annessione dell'Austria alla Germania, per lo sfruttamento delle cave di granito nelle vicinanze. Fu inizialmente utilizzato per i prigionieri politici, sfiancati dai lavori forzati e da un regime di terrore che aveva il preciso scopo di eliminarli fisicamente. In seguito ospitò, oltre ai deportati per motivi politici e religiosi, ebrei, zingari, omosessuali, prigionieri di guerra e criminali comuni. Divenne il centro amministrativo di un sistema di campi-satellite sparsi nel territorio austriaco, ed il luogo dove i prigionieri non più utili per il lavoro erano riportati a morire. Si calcola che qui siano passate quasi 200.000 persone, tra cui più di 8000 italiani.
La visita delle baracche dei prigionieri, del cimitero, del museo di oggetti personali e testimonianze, è un'esperienza forte. Il dolore è ancora nell'aria, pesante, soffocante, e le fotografie non nascondono nulla dell'orrore che è stato. Chi nega che questi crimini siano successi, o chi si prende gioco di essi, dovrebbe dirlo dopo aver visitato Mauthausen o un altro campo di concentramento. Altrimenti, è solo ipocrisia.
Scusate lo sfogo, tutto questo solo per dirvi che Mauthausen è stata una tappa importante della nostra vacanza attraverso l'Austria, e che consiglio a chiunque possa di visitarla, magari con un po' di preparazione prima.





In ogni caso, nel pomeriggio ripartiamo alla volta di Salisburgo. Ancora un paio d'ore di auto, ed eccoci alla città natale di Mozart, costruita intorno al fiume Salzach. Anche qui, per prima cosa ci sistemiamo all'hotel, un altro esponente della catena Meininger che abbiamo già avuto l'occasione di testare a Vienna. Rispetto al suo gemello nella capitale, questo presenta i vantaggi dell'aria condizionata e di un parcheggio, ma è più distante rispetto al centro della città, circa mezz'ora a piedi. Fatto che non ci impedisce, dopo una lunga doccia rinfrescante (dal momento che le temperature continuano ad aggirarsi su valori bollenti) ed un riposino per riprenderci dalla fatica, di sgranchirci le gambe con una lunga passeggiata.
L'addetta alla reception ci ha consigliato di recarci, per la cena, in Linzer Gasse, la via dei ristoranti e dei negozi, ma noi decidiamo invece di fermarci già lungo la Schallmooser Hauptstrasse, decisamente meno turistica, e di provare un ristorante la cui porta circondata di vegetazione si apre su un intrigante giardino.



 Si tratta di Kastner's Schenke, e mai scelta fu più adeguata. Se qualcuno di voi deve andare a Salisburgo, cari lettori, lasciate perdere quei ristoranti turistici con i loro menù strombazzati ed i tavoli strapieni. Qui, in questo angolo un po' appartato, potrete assaggiare l'autentica cucina austriaca, ottima carne e birra, in un ambiente tranquillo e rilassante. Il cameriere è stato gentilissimo e molto paziente. L'unica pecca è che i menu sono soltanto in tedesco, ma è stata l'occasione per costringere mia sorella a parlare ^_^
Al termine della lauta e soddisfacente cena, decidiamo di fare un giro per Salisburgo di notte: percorriamo la Linzer Gasse, notando con soddisfazione che tutti gli altri ristoranti offrono prezzi maggiori di quello che noi abbiamo scoperto per caso, attraversiamo il ponte sul fiume Salzach, ed eccoci nel centro della città. Il duomo, le ampie piazze, le strade chiuse da alti edifici, tutto assume un'aria magica nell'oscurità che si infittisce.



Artisti di strada si esibiscono per la gioia dei bambini, mentre tutta la città esce per godersi finalmente il fresco della sera e quattro turisti italiani si dirigono infine, stanchi e felici, verso l'hotel.
Quinto giorno, visita a Salisburgo! Presto su questo blog!

Clara


venerdì 2 agosto 2013

Viaggio in Austria - Vienna 2

Giunge finalmente su questo blog il terzo giorno della mia vacanza in Austria, all'insegna dell'arte, della storia e dell'esplorazione... ma anche del caldo torrido e dei dolci!
Dolci che, per inciso, gli austriaci sanno davvero fare. Per fortuna non abito lì, perché altrimenti, viste le dimensioni di certe paste, avrei già le vene intasate dagli zuccheri. Il super-gigante muffin al cioccolato che ho preso in una panetteria accanto al Donaukanal, dopo aver lasciato l'albergo di mattina presto, dimostra quanto poco la mia forza di volontà possa contro il potere oscuro del glucosio.
Dopodiché, scendiamo lungo la Franz-Joseph Kai, a poca distanza dal canale del Danubio, fino a raggiungere la Ruprechtskirke, la più antica chiesa di Vienna, avvolta d'edera come un angolo di fiaba. Da lì scendiamo in Fleischmarkt ed in un intrigante quartiere di pub e locali, purtroppo ad un'ora decisamente sbagliata per testarli, ma ugualmente variopinto e piacevole da vedere.



Raggiungiamo la chiesa greca di san Giorgio, e da lì quella greco-cattolica di Barbarakirche, che affaccia su Post gasse. Nello stesso luogo, anche la chiesa dei gesuiti e quella dei domenicani. 




Da lì, raggiungiamo Dominikaner Bastei e poi lo Stuben Ring, trafficata arteria stradale lungo la quale possiamo cogliere di sfuggita il museo delle arti applicate. 



Abbandoniamo subito il traffico per tuffarci nella quiete dello Stadt Park, all'ombra della sua lussureggiante vegetazione. Dopo una pausa contemplativa per consentire agli spruzzi d'acqua di lavare via un po' di caldo, attraversiamo questo parco, soffermandoci sulla statua dorata di Strauss e sullo scenografico Wienflussregulierung, lo sbocco del Wien, il corso d'acqua che attraversa il parco.




Uscendo dal parco percorriamo Lothringerstrasse, affiancata da un monumento a Beethoven e dal palazzo dei concerti, ed eccoci finalmente in Schwarzenberg Platz, con la sua grande fontana circolare ed il monumento a ricordo delle truppe sovietiche che occuparono la città nel 1945. Accanto, la facciata Art nouveau dell'ambasciata francese.



Proseguiamo lungo Prinz-Eugen-Straz, via di ambasciate e palazzi, fino all'ingresso del Belvedere superiore. Questo edificio, come il Belvedere inferiore che lo fronteggia, separato da un grande parco verdeggiante e ricco di giochi d'acqua, fu costruito come residenza del principe Eugenio di Savoia, quindi si può considerarlo un ritorno in patria ;)
Osserviamo lo scenografico ingresso d'onore, preceduto da una grande vasca, per poi aggirare l'edificio fino all'altra facciata, aperta sull'elegante, vasto giardino, con vasche ed aiuole, che lo separa dal Belvedere inferiore. Attraversiamo il giardino, ammirandone le statue e le decorazioni, ed usciamo infine sulla Renweg per tornare a Schwarzenberg-platz. Nel frattempo, naturalmente, scattiamo una marea di fotografie ed approfittiamo per l'ennesima volta degli spruzzi d'acqua per rinfrescarci... ma siamo in buona compagnia, tutti i turisti stanno facendo lo stesso ^_^








Da qui il nostro percorso procede verso Karlskirche, una delle maggiori chiese barocche di Vienna. Dopo una pausa per il pranzo in un locale di Ressel-Park, proseguiamo per la Secessione, l'edificio sede dell'omonimo movimento di avanguardia, di cui il più famoso esponente è senza dubbio Klimt.



Percorriamo infine Getreidemarkt, passando accanto all'Accademia di belle arti, e raggiungiamo Maria-Theresien-Platz, un elegante spazio verde tra il Museo di Storia naturale e quello di Storia dell'arte.
Entriamo in quest'ultimo e passiamo le successive tre ore ad ammirare la sua Gemaldegalerie, con quadri di grandi pittori italiani, spagnoli, olandesi, fiamminghi, tedeschi, la collezione di antichità, con la sezione egizia, quella romana e greca, quella orientale, e la galleria di arti applicate, luccicante degli ori che abbellivano tavole e stanze alla corte asburgica. (Foto: Canova, Teseo e il centauro; Raffaello, Madonna del prato; Arcimboldo, Inverno)





Al termine di questa maratona storico-artistica, cena a base di panini presi nelle vicinanze al Burggarten, di fronte al monumento di Mozart. Abbiamo anche la straordinaria fortuna di assistere, per puro caso, alla "passeggiata" dei cavalli lipizzani, i purosangue della Scuola spagnola allevati ed addestrati nelle scuderie della Hofburg.



Vediamo dall'esterno la mole dell'Albertina, ed il monumento per le vittime del fascismo e della seconda guerra mondiale realizzato lì vicino, poi torniamo in albergo per rinfrescarci rapidamente.
Verso le nove torniamo fuori e ci godiamo una piacevole passeggiata serale in una Vienna decisamente più fresca, avvolta nel fascino dell'oscurità e delle luci dei locali. Una città viva e vivace, in cui sono molto felice di essere passata.