venerdì 30 maggio 2014

Ferrara, tra Rinascimento e Fauves

Dopo una lunga e del tutto immotivata assenza, torno al mio blog proponendovi una mostra affascinante, aperta fino a metà giugno a Ferrara. "Matisse: La figura - La forza della linea, l'emozione del colore".



La mostra si svolge nella prestigiosa cornice di Palazzo Diamanti, celebre edificio rinascimentale, progettato da Biagio Rossetti dal 1493 per Sigismondo d'Este, e così chiamato per bugnato esterno, che ricorda appunto uno scrigno di candide gemme.



All'interno, si snoda un percorso che riassume le tappe fondamentali della biografia e dell'evoluzione artistica di Henri Matisse, nato a Cateau-Cambresis nel 1869 e morto a Nizza nel 1954, esponente di spicco della corrente dei Fauves. Non solo quadri, ma anche sculture in bronzo, xilografie, schizzi e carboncini, forse non tra i più conosciuti di questo artista ma indubbiamente significativi per comprenderne lo sviluppo, dai primi esperimenti con il colore, al periodo di ispirazione esotica orientaleggiante, ai disegni realizzati quando era ormai anziano ed immobilizzato. E' presente anche un video di un balletto musicato da Stravinsky, per cui Matisse realizzò la scenografia ed i costumi, così come un documentario dell'epoca in cui si vede l'artista dipingere e si può ammirare in breve la sicurezza del suo tratto. Naturalmente, le opere d'arte sono accompagnate anche da una serie di pannelli di spiegazione che, in modo molto comprensibile ed esauriente, permettono a chiunque di comprendere quello che sta vedendo.





Se vivete o passate nei paraggi, vale decisamente la pena di spendere qualche ora tra questi capolavori ed opere meno note. Parlando di spendere, il biglietto intero costa 11 euro, quello ridotto 9, e personalmente non mi sono pentita della spesa.
E già che ci siete, perché non approfittarne per fare un giro per la splendida Ferrara? La città ha molto da offrire, come ad esempio la stupenda Sala dei Mesi di palazzo Schifanoia. L'edificio purtroppo è per la maggior parte chiuso al pubblico, in seguito al terremoto del 2012, e solo la sala dei Mesi e quella delle Virtù sono visitabili. Eretto dal 1385, ed ampliato dal 1470 sotto Borso d'Este, era una dimora destinata allo svago, come suggerisce appunto anche il nome: schifare, cioè allontanare, la noia. Gli affreschi del ciclo dei Mesi furono realizzati da vari artisti appunto intorno al 1470, e benché ne rimanga intatta solo una porzione, costituiscono ancora un grande esempio di arte rinascimentale. Segni zodiacali e trionfi di divinità classiche, ma anche scene di gusto più squisitamente contemporaneo ai committenti, come le frequenti raffigurazioni dello stesso Borso d'Este.



E queste sono solo due delle piccole perle che Ferrara ha da offrire. Presto arriverà un altro post, dal momento che nella giornata che ho trascorso in giro per la città, poco tempo fa, ho visto decisamente troppe cose interessanti per condensarle in un post unico. Conventi e musei, mura e castelli... presto arriveranno anche questi, ma nell'attesa, buonanotte a tutti!

Clara


venerdì 23 maggio 2014

Signori Bambini



Oggi voglio proporvi un altro libro di Daniel Pennac, di cui ho già suggerito "Il paradiso degli orchi", inizio della splendida saga della famiglia Malaussene. Stavolta invece lasciamo da parte la variopinta tribù, per passare ad un libro a sé stante: appunto "Signori Bambini".
"Una mattina ti svegli e ti accorgi di essere diventato adulto. Vai in camera dei tuoi genitori e scopri che sono tornati bambini. Racconta il seguito". Questa la consegna del tema che il temibile professor Craistang, odiato da tutti i suoi studenti, assegna a tre alunni come punizione per un disegno satirico che lo ritrae. Ma quello che doveva essere soltanto un compito per casa accade nella realtà: i ragazzi si ritrovano improvvisamente adulti, ed i loro genitori tornano alla beata innocenza (o forse no?) dell'infanzia. Ora tocca a Joseph, Igor e Nourdine trovare una soluzione. Ma non sono ammessi alieni, fate o "è stato tutto un sogno", perché, come insiste il professor Craistang... "Immaginazione non significa menzogna".
Ancora una volta, Pennac conferma la sua capacità di creare personaggi ai limiti del surreale. La voce narrante della storia, non a caso, è il padre di Igor, che però è morto da anni per una trasfusione sbagliata e parla a noi ed al figlio da un piccolo cimitero... e non crede, rigorosamente, ai fantasmi, anche se questo non gli impedisce di approfittare della sua posizione privilegiata ed ultraterrena per conversare con il figlio e con i lettori, un po' poeta, un po' comico ed un po' filosofo. E poi c'è il professor Craistang stesso, che appare come un'antagonista fatto e finito agli occhi dei suoi esasperati studenti, ma che sotto l'acidità nasconde un proprio dramma, quello di un'infanzia mai vissuta e disperatamente cercata. C'è la madre di Igor che ancora non si è ripresa dalla morte del marito, e passa da un uomo all'altro nella speranza di trovare quello giusto. C'è la famiglia di Nourdine, francese "di seconda generazione" il cui padre ha smesso di parlare per esprimersi solo con splendidi dipinti, mentre la sorella Rachida se ne sta trincerata dietro il suo lavoro. I genitori di Joseph sono la famiglia più funzionale delle tre, una coppia affiatata e normale, ma non per questo meno interessante. Intorno ai personaggi principali si muove poi il mondo a cui Pennac ci ha abituato nella saga dei Malaussene, quello caotico, multietnico, divertente e satirico di una Parigi moderna e vitale, con una via di prostitute dal cuore grande, poliziotti ed insegnanti, giovani e vecchi.
Per quanto riguarda lo stile, è sempre Pennac. Quindi, una prosa scoppiettante e leggera, che passa dal tono comico a quello sentimentale, che non ha paura di piroettare tra le estremità della lingua, alternando passaggi di sapore aulico a termini dal sapore quotidiano o volgare. Il linguaggio riflette la trama: parole da ragazzi nelle loro bocche diventate improvvisamente adulte, parole adulte sulle labbra innocenti dei genitori bambini, frasi filosofiche e poetiche, e poi momenti di un autentico vortice lessicale e grammaticale per descrivere le loro trasformazioni o la loro confusione.
Pennac inserisce le consuete stoccate satiriche al nostro mondo, in particolare, in questo caso, ai meccanismi del successo e del risultato che negano l'infanzia, creando adulti aridi e tristi. Ma la satira rimane leggera, vagamente fiabesca, e si fonde con la comicità. Il tutto con il ritmo scoppiettante di un'avventura ricca di colpi di scena e di imprevisti, fino ad arrivare, proprio come in una vera fiaba, ad un dolcissimo lieto fine.
Se non lo avete ancora letto, vi suggerisco di farlo, perché questo libro prende la realtà della vita quotidiana, della scuola, dell'infanzia e delle famiglie, ed inietta in esso una dose di fantastico. Ed ammettiamolo, se non vogliamo diventare dei Craistang, a tutti noi serve un po' di fantastico nella vita.


Clara


lunedì 19 maggio 2014

Roommates e Girls Next Door

Eccomi di ritorno con l'ennesima recensione, con grande gioia di chiunque sia qui per sentir parlare di webcomic in inglese e cross-over improbabili.

Uhm... intendi, con grande gioia di te stessa?

Ovviamente, visto che questo genere di recensione è la scusa per sprecare ore a rileggere quello di cui sto scrivendo. In ogni caso, l'argomento del giorno è appunto un webcomic, anzi due, entrambi in corso su DeviantArt da qualche anno, ispirati l'uno all'altro e più o meno collegati a livello di personaggi e trama, che mettono insieme in uno stesso condominio personaggi di film e musical noti e meno noti, che tra protagonisti e comparse mettono in
"Roommates", il primo a cominciare, opera di AsheRhyder, inizia con l'incontro tra due personaggi che si ritrovano costretti a condividere lo stesso appartamento. Ma se uno dei due è un certo Fantasma dell'Opera che ha lasciato Parigi dopo disavventure ormai famose, e se l'altro è un Re dei Goblin annoiato dal proprio regno nel Labirinto, la convivenza si preannuncia burrascosa. Insomma, le primissime vignette sono un cross-over tra "Il fantasma dell'opera", musical che non ha bisogno di presentazioni, e "Labyrinth", film fantasy del 1986 diventato un cult soprattutto grazie alla presenza scenica di David Bowie. Fino a qui ci siamo?
Bene, perché entro poche vignette il cast si amplia con l'ingresso dei vicini di casa: James Norrington di "Pirati dei Caraibi" e l'ispettore Javert de "I miserabili". E, giusto per migliorare la situazione, ecco che dall'appartamento al piano di sopra arrivano due facce familiari: Sarah (Labyrinth) e Christine (Il fantasma dell'opera), comprensibilmente irritate dal trovarsi come vicini di casa i rispettivi ex-stalker psicopatici.
E più o meno da questo punto prende l'avvio anche il secondo webcomic, "Girls Next Door" di Pika-La-Cinyque, che è ambientato nello stesso universo ma raccontato appunto dal punto di vista delle ragazze della porta accanto, Sarah e Christine, e che ha scarse connessioni con l'altro a livello di trama.
Questo è solo l'inizio di due lunghissime storie parallele, con un cast in continuo ampliamento tra personaggi ricorrenti e comparse, con i cast dei film di provenienza dei quattro protagonisti e delle due protagoniste, ma anche con decine di altri film e libri tra cui c'è solo l'imbarazzo della scelta. Credo che il momento in cui mi sono definitivamente innamorata della serie sia stata la comparsa di Aziraphale e Crowley di "Buona apocalisse a tutti", che avevo recensito qui quando questo blog era appena nato.

Oh, la mia prima comparsa... quanti ricordi!

Io non c'ero ancora.

Altri inquilini famosi includono Sweeney Todd e Legolas, mentre alla locale università troviamo come insegnante Indiana Jones, ed all'infermeria, almeno in un'occasione, il Dottore più famoso di tutti.

Andiamo, sapevamo tutti che ci sarebbe stato. L'ossessione di Clara per Doctor Who è diventata così ovvia che non ci faccio neanche più battute.

E poi Harry Potter e Le cronache di Narnia, il Mago di Oz ed Inception, Zombieland e Sherlock Holmes, Mondo Disco e Sandman... riferimenti famosi ed altri oscuri, tutti intessuti lì e pronti ad essere colti dai lettori che conoscono quelle serie, o a dare nuove ispirazioni agli altri. Io ho scoperto varie cose interessanti grazie a questi due gioiellini, ma ne parlerò un'altra volta.
Per quanto riguarda lo stile di disegno, si nota una notevole evoluzione dalle prime pagine alle più recenti, in entrambi i fumetti. Lo stile di Asherhyder si fa più epico e serio, adattandosi anche alla piega più complessa presa dalla trama di Roommates, che negli archi narrativi successivi ai primi diventa sempre meno comico, anche se non mancano i momenti di umorismo, e sempre più avventuroso, epico e mozzafiato, fino a momenti di pura tragedia. Ehi, alcuni dei personaggi non vengono esattamente da fiabe per bambini dopotutto... e non erano esattamente gli eroi di quelle storie.




Rimane più simile allo stile iniziale Girls Next Door", mantenendo una connotazione più comica che si riflette anche sul disegno più "puccioso" dei personaggi, anche se in alcune pagine il passaggio all'uso del colore ha segnato nuovi livelli di splendore grafico. Anche se alcune avventure virano su un'azione più movimentata, il tono rimane sempre leggero e quasi ogni pagina ha il suo momento comico. Ecco un paio di assaggi per farvi un'idea:




In generale, si tratta di due serie imperdibili se avete apprezzato tutte e quattro le storie principali a cui si fa riferimento (Labyrinth, Pirati dei Caraibi, una delle edizioni del Fantasma dell'Opera e dei Miserabili. Se ne avete apprezzato solo una ma conoscete comunque qualcosa delle altre, date un'occhiata, potreste appassionarvi. Ad esempio io sono una fan di Labyrinth e Pirati dei Caraibi, ma conoscevo solo in generale gli altri due, ed ora grazie a questi fumetti li ho decisamente riscoperti.
Se decidete di fare un tentativo con Roommates, potrebbe esservi d'aiuto questa pagina di TvTropes per destreggiarvi tra i vari archi narrativi e rintracciare i diversi episodi senza dover diventare matti. Ma attenti... è TvTropes. Entrate in quel sito a rischio e pericolo di ritrovarvi distratti per ore ed ore, ed incapaci di fermarvi.
Allora, cosa ne pensate? Come vi sono sembrati, e quale è il vostro preferito?
A presto,

Clara


sabato 17 maggio 2014

Questa notte, tutti al museo!



Finalmente riesco a tornare a questo mio povero blog trascurato, e per prima cosa, chiedo scusa per la sparizione dei giorni scorsi. Cercherò di rimediare con qualche contenuto interessante.

Non preoccuparti, ci siamo tutti abituati. Non ai contenuti interessanti, intendo, alle sparizioni.

Io stavo chiedendo scusa ai lettori.

Infatti ci sono abituati anche loro.

Comunque, concludendo il siparietto, passo ad un argomento più serio. In realtà ero partita con l'idea di scrivere una recensione, ma poi ho pensato che fosse più utile ricordare che giorno è oggi.

Sabato 17 maggio. Pensavo che questo fosse un blog, non un calendario.

In realtà stavo facendo un lungo giro di parole per ricordare a tutti che questa sera, in moltissime città d'Italia, c'è la Notte dei Musei. E non solo in Italia, dal momento che si tratta di un'iniziativa europea. Musei, pinacoteche, mostre, palazzi e luoghi d'arte, quindi, tutti aperti con orario straordinario e, in molti casi, ad ingresso gratuito. Un'occasione imperdibile per chiunque sia appassionato d'arte, ma anche per tutti coloro che vogliono semplicemente conoscere meglio le bellezze del luogo in cui vivono o, perché no, dei luoghi vicini. Questa mappa vi toglie ogni scusa: in qualunque luogo d'Italia viviate, c'è di sicuro almeno un'iniziativa che potete raggiungere. Se poi state in una grande città come Roma o nei dintorni, avete solo l'imbarazzo della scelta.
Lo so, lo so, mi sono presa in ritardo. Con la mia consueta previdenza, vi sto rifilando questo post a poche ore dalla manifestazione, quando quasi tutti hanno già preparato i propri programmi per il sabato sera. Ma non è ancora troppo tardi, e per qualche indeciso potrebbe essere interessante la possibilità di trascorrere una serata diversa, all'insegna di quella Bellezza che la cultura italiana ha da offrire, ma che troppo spesso rimane nascosta soprattutto a chi vive più vicino. Biglietti troppo costosi, orari e giorni d'apertura, assenza completa o quasi di ogni pubblicità dell'esistenza di realtà "casalinghe" ma non per questo meno interessanti... sono molti gli ostacoli che stasera vengono a cadere. Una rapida ricerca sul sito www.lanottedeimusei.it vi darà subito le mete più raggiungibili, oppure semplicemente quelle che più vi interessano, se avete l'occasione di spostarvi. Dai musei archeologici alle pinacoteche, ai musei delle arti e dei mestieri, ai monumenti, c'è abbastanza varietà per stuzzicare tutti i gusti. Anche se non siete appassionati di arte, potreste ugualmente passare una serata interessante, scoprire nuove cose, e guardare con occhi diversi quella città che vi scorre davanti ogni giorno.
Nel mio piccolo, salute permettendo, farò un giretto in direzione di Vicenza, che per l'occasione apre gratuitamente al pubblico la Pinacoteca Civica, il Museo Naturalistico Archeologico, il Museo del Risorgimento, ma anche le Gallerie di Palazzo Leoni Montanari, il Museo Diocesano, il Museo del Seminario Vescovile, e la terrazza superiore dell'elegante Basilica Palladiana. Devo ancora decidere cosa di preciso visitare, o rivisitare, ma c'è ancora qualche ora...
E voi, che fate di bello stasera? ;-)


Clara


domenica 11 maggio 2014

La compagnia dei Celestini

Questa volta, torniamo a parlare di libri.

Era ora, la sezione stava facendo così tante ragnatele che Piccolo Troll ha unilateralmente deciso di aprire un allevamento di ragni giganti. Pare che siano tornati di moda da quando è uscito "Lo Hobbit".

Ehi, non è che io non legga!

Lo so, lo so, è solo che ti riesce difficile fare recensioni di libri, visto che arrivi in ritardo di qualche anno o decennio a leggerli e ti rendi conto che diecimila persone li hanno già commentati mille volte meglio di quanto tu possa mai fare. Così, dopo aver fissato la pagina per qualche minuto, decidi che non ne vale la pena.

Oppure te ne dimentichi direttamente, visto che hai letto in piedi in una stazione e quando che arrivi a casa sei troppo stanca per fare qualsiasi cosa.

Ci sono anche quei casi in cui non sai decidere che libro recensire e non ne recensisci nessuno, ovvio.

Secondo me la cosa migliore è dire che hai scritto le recensioni ma sono state divorate da un piranha dell'aria.

Nah, non ci crederebbe nessuno. Neanche un piranha dell'aria si avvicinerebbe a quello che scrive lei.

Va bene, avete fatto il siparietto comico della giornata. Ora, per favore, posso scrivere la mia recensione?

No, mandi in crisi i miei piani di allevamento dei ragni giganti.

In effetti, è meglio che tu scriva. Non ci servono ragni giganti, è già stato abbastanza difficile liberarci dei coniglietti pasquali.

Coniglietti pasquali, ragni giganti, piranha dell'aria, prima erano criceti zombie... lasciamo perdere, non voglio sapere cosa succede in questo blog quando non sono qui a controllare.

Così impari a scrivere meglio.

 Torniamo al libro di oggi, che, come di consueto, è uscito ormai da parecchi anni, ma che ho recentemente ripreso in mano. "La compagnia dei Celestini" è un romanzo di Stefano Benni, uscito nel 1992, e forse a qualcuno il titolo suonerà familiare per una serie di cartoni animati... avete presente? Bene, dimenticatevela. Nomi di alcuni personaggi e titolo sono le uniche somiglianze che troverete. A differenza dei cartoni, questo non è un libro per bambini, come già ci si può aspettare dal nome dell'autore, di cui ho già recensito "Elianto".
Ecco, "La compagnia dei Celestini" è piuttosto simile. La stessa atmosfera surreale carica di elementi fantastici, la stessa comicità sopra le righe, la stessa satira neanche lontanamente velata alla nostra realtà, in particolare a quella italiana, la stessa straripante e geniale capacità di reinventare lessico e grammatica. Quindi se avete letto Elianto e lo avete apprezzato, questo suo "fratello" non può mancarvi... e viceversa, ovviamente.
Per quanto riguarda la trama, ecco a voi la sinossi:

"Un'oscura e crudele profezia che appare sui muri, scritta da una mano invisibile, incombe sulla ricca e corrotta terra di Gladonia. Anno 1990 e rotti: Memorino, Lucifero a Alì, gli spiriti più ribelli dell'orfanotrofio dei Celestini, fuggono per poter rappresentare Gladonia al Campionato Mondiale di Pallastrada, organizzato dal Grande Bastardo in persona, protettore degli orfani di tutto il mondo. Al loro inseguimento si lanciano Don Biffero, il priore Zopilote dal segreto diabolico, e Don Bracco, il segugio di orfani, nonché il celebre e cinico giornalista Fimicoli con il fedele scudiero-fotografo Rosalino. Nella fuga e nell'inseguimento si incontrano, si perdono e si ritrovano personaggi straordinari, i nove pittori pazzi Pelicorti, la bionda e misteriosa Celeste, i magici gemelli campioni da pallastrada, il re dei famburger Barbablù, il meccanico Finezza, il professor Eraclitus, l'Egoarca Mussolardi, l'uomo più ricco e fetente di Gladonia, e le numerose squadre di pallastrada provenienti da tutto il mondo, leoni africani, sciamani, pivetes e volpette lapponi. Ma dopo l'ultimo scontro tra Celesti e Diavoli la profezia del palazzo..."

Da queste poche righe, potete già cogliere un assaggio della varietà di personaggi affascinanti che affollano queste pagine, pronti a trascinarvi nelle loro avventure. E' praticamente un romanzo corale, che segue diverse linee narrative, alcune più evidentemente legate le une alle altre, una diversa e vagamente simbolica, che troverà il suo collegamento solo nel finale. Gladonia è un paese immaginario, ma non sarà difficile riconoscere in esso tratti molto vicini a noi: ad esempio, una crisi economica che rende i ricchi sempre più ricchi ed affossa il resto della popolazione nella povertà. Oppure, giornalisti a caccia di scoop pronti a passare sopra a tutto il resto. In questo mondo devastato, che esagera in chiave satirica ed umoristica le caratteristiche negative della realtà e le avvolge di un'atmosfera quasi surreale, si salvano i bambini. Ultimi innocenti depositari della libertà di pensiero, azione ed immaginazione rappresentata proprio dallo sport della pallastrada, impietosi osservatori del mondo in cui sono immersi, di certo non ingenui e neppure innocui, ed in effetti neppure tutti così "buoni". Come sempre parlando di Benni, niente si può dare per scontato.
Ecco, forse bisogna specificare che anche se i protagonisti sono bambini, questo, come a sua volta Elianto, non è un libro per bambini. Troverete volgarità, violenza, riferimenti a temi delicati e, soprattutto verso il finale, pura tragedia... ammetto che alla morte di un certo personaggio (non dico chi altrimenti rischio il linciaggio per spoiler) avevo gli occhi lucidi.

Questo è perché sei troppo sentimentale.

Comunque, il punto è che questo romanzo è l'equivalente letterario delle montagne russe. Dialoghi esilaranti si alternano ad inseguimenti degni di un film d'azione, momenti epici lasciano il posto ad altri quasi filosofici, ci si ritrova catapultati dalla satira, alla commedia, alla tragedia... dalla distopia al racconto di fantasmi, dal tono più realistico a quello più surreale, fino ad un finale apocalittico: "apocalittico" sia nel senso comune, sia in quello più strettamente etimologico di rivelatore... anche se, come sempre, siete liberi di trovare una vostra interpretazione di ciò che è rivelato.
Il tutto con quello stile che è tipico di Benni, uno stile che getta alle ortiche le convenzioni linguistiche per lasciare il posto ad un intreccio fantastico di termini comuni, slang, neologismi ed arcaismi, giocando con la sintassi e la grammatica fino a creare quasi una nuova lingua. A volte può essere difficile da seguire, ma personalmente amo questa scrittura sperimentale e fiorita.
Insomma, "La compagnia dei Celestini" è decisamente una lettura interessante, anche se personalmente ho preferito Elianto per la sua vena più onirica e leggera, mentre qui la satira offusca in alcuni punti la vivacità del romanzo. Se cercate qualcosa che vi faccia ridere, piangere e riflettere, questo libro potrebbe interessarvi.

Parlando di cose che potrebbero interessarvi, oggi è la festa della Mamma. Avete fatto gli auguri alle vostre mamme?

In caso contrario fateglieli, altrimenti rischiate di rimanere senza pranzo! Noi, nel nostro piccolo blog, facciamo tanti auguri a tutte le mamme del mondo!

Esatto, buona festa della mamma a tutti... anche se non c'entra niente con la recensione.

Tanto l'hai finita la recensione.

Allora possiamo andare?

Un attimo! Prima, vorrei ricordare ai miei lettori che oltre a gestire questo mio angolino virtuale collaboro anche con il blog "Il Bardo Doloroso", ed è appena uscito il finale della storia a puntate che sto scrivendo. Quindi, se avete ancora qualche minuto libero dopo la mia recensione, fate un salto anche lì!

Fai un salto, fanne un altro, fai la giravolta, Clara è impazzita un'altra volta...

Va bene, per oggi è davvero tutto. Tanti saluti a tutti, spero di essere stata utile, e arrivederci a presto!




Clara



giovedì 8 maggio 2014

Brave




Come promesso parlando di "Frozen", ora è il turno di "Ribelle - The Brave", altro film d'animazione della Disney Pixar che è uscito da un po' ma che solo recentemente ho avuto occasione di guardare. La protagonista è la principessa Merida, un'anima ribelle a cui le imposizioni della madre, la regina Elinor, vanno strette, e che preferisce cavalcare e tirare con l'arco al ricamo. Il giorno in cui la principessa dalla folta chioma rossa viene informata che dovrà sposare uno degli eredi degli altri clan del regno per garantire la pace tra di essi, architetta un piano per ottenere la propria libertà. Complice l'incontro con una strega che si auto-proclama intagliatrice ed un non meglio specificato desiderio di cambiare il proprio destino, Merida finisce per mettere nei guai la madre Elinor... ma anche per rendersi conto di quanto significhi per lei.
Ecco, il punto è proprio questo. Dopo, anzi in realtà prima, il film sull'amore tra sorelle, questo è il film sull'amore tra madre e figlia, ma anche sulle difficoltà che questo rapporto può incontrare. Perché una madre vuole il meglio per sua figlia, una figlia vuole l'indipendenza da un genitore troppo ingombrante, e la difficoltà a parlarsi sul serio porta ad incomprensioni, litigi e prese di distanza. E questo è qualcosa in cui tutte possiamo riconoscerci, da qualsiasi parte della barricata ci troviamo.



Devo dire che, quando ho cominciato il film, non mi aspettavo decisamente che prendesse questa piega. All'inizio sembrava che dovesse essere incentrato sulla ricerca di libertà di Merida, poi sulla sua progressiva realizzazione di cosa significhi essere libera... ed invece è diventato un film su una figlia che riesce finalmente a ritrovare un rapporto di dialogo e fiducia con sua madre, ed a rendersi conto di quanto le voglia bene, sia pure con la necessità di un intervento magico e di qualche pericolo mortale. Una piacevolissima sorpresa, davvero. Soprattutto vista l'assurda quantità di film e cartoni in cui uno o entrambi i genitori sono morti o scomparsi in qualche modo dalla vita dei figli, situazione sicuramente esistente e tragica, ma per fortuna non estesa a tutte le famiglie reali.
Quindi, un film adatto a tutta la famiglia proprio per l'universalità di questo rapporto madre - figlia, ma più in generale genitori - figli, che viene per una volta messo in luce. Al tempo stesso, Merida è sì una principessa, ma piuttosto diversa dalle sue "colleghe" più fiabesche. Niente amore romantico o desiderio di incontrarlo, nessun principe azzurro, anzi i tre eredi degli altri clan ufficialmente candidati ad essere tali sono volutamente figure comiche e caricaturali. Al tempo stesso, si sottolinea forse per la prima volta come il fatto di essere la futura sovrana significhi prendersi delle responsabilità e richieda preparazione e sacrifici, tutte cose a cui inizialmente Merida vuole sottrarsi. Ed una parte importante del film sta nel suo progressivo realizzare la necessità di alcuni doveri, e quindi l'egoismo del suo comportamento iniziale. Insomma, Merida va incontro ad un autentico sviluppo del proprio personaggio.
Per il resto, la trama è scoppiettante di comicità e divertimento, caratteristiche praticamente obbligatorie per un cartone animato targato Disney Pixar. I tre pestiferi fratellini di Merida sono i degni eredi di Qui, Quo e Qua nei cartoni animati (prima che diventassero diligentissime Giovani Marmotte).



Il re ed i capi dei clan hanno anche loro parecchi momenti esilaranti, soprattutto nella prima parte. E la strega, o intagliatrice che dir si voglia, mi ha fatto piegare dal ridere, soprattutto la sua fantastica segreteria telefonica formato calderone.
Al tempo stesso, c'è anche azione. Una delle prime scene del film è l'attacco di un mostruoso e gigantesco orso contro una Merida ancora bambina e la sua famiglia. Lo stesso orso che ricomparirà in seguito come "cattivo" del film, e che nasconde un mistero profondamente legato alla situazione in cui Merida verrà a trovarsi.
E per finire, si può parlare dell'animazione, ancora una volta splendidamente realizzata. In particolare, ho notato una grande attenzione alla raffigurazione di luoghi e paesaggi. Il castello, a quanto ho letto, è stato disegnato basandosi su autentici castelli scozzesi, e soprattutto nelle scene in notturna ha un notevole fascino.



Ugualmente stupenda è la foresta, altro scenario fondamentale, che riesce ad assumere ogni sfumatura da meravigliosa a terribilmente inquietante. Per quanto riguarda il design personaggi, è interessante come siano tutti diversi (a parte i tre gemellini assolutamente indistinguibili) e fisicamente caratterizzati. Una nota a parte la meritano i ricci fiammanti della protagonista, assolutamente invidiabili.

Soprattutto da Clara, che da quando le sono spuntati i capelli si lamenta perché non sono rossi.

Ma che strano, Clara che si lamenta?

Sì, è una cosa incredibile, vero?

Era troppo pretendere che voi due presenze parassitarie rimaneste tranquille fino alla fine del post, vero?

Credevo che questa fosse la fine del post.

In effetti stavo per concludere, visto che ho detto tutto quello che volevo farvi sapere su questo film d'animazione. In realtà ci sarebbero anche altre cose, ma costituiscono degli spoiler decisamente colossali, quindi nel caso non l'abbiate ancora visto mi trattengo.

Vero, anche perché deve andare a studiare.

Clara che deve andare a studiare?! Incredibile!

Ne avete per molto voi due? Va bene, comunque grazie a chiunque abbia voluto leggere e... buona visione!




Clara

lunedì 5 maggio 2014

Frozen



A livello di fascino, si sa, le principesse sono sempre principesse. Ma i tempi cambiano, le bambine anche, e le principesse si adattano di conseguenza... e questa è un'ottima cosa, sia per i più piccoli che per chi è cresciuto ma ancora non resiste al fascino dei cartoni animati.

Ovviamente, Clara rientrebbe nella categoria dei più piccoli, se non fosse che non vogliamo offendere la straordinaria maturità di molti bambini.

Nei giorni scorsi, approfittando delle vacanze di Pasqua e di un raffreddore fastidioso, ho passato qualche serata accoccolata davanti ad un computer, a guardare film d'animazione con la mia famiglia. Aperta parentesi: sì, io sono una di quelle ragazze che anche all'università continua a tornare a casa e ritagliarsi il tempo per fare attività con genitori e sorellina, che variano dalla serata film all'escursione domenicale. E questo per me è la prova sufficiente che ho una famiglia fantastica.

In realtà si sta solo premunendo nel caso la famiglia in questione legga questo blog. Cosa che non succederà perché, a differenza della loro pecorella nera cerebrolesa, loro hanno di meglio da fare.

Insomma, stavo dicendo, le serate davanti allo schermo questa volta sono state dedicate a due film d'animazione di cui avevo sentito molto parlare, e che non avevo ancora visto. Trattasi, come forse qualcuno ha intuito sentendo parlare di principesse, di "Brave" e "Frozen", due delle ultime aggiunte alla nutrita collezione delle fanciulle di sangue blu di casa Disney con cui molte bambine/ragazze/donne della mia generazione e di quella successiva, che lo ammettano o no, sono cresciute.




Ribadisco ancora una volta che nel caso di Clara cresciute è un termine grosso.

Ma, come stavo dicendo, i tempi cambiano, le ragazze anche, ed i cartoni si adattano, modificando il proprio messaggio e creando personaggi più complessi ed interessanti e presentando livelli di lettura che li rendono molto godibili, oltre che dagli spettatori più giovani, anche dal pubblico adulto.
Nel post di oggi partiamo con Frozen, che ci presenta non una ma due principesse, le sorelle Elsa ed Anna di Arendelle. Elsa, la maggiore, ha un potere magico che le permette di creare ghiaccio e neve, e lo usa per divertirsi con la sua sorellina, fino a quando un terribile incidente convince lei ed i suoi genitori che quel potere è una maledizione da reprimere. Così, le porte del palazzo vengono serrate ed Elsa si chiude nelle sue stanze, allontanandosi da tutti, compresa Anna che non comprende l'improvviso cambiamento della sorella. Passano gli anni, i genitori, nella migliore tradizione Disney, muoiono, e giunge il giorno dell'incoronazione della principessa più anziana. E proprio quel giorno Anna incontra l'affascinante principe Hans... ed i poteri di Elsa si scatenano. Riusciranno le nostre eroine a salvare Arendelle e se stesse da un inverno senza fine?
Devo dire che all'inizio ero poco convinta: troppe canzoni per i miei gusti, alcune scelte dei personaggi ai limiti della stupidità... insomma, tua figlia ha dei poteri straordinari e tu cosa fai? La rinchiudi in una stanza a crescere nella solitudine e nel panico di cosa potrebbe causare, senza nessuno a confortarla? Senza neanche tentare, prima, di insegnarle a controllarli? Ceeeeerto, questo finirà benissimo...

Per onestà, bisogna specificare che Clara ha passato una buona porzione della prima parte del film a sostenere che Elsa doveva essere mandata all'Accademia del professor Xavier. Ed è in buona compagnia, a giudicare dai risultati che fornisce digitare su Google "Elsa frozen X-men".

By Umbridge1986 (DeviantART)


Comunque, dopo un po' la storia ha cominciato a prendermi, soprattutto quando il ritmo si è fatto più serrato e l'azione è cominciata davvero. A quel punto, ho finalmente ceduto e mi sono ritrovata coinvolta ed affascinata fino alla fine. Cercando di non fare troppi spoiler, ho trovato questo film interessante soprattutto per il modo in cui sovverte uno dei "classici" delle fiabe e delle "vecchie" principesse della Disney, ossia l'amore a prima vista, ed al suo posto valorizza un'altra forma di amore, quello tra sorelle. Proprio così, un film sull'amore tra sorelle, ed in quanto orgogliosa sorella maggiore non posso fare a meno di sottolinearlo. Anna sfida la notte ed il gelo per recuperare Elsa, aggrappata alla certezza di poterla aiutare, con una dimostrazione d'affetto commovente, ma oltre alla distanza fisica è in particolare quella emotiva che deve superare, la separazione causata dalla paura e dalla "diversità", una distanza in cui molti tra gli spettatori più grandicelli non potranno fare a meno di riconoscersi. Così come è facile riconoscersi nel tentativo disperato di Elsa di allontanare gli altri per paura di ferirli, o nella sensazione di libertà che allontanarsi dagli altri le permette di provare, ma che in realtà non risolve le sue paure. Proprio qui stanno i molteplici livelli di lettura a cui ho accennato, e la possibilità per chiunque di apprezzare la trama.



Naturalmente, visto che si tratta comunque di un film per tutti, non mancano i momenti umoristici. Lo assicurano Kristoff, commerciante di ghiaccio che aiuterà Anna nella ricerca della sorella, la sua renna Sven, e soprattutto l'esilarante ed adorabile pupazzo di neve parlante Olaf, nato dai poteri di Elsa ed innamorato della mai sperimentata estate.

Ma vogliamo parlare della cosa davvero importante di questo film, per favore?

Sarebbe?

Ci sono i troll!

Va bene, in effetti tra i personaggi ci sono anche dei simpaticissimi troll, che oltre a cantare una delle canzoni più divertenti del film svolgono anche un ruolo fondamentale per la trama.

Ovvio. Noi troll siamo eccezionalmente intelligenti, saggi ed indispensabili, oltre che meravigliosi. Penso che questi siano miei parenti.



Sinceramente, a sentirti cantare sotto la doccia, non ne sarei tanto sicura.

Waaaaaa! Clara, la Voce mi tratta male!

Andate a discutere da un'altra parte, devo finire la recensione. Dal momento che ho accennato alle canzoni, vale la pena di parlarne, perché nonostante la mia preferenza per l'azione rispetto alla parte musicale, si tratta di canzoni stupende. Nel doppiaggio italiano le voci di Elsa ed Anna sono rispettivamente Serena Autieri e Serena Rossi, entrambe molto brave. La musica è assai piacevole da ascoltare, ma per quanto riguarda i testi ho notato, cercando le versioni originali, che i significati sono piuttosto diversi. Devo dire che preferisco quelli in inglese all'interpretazione italiana, ma con la musica si va sempre sui gusti personali.
Un altro punto a cui devo obbligatoriamente accennare per un film d'animazione è... indovinate un po'? L'animazione.

Sto morendo dal ridere per questa battuta.

Rispetto ad altri film della Disney, ho letto che per questo i produttori avevano un budget molto inferiore. Ho anche letto che il design dei personaggi, secondo alcuni, richiama troppo quello dell'altro recente successo "Rapunzel". Che ci crediate o no, non ho ancora visto Rapunzel, ma se è così mi toccherà colmare la lacuna. Devo precisare che quello mi ha colpito di più non è stato il design dei personaggi umani, per quanto Elsa ed Anna siano decisamente belle, anche se forse un po' troppo "snelle" per essere credibili, ma dopotutto è un cartone animato. La cosa che ho apprezzato di più a livello grafico è stata la resa di ghiaccio e neve, veri protagonisti di alcune scene del film, e tema conduttore di tutta la trama. La neve in cui i personaggi sprofondano, i turbini che li avvolgono, i singoli fiocchi che compaiono in primo piano, sono rappresentati con un'accuratezza ed un realismo che mostra un notevole lavoro, anche di ricerca, alle spalle. Alcuni paesaggi, come la foresta notturna innevata, le montagne coperte di ghiacci perenni, o ancora il maestoso castello di ghiaccio che Elsa crea (rigorosamente, mentre canta) mi hanno lasciata davvero stupita ed affascinata.



In definitiva, si tratta di un film che vale la pena di guardare. Trama intrigante e non scontata, risate assicurate ed al tempo stesso momenti epici e scene d'azione dal ritmo travolgente, canzoni accattivanti e lieto fine da fiaba assicurato, ed alcuni messaggi validi da trasmettere. E soprattutto, se avete una sorella, guardatelo insieme. Alla fine, l'abbraccio è assicurato.

Così come il tentativo di omicidio se continuate a sottolineare alla vostra sorellina minore come sia la sorella maggiore ad avere i poteri fighi. Ogni riferimento alla nostra Clara è puramente casuale.

E con questo, ho finito di tediarvi con la mia opinione su un film che probabilmente avrete già visto tutti, visto che sono sempre la solita ritardataria. Cosa ne pensate? Siete d'accordo?
Arrivederci a presto con la mia (ancora più ritardataria) opinione su Brave! ^_^


Clara