martedì 28 luglio 2015

L'uomo nel labirinto

L'estate, si sa, è il momento migliore per dedicarsi alla lettura, che sia in spiaggia sotto l'ombrellone o al riparo a casa, all'ombra, di fronte al più potente ventilatore che possedete. La sottoscritta non fa eccezione, e quindi ho pensato... quale momento migliore per suggerire qualche libro che ho letto di recente e poi accantonato, presa da altri impegni?

Comunicazione di servizio: ricordiamo a chi si fosse perso gli ultimi post che Clara quest'estate si è laureata, e nonostante abbia usato la tesi come scusa per abbandonarci per due mesi, continua a dimostrare che in realtà stava solo sprecando tempo. Sentitevi liberi di insultarla.


Comunque, comincio con un libro decisamente particolare, che ho apprezzato davvero molto. Si tratta di "L'uomo nel labirinto", di Robert Silverberg, pubblicato nel 1968, e tradotto in italiano anche come "La città labirinto". L'autore, nato nel 1935, è il vincitore di diversi premi Hugo e Nebula, prolifico autore sia di genere fantasy che di fantascienza. Per interderci, il soggetto su cui si basa il film "L'uomo bicentenario", con il compianto Robin Williams, è scritto a quattro mani da lui e da Isaac Asimov, un altro gigante della fantascienza Il libro è classificato come fantascienza, ma chi si aspettasse da questa sua collocazione una lettura leggera e senza particolare valore culturale sarebbe destinato ad una sorpresa. Chiarisco, il libro può essere letto in questo modo, semplicemente come una bella storia originale, ricca di dialoghi, con retroscena svelati lentamente e personaggi affascinanti. Ma per i lettori con qualche conoscenza di letteratura greca, la lettura assume una pro.fondità completamente diversa. Vediamo se la quarta di copertina vi suggerisce qualcosa...


" Dick Muller è un uomo solo, la cui vita è stata stravolta da un incontro con gli alieni avvenuto durante uno sfortunato viaggio spaziale: la permanenza di un anno sul loro pianeta gli ha lasciato una strana malattia, l'impossibilità, fisica e morale, di sopportare quella che per lui dovrebbe essere la più "normale" delle presenze, quella degli altri uomini. Dotato di poteri telepatici che non può governare, incapace ormai di interagire con gli altri esseri umani, di trasmettere loro i propri sentimenti migliori, e troppo permeabile a quelli degli altri, la sua vicinanza mette i suoi simili a disagio, lo rende una presenza indesiderata, repellente, tanto da spingerlo a scegliere l'esilio sul pianeta disabitato di Lemnos, sede di un millenario labirinto, luogo ideale per tenersi lontano da tutti. Fino a quando la sua presenza sulla Terra diventa indispensabile per salvare l'umanità dal pericolo dell'estinzione; due vecchi compagni andranno così a riprenderlo, sfidando il labirinto e i suoi pericoli mortali, e lo stesso Muller, ancora memore delle antiche offese e in cerca di vendetta."
Un uomo abbandonato da tutti in un luogo deserto perché un suo problema spinge gli altri ad allontanarlo disgustati, fino a quando questi altri hanno bisogno di lui. Ed a riportarlo alla civiltà vanno altri due uomini, uno maturo, con una scaltrezza pratica e cinica maturata da anni di esperienza, l'altro un giovane ancora convinto, o forse illuso, dei propri ideali, e riluttante ad ingannare qualcuno a cui già sono stati fatti tanti torti...
Se vi servono ancora indizi, la tragedia su cui si basa questo romanzo è il Filottete di Sofocle, in cui l'omonimo eroe è  abbandonato dall'esercito greco sull'isola di Lemnos, durante il viaggio verso Troia, a causa di una ferita infetta dal fetore rivoltante. Dieci anni dopo, quando la guerra di Troia giunge ormai al termine, un oracolo rivela che l'arco di Filottete è indispensabile per far cadere la città assediata. A recuperare il guerriero o almeno la sua arma sono inviati l'astuto Odisseo e Neottolemo, giovane figlio di Achille, che è convinto dal guerriero più anziano a mentire a Filottete per guadagnare la sua fiducia. Alla fine della tragedia,  sarà l'intervento ex machina di Eracle a portare ad un lieto fine per i personaggi coinvolti.
Come altre tragedie che il mondo classico ci ha lasciato, immortali ed inesauribili nella loro molteplicità di significati ed interpretazioni, anche questa tocca temi sempre attuali: il contrasto tra individuo e società, la solitudine fisica ed esistenziale, la giustizia, la scelta tra la morale ed il bene comune, la difficile crescita di un giovane inesperto che vede i suoi ideali scontrarsi con il dovere. E Silverberg, con brillante inventiva, intreccia queste eterne problematiche con quelli che sono i temi classici della letteratura fantascientifica, la città di un altro mondo abbandonata ma ancora mortalmente pericolosa, le razze aliene, davvero aliene, incomprensibili a noi come noi lo siamo a loro, il potere psichico che è piuttosto una maledizione. E così, la hybris dell'eroe diventa quella dell'esploratore dello spazio, l'isola diventa il letale e meraviglioso pianeta Lemno, la guerra di Troia diventa la disperata necessità di fermare una specie così diversa che non si rende neppure conto che gli umani sono esseri senzienti quanto loro.
Filottete diventa Richard Muller, leggendario esploratore spaziale che nove anni prima, dopo una missione di primo contatto dalle conseguenze devastanti, si è autoesiliato sul pianeta Lemnos e, primo tra tutti coloro che hanno tentato, è riuscito a giungere al centro del suo quasi inespugnabile Labirinto. Odisseo diventa Charles Boardman, anziano diplomatico, vecchia conoscenza di Muller e, agli occhi di quest'ultimo, uno dei responsabili della sua condizione. E Neottolemo è il giovane Ned Rawlins, che sogna di esplorare lo spazio, proprio come l'uomo che stanno andando a cercare ha fatto tanti anni prima.
Nella contrapposizione e nel confronto tra questi tre personaggi, così diversi eppure così inestricabilmente collegati l'uno all'altro, si gioca questa storia, tra inganni e discussioni filosofiche, mentre contemporaneamente viene rivelato il retroscena che ha portato alla "malattia" ed all'esilio di Muller. Ma prima di arrivare al loro incontro e scontro, Boardman, Ned ed i loro compagni di viaggio devono attraversare il Labirinto, ultimo lascito di una civiltà scomparsa, ma ancora costellato di trappole mortali ed infestato di animali feroci, che hanno già mietuto tante vittime. La tensione del viaggio (altro tema eterno ed inesauribile) prepara quella del confronto che lo seguirà, in un susseguirsi di pericoli fantastici.
E quindi, "L'uomo nel labirinto" è un romanzo di fantascienza "atipico" (ma del resto, in un genere poliedrico e in continua mutazione quale la fantascienza, e soprattutto la fantascienza di quel periodo, non è facile definire il "tipico"), una tragedia greca intrecciata con un viaggio di formazione e lanciata nelle profondità dello spazio e narrata in uno stile affascinante, in molti tratti solenne come il modello su cui si basa, in altri onirico e surreale nelle descrizioni, graffiante e malinconico nelle sue valutazioni sull'umanità, incalzante ed inquietante nell'azione...
In definitiva, una storia per chi ama i classici greci e la fantascienza, per chi ama le storie costruite sui personaggi e sui dilemmi morali, ma con azione e luoghi fantastici a ravvivare la trama. Se vi riconoscete in qualcuno di questi punti... buona lettura!
A presto,

Clara


giovedì 23 luglio 2015

Girl genius

In questo post si contraddice quanto detto nel precedente, ossia che Clara è rimasta assente per fare la tesi, e si scopre la verità che la pseudo-blogger in questione tentava di insabbiare: avrebbe avuto tutto il tempo per scrivere i suoi patetici post, se non avesse iniziato a leggere altri webcomic in inglese, oltre a quelli che già segue.

Che rivelazione devastante! Nessuno lo avrebbe mai sospettato!

Sì, insomma, non è come se questa stessa scusa fosse stata ripetuta continuamente dall'apertura di questo blog ad ora.

Grazie per l'introduzione, ancora una volta. Ora, che ne pensate di lasciarmi parlare?

Se proprio dobbiamo...

Allora, come vi hanno già informato i miei riluttanti assistenti, il post di oggi tratta dell'ennesimo webcomic, ancora una volta in lingua inglese, che ho scoperto, apprezzato e deciso di condividere con chiunque passi di qui.

Verrà il giorno in cui Clara si deciderà a spiegarci perché legge sempre e solo cose in inglese...

... ma non è questo il giorno, altrimenti questo post non finisce più.


 Se abbiamo finito con le interruzioni, il webcomic in questione è Girl Genius, scritto da Phil e Kaja Foglio, e narra le avventure di Agatha, la "ragazza geniale" del titolo, in un mondo governato da scienziati pazzi (per un dato valore di governato). L'ambientazione è di influenza steampunk, anche se gli autori ci tengono a precisare che preferiscono gaslamp fantasy, visto che sebbene l'abbigliamento ed alcune delle tecnologie richiamino molto quelle tipiche del genere steampunk, altri elementi sono assenti o comunque interpretati in una chiave più leggera ed ironica.


http://www.girlgeniusonline.com/funextras/wallpapersandmore/wallpapers/sciencemac1.jpg

Nel mondo di Agatha, alcuni individui nascono con una caratteristica speciale: la capacità di creare macchinari o altre prodezze scientifiche che sfidano qualsiasi legge della fisica o del buonsenso, dagli immancabili robot dirigibili ai robot, a creature artificiali tipo mostro di Frankenstein, a modifiche sugli umani...insomma, il repertorio completo. Se è abbastanza folle, e potenzialmente letale, probabilmente qualcuno in questo mondo lo ha fatto. Questi geniali e quasi sempre instabili personaggi sono chiamati Sparks.
Agatha, d'altra parte, è considerata nulla più che un'imbranata assistente per l'università cittadina, piena di idee ma apparentemente incapace di costruire qualcosa di funzionante... almeno fino all'inizio della nostra storia, quando in rapida successione assiste all'apertura di una strana finestra nell'aria, viene derubata del medaglione con le uniche fotografie dei suoi genitori biologici, e scopre che nel laboratorio in cui lavora è appena arrivato in visita inaspettata il Barone che domina gran parte d'Europa.
Da questo momento in poi comincia un'avventura lunga ormai dodici libri e mezzo e che non sembra vicina alla fine, ricchissima di colpi di scena, rivelazioni inaspettate, e misteri che sembrano non avere mai fine... ma anche di umorismo esilarante, momenti drammatici meno numerosi ma che lasciano comunque il segno, e di scene d'azione di portata epica.




http://www.girlgeniusonline.com/fun/freestuff/desktops/Vol09_desktop/GGvol09_1600x1200.jpg


Vista la lunghezza, ed il fatto che le avventure di Agatha la portano (più o meno volontariamente da parte sua) in luoghi diversi, ci sono anche moltissimi personaggi, per la maggior parte ricorrenti. Gli autori sono riusciti a creare la non facile impressione di un mondo che si estende molto oltre l'avventura principale, con accenni ad altri luoghi ed ad altre storie, alcuni dei quali diventano molto importanti più avanti. Se vi chiedete come sia vivere in un villaggio comandato da uno scienziato pazzo, o dove trovino il materiale per lavorare, qui vi vengono date delle risposte. La maggior parte dei personaggi sono assai ben caratterizzati, ed anche quelli che non hanno più di una scena sono disegnati in modo originale ed individualizzato.
Per quanto riguarda la protagonista,  Agatha è assolutamente adorabile, ed anche quando scopre di essere molto più di quello che sembrava... sì, ve lo aspettavate già, vero? Comunque, non diventa immediatamente imbattibile ed infallibile. Continua a fare i suoi errori, a perdere la pazienza, ed a ritrovarsi in situazioni più grosse di lei. Al tempo stesso, dimostra un coraggio ed una determinazione incrollabili, una forte personalità ed una grande inventiva.
Anche gli altri personaggi sono ben delineati, ognuno con dei propri tratti peculiari che lo distinguono dagli altri. Da notare inoltre che non è facile distinguere dei "cattivi": insomma, ci sono dei personaggi che sono nemici della protagonista, ma non è una situazione bianco/nero, bensì assai più sfumata. Le diverse fazioni che compaiono nella storia hanno spesso motivi ed ideali anche in parte condivisibili dietro le loro azioni, mentre alcuni di coloro che aiutano Agatha hanno motivi nascosti più oscuri. Alleati diventano nemici e viceversa, in un capovolgersi di situazioni che non ha nulla da invidiare alla più intricata spy story.
Un altro punto degno di nota è che ci sono degli sviluppi sentimentali, che si traducono con il procedere della storia in una situazione piuttosto complicata di sentimenti più o meno ricambiati. Tuttavia la sotto-trama romantica non va a discapito della storia principale, ma anzi è ben integrata con il resto, ed è spesso trattata con brillante umorismo (a parte quando è trattata come un modo per strappare il cuore al lettore e farlo a pezzettini, ovvio).
Il ritmo della storia è generalmente molto incalzante, con un rapido susseguirsi di avvenimenti, concentrati in una serie di archi narrativi piuttosto lunghi. L'unico appunto è che in qualche caso gli archi sono anche troppo lunghi, con una catena apparentemente infinita di ostacoli e deviazioni dallo scopo principale. Per i lettori che arrivano in ritardo come me, e possono leggersi tutta la storia senza dover aspettare una settimana, non è un grosso problema, ma una volta che si è in pari l'attesa di sapere cosa succede ai nostri personaggi preferiti, o in un'altra delle linee narrative, diventa snervante. Comunque, visto che tutti i personaggi e le loro azioni, anche quando si svolgono separatamente, contribuiscono comunque alla trama principale, non è certo un grosso problema.
Dal momento che stiamo parlando di un fumetto, infine, qualche parola va obbligatoriamente spesa sullo stile. Si nota, come spesso accade nei webcomic, una certa evoluzione tra le prime pagine e le ultime, soprattutto nell'uso dei colori, che si arricchisce di sfumature, ombre e profondità. I personaggi, come dicevo già prima, sono tutti disegnati in modo individualizzato, ben riconoscibili. Personalmente ho l'impressione che a volte l'anatomia sia un po' sproporzionata, ma niente di esagerato. Particolare cura è dedicata all'abbigliamento dei personaggi, che in accordo con l'ambientazione è spesso di ispirazione vittoriana (compresa la biancheria!), ma con una serie di modifiche tendenti al fantastico o all'esotico. Ma i disegni migliori sono quelli dei personaggi non umani, dei macchinari e di alcune ambientazioni.


 


In definitiva, se vi piacciono lo stile steampunk e/o gli scienziati pazzi, non potete perdervi questo webcomic. Se cercate una storia d'avventura, azione e mistero che vi faccia anche morire dal ridere, in un'ambientazione originale, questo fa per voi. L'unico avviso è che è decisamente lungo, ed una volta iniziato è difficile smettere, quindi come al solito... leggete solo se avete un'intera giornata, o meglio anche di più, da perdere!

E non se state facendo la tesi, avete un blog da aggiornare e diecimila altre cose più importanti da fare. Vero, Clara?

Ehm... comunque, al solito, buona lettura! E se decidete di provarlo, poi ditemi la vostra opinione. A presto!


Clara

 

sabato 18 luglio 2015

Come arrivare alla laurea vivi e (forse) sani di mente - 1

Bene, pare che la nostra Clara si sia decisa a tornare nei paraggi... ma dal momento che si vergogna troppo, è stato unilateralmente (da parte sua) deciso che le spiegazioni per l'assenza le darò io, dopodiché la sottospecie di blogger vi ricorderà per quale motivo non vi mancava affatto con uno dei suoi cosiddetti "post di consigli", meglio noti come "post di errori che ho fatto e che voi potete evitare".

Non era esattamente questo il discorso che avevo in mente...

Taci tu, ti sto introducendo. Dove ero arrivata?

Devi spiegare perché Clara è sparita nel nulla. Ovvero, è stata rapita da un esercito di pinguini ninja.

Grazie, mio fedele assistente, grazie. Allora, pinguini ninja a parte, pare che Clara non si fosse resa conto che fare la tesi richiede, effettivamente, di scrivere una tesi. E questo individuo non è capace neanche di scrivere un post da venti righe senza distrarsi centoventi volte, quindi figuriamoci... nel frattempo, giusto per unire l'utile al dilettevole, il suo netbook, dopo averla caritatevolmente sopportata per anni, ha deciso che non ne poteva più e l'ha abbandonata. La sua tesi, per fortuna più che per previdenza, era al sicuro su Dropbox. I suoi racconti, fanfiction, diario segreto da mostrare come prova agli psichiatri quando sarà incarcerata e vorrà giocare la carta dell'infermità mentale, e tutto il resto hanno dovuto attendere un po' di più, ma grazie a gente più competente di lei sono stati a loro volta salvati. A quel punto, Clara è riuscita ad ottenere in prestito un netbook da uno dei suoi zii, che ringraziamo calorosamente...

Si accettano scommesse su quanto tempo durerà...

Ehi! Non sono così pessima!

Ho detto di tacere, ti sto introducendo. Stavo dicendo, dotata di un nuovo computer e di una rinnovata consapevolezza che luglio si avvicinava, Clara si è effettivamente e miracolosamente messa d'impegno a fare la tesi e, che ci crediate o no, l'ha pure finita.

E che ci crediate o no, non ci ha messo dentro neanche un riferimento a Doctor Who. Merita un premio solo per questo.

Premio che le sarà requisito subito per pagare tutti i danni morali e materiali arrecati alla mia dimora, alias la sua testa, durante la stesura della tesi.

Gente, secondo me questa introduzione sta andando avanti troppo a lungo. Posso per favore riprendere il controllo del MIO blog?

Beh, non te lo meriteresti...

E siamo sinceri, noi due siamo molto più simpatici e interessanti...

Ma per questa volta possiamo anche concedertelo, soprattutto perché abbiamo di meglio da fare.

Sì, dobbiamo rintracciare i pinguini ninja e chiedere loro se sono disposti a rapirti di nuovo.

Bene, allora... eccomi tornata! E come la Voce e Piccolo Troll vi hanno detto, la novità fondamentale è una: mi sono laureata qualche giorno fa, e sono ufficialmente una dottoressa.

Laurea triennale. Tanto devi comunque fare la specialistica.

Un po' di supporto sarebbe gradito, una volta ogni tanto.

 Ma io ti sto supportando, ricordandoti la dura realtà.

Comunque, stavo dicendo. È stato impegnativo, ma ce l'ho fatta, e durante tutto il lavoro di preparazione della tesi e di tutto quello che la accompagna, ho raggiunto alcune conclusioni, che mi avrebbero fatto risparmiare parecchio tempo se le avessi sapute all'inizio, e sentito storie di altri laureandi che mi hanno permesso di arrivare in fondo... quindi ho pensato di condividerle con tutti. Se per caso qualcuno deve fare la tesi e passa di qui, forse possono esservi utili!

Forse. Molto forse. Non ci assumiamo alcuna responsabilità, sappiatelo.

1) COMINCIATE PRESTO!

Okay, questo probabilmente è banale. Ma la tesi richiede tempo, ed è meglio prendersi con il dovuto anticipo, almeno per quanto riguarda la prima richiesta al professore. In primo luogo, i professori non possono seguire un numero illimitato di laureandi: aspettare troppo può significare sentirsi dire che il professore che hai scelto non può seguirti, e dover ripiegare su un'altra materia. Oppure può succedere che ci siano problemi burocratici o altri ostacoli insormontabili, e che quindi bisogni cambiare totalmente l'argomento dopo un mese o due. Se avete "giocato d'anticipo", anche se vi capitassero situazioni del genere, potrete comunque, dopo una congrua dose di imprecazioni ed insulti all'universo in generale ed all'università in particolare, laurearvi nella sessione prevista.

2)  NON SOTTOVALUTATE LA BUROCRAZIA

Ogni università funziona in modo diverso, ma una cosa, a quanto credo di aver capito, è più o meno comune a tutte. Per arrivare all'agognata laurea, dovrete compilare, online o in cartaceo, una serie di moduli, pagare la tassa (sì, non ne avete già pagato abbastanza, cosa pensavate?!), ottenere l'approvazione del relatore... e tutto entro precise date di scadenza. Nel mio caso, per fortuna, non ho avuto particolari problemi, ma ho letto in giro per Internet storie raccapriccianti, quindi il consiglio permane. Assicuratevi di sapere esattamente cosa dovete fare ed entro quando dovete farlo. Non avete fatto tutta questa fatica per poi farvi bloccare da una segreteria, vero?

3) SCEGLIETE  QUALCOSA CHE VI PIACCIA.

Questa può essere un'impresa più o meno facile a seconda della facoltà che state frequentando. Si tratta del primo passo, e non va dato per scontato... può sembrare stupido ricordarlo, ma scegliete qualcosa che vi interessi! O almeno che non vi faccia completamente schifo... Dovrete passare parecchio tempo immersi in questo lavoro, e sarà più facile farlo senza odiare ogni singola pagina. Senza contare la soddisfazione personale. In tanti mi hanno detto (e vi diranno) che alla fine la laurea triennale conta poco, che quello che importa è la specialistica, che non vale la pena di investire troppo su una "tesina" che leggerà solo il relatore... ma sapete una cosa? Non lo state facendo per il relatore. Non lo state facendo per qualcun altro. Lo state facendo per voi stessi. La tesi serve a voi prima di tutto, per rendervi conto di quanto siate cresciuti all'università, per mettere alla prova le vostre capacità di ricerca, per produrre un lavoro che sia vostro. Non sprecate l'occasione. Cercate qualcosa che vi appassioni, o qualcosa a cui potete appassionarvi andando avanti... quando guarderete indietro, al percorso che avete fatto, alla tesi che avete scritto, la soddisfazione sarà assai maggiore. Detto questo, però...

4) SCEGLIETE QUALCOSA DI FATTIBILE

Soprattutto per la laurea triennale, non andate ad invischiarvi in progetti infiniti. La vostra tesi non deve per forza rivoluzionare il vostro ambito di studi. Insomma, se siete dei geni e riuscite a farlo meglio per voi, ma c'è quel piccolo dettaglio che si chiama tempo. Ovvero, per il bene delle vostre tasche o di quelle dei vostri genitori, meglio non metterci anni a fare una tesi di laurea. Inoltre, purtroppo è vero: a parte alcuni casi fortunati, saranno pochi a leggere il vostro lavoro. Meglio fare un lavoro più semplice, meno radicalmente innovativo, ma ben curato e solido, e tenere la Grande Idea per una laurea specialistica, o magari un dottorato.

5) IL RELATORE È DETERMINANTE

Okay, avete trovato qualcosa che vi piaccia e che siete ragionevolmente certi di poter concludere prima di un'era geologica... oppure no? In ogni caso, bisogna pensare ad un'altra cosa. Vi serve un relatore che vi segua. E qui cominciano (o continuano) gli inghippi, perché noi studenti universitari sappiamo benissimo che i nostri professori sono come le gelatine "Tutti i gusti più uno" di Harry Potter: ce ne sono di tutti i tipi, alcuni li ami, di altri faresti a meno, e non puoi mai essere sicuro al cento per cento di cosa ti capiterà con loro.
Come regola generale, si sceglie una materia di cui si è dato (o, se avete deciso di giocare d'anticipo, si intende dare) l'esame, e questo permette anche di sapere già qualcosa del professore in questione. Che il professore sappia o meno qualcosa di voi dipende da quanti studenti ci sono nel vostro corso, e da come vi siete comportati alle lezioni o all'esame. In ogni caso, non avergli dato motivi per odiarvi è una buona partenza.
A quello che già sapete, aggiungete informazioni raccolte tramite attenta investigazione presso gli altri studenti, i gruppi su Facebook o i forum dell'università. Il professore a cui puntate è affidabile? Segue i suoi laureandi di persona, o li affida agli assistenti? In questo caso, come sono gli assistenti? Ci sono terrificanti racconti di tesi cambiate dieci volte e mail rimaste per settimane senza risposta, o confortanti rassicurazioni che sarete accompagnati fino alla laurea senza troppi problemi? Valutate bene quello che vi viene detto in proposito, e decidete. Se siete decisi su quella materia, può valere la pena di insistere anche con un professore "difficile", basta essere preparati. Anzi, forse la soddisfazione potrebbe essere anche maggiore!
Se poi avete scelto il relatore prima dell'argomento, ricordate che ogni professore ha degli ambiti di ricerca preferiti. Andate sulla sua pagina sul sito dell'università, scovate un elenco delle sue pubblicazioni più recenti. Potreste trovare un tema che vi interessa, ed in ogni caso sarà molto più facile che accetti la vostra proposta se è qualcosa su cui lavora già.
In ogni caso, è il momento di...

6) PARLARE CON IL (POSSIBILE) RELATORE

Personalmente, penso che questo sia uno di quei punti in cui bisogna puntare sul giusto mezzo. Meglio non arrivare al colloquio senza la minima idea di cosa fare, ma al tempo stesso non presentatevi convinti al cento per cento di quello che volete fare. La cosa migliore è avere due o tre idee, ed essere aperti ai suggerimenti. Ricordate che (si spera) c'è un motivo per cui lui/lei è il professore. Studia quell'ambito da anni, sa (ancora una volta, si spera) come stanno procedendo gli studi, e che materiale esiste. Se il professore vi dice che su un dato argomento è già stato scritto tutto, che un altro richiederebbe troppo tempo, o che non c'è abbastanza materiale per fare una tesi su altro, pensateci due volte prima di insistere. E se il professore vi propone qualcosa a cui non avete pensato, non escludetelo. Magari, se non siete convinti, chiedete qualche giorno, fate un po' di ricerca... potreste rendervi conto che ne vale la pena.

A Clara è successo proprio così. Argomento che non aveva neppure sfiorato con il pensiero, e poi non ha smesso di parlarne tutta eccitata per un mese. Ma sappiamo tutti che Clara ha la tendenza a sviluppare facilmente ossessioni, vero?

Grazie mille, ero convinta di stare facendo un discorso serio qui.

Ah, quindi soffri ancora di allucinazioni? Va bene, meglio assecondarti... continua il "discorso serio".

Comunque, difficilmente uscirete con una tesi perfettamente definita dal primo colloquio. Più probabilmente, avrete un argomento, e se vi è andata bene dritte su come iniziare a cercare materiale per definirlo meglio. A questo punto comincia la parte in cui dovete impegnarvi di più:

7) INIZIARE LA RICERCA

Su come fare ricerche per la tesi (in particolare per una tesi in materie umanistiche, ossia la mia... laureandi in materie scientifiche, mi dispiace di avervi illuso) ci sono mille e più metodi, e penso che sia meglio parlarne in un altro post. Qui inserisco solo qualche dritta, tanto per cominciare:
- Gente, siamo nel XXI secolo. Questo è il tempo di Internet, e del tutto a portata di mano. Quindi, per quanto possa sembrare banale, cercare il vostro argomento su Google può essere un buon inizio per farvi un'idea. Anche una voce su Wikipedia può contenere nelle fonti un'indicazione bibliografica utile, da poi cercare in biblioteca. Per non parlare del fatto che esistono moltissimi siti dedicati proprio alla condivisione di ricerche e articoli, a cominciare dall'utilissimo academia.edu. Se non ci sono risultati che vi convincano, provate a cambiare i termini di ricerca, a cercare in inglese, o, a seconda del vostro campo di studi, in altre lingue. Ovviamente, cercate di distinguere tra siti affidabili ed altri che faranno ridere il relatore.

Se non state facendo una tesi sulle turbe psicologiche di una blogger per finta, questo conta come sito inaffidabile. Giusto per chiarire.

- La mia università, e probabilmente anche le vostre, hanno spesso "abbonamenti" a database online, riviste digitali, o altri servizi del genere, molto comodi per un povero studente. Si possono usare dai computer dell'università, o direttamente dai vostri. Informatevi su cosa avete a disposizione, spulciate il sito ed i suoi servizi bibliotecari.
- Infine, ultimo ma non ultimo, c'è quella fantastica, meravigliosa ed insostituibile istituzione che si chiama biblioteca.  Le biblioteche universitarie sono una miniera di risorse potenzialmente inesauribile per le vostre ricerche. Potete iniziare con qualche titolo recuperato tramite le vostre ricerche su Internet, ed ampliare da lì... verso l'infinito ed oltre!
NOTA BENE: Segnatevi sempre e comunque da dove avete preso un'informazione. Nella stesura della tesi vera e propria, dovete saper annotare esattamente chi ha detto cosa, quale teoria è scritta dove. Segnatevi estremi bibliografici e numero di pagina, salvatevi i link, magari appuntatevi qualche parola chiave su ogni fonte consultata. È una grande rottura di cosiddette, ma più tardi vi salverà ore ed ore di lavoro.

NOTA BENE 2: la prima fase di ricerca non può, in effetti, procedere verso l'infinito. Ricordate, per ora vi state facendo un'idea dell'argomento e di cosa, effettivamente, volete e potete dire su di esso. Ponetevi dei limiti, assicuratevi di sapere quello che c'è da sapere, ma ci sarà tempo per ampliare il lavoro.

Un buon modo per tenere sotto controllo questa prima fase, una volta assicuratisi che l'argomento funziona, è finalizzarla alla produzione di un indice (che poi è quello che vogliono molti professori...). Una "scaletta" su quelli che possono essere i punti-chiave del vostro lavoro è la cosa migliore da presentare al prossimo colloquio con l'ormai assicurato (si spera) relatore. Potrebbe suggerirvi modifiche o stravolgerla, ma sarete già sulla strada del successo.
Oppure potreste anche rendervi conto che dopotutto quell'argomento non vi interessa, o che non c'è nulla di nuovo da dire. Se il vostro relatore non è un dittatore assetato di sangue, potete dirglielo senza problemi, magari confezionando il discorso con qualche giro di parole. Siete ancora all'inizio, avete il tempo di cambiare direzione. Magari durante queste ricerche avete già intravisto una nuova possibilità, o forse avevate quell'idea di riserva... in tal caso, tornate indietro e non preoccupatevi. Ribadisco, meglio cambiare direzione finché siete ancora all'inizio, piuttosto che rendervene conto troppo tardi.
Chiaritevi le idee. Parlate con il relatore, o con l'assistente, o con chiunque vi stia seguendo, per assicurarvi di essere sulla buona strada. Raccogliete le informazioni che avete raccolto in questa prima fase. Fate un respiro profondo...
...
...
... e vi conviene cominciare a lavorare, perché se aspettate il prossimo post di Clara su come fare ricerche, vi laureerete tra dieci anni.

Grazie mille per il contributo.

Sai benissimo che ha ragione.


Comunque, negli ultimi due mesi ho accumulato parecchio materiale da recensire o di cui scrivere, quindi credo che leggerete nuovi post abbastanza presto. Arrivederci a tutti!



Clara