domenica 31 marzo 2013

Buona Pasqua

Pasqua, finalmente! Tra un'escursione ad appendere cartelloni per un mercatino pasquale ed un pranzo con i parenti, porto le mie ancora assonnate membra fino al computer per fare tanti auguri ai lettori di Animula Solivaga. Come di consueto, ecco un paio di immagini per ravvivare i miei auguri. Le ho trovate in giro per Internet ed appartengono ai rispettivi autori! ^_^





BUONA PASQUA A TUTTI!



giovedì 28 marzo 2013

Trenitaliche Tragicommedie

- E' sul binario di fronte, ce la facciamo!-
Una decina di teste si sollevano, con un effetto simile a quello dei velociraptor che spuntano dall'erba alta in Jurassic Park. Tra di esse, la mia, mentre le mie mani si stringono convulsamente intorno al manico della grossa valigia nera con cui sto ostruendo la piattaforma del vagone. Per un attimo, un gruppo di perfetti sconosciuti, che hanno passato l'ultima ora a stare uno accanto all'altro fissando con sguardi assenti il paesaggio che scorreva oltre le porte, si ritrovano uniti nella gioia. E' mai possibile che quanto quella ragazza ha appena esclamato eccitata sia vero? C'è forse una remota speranza di prendere al volo la coincidenza, nonostante il ritardo del treno su cui ci troviamo?
Siamo in molti ad affollarci davanti all'uscita, principalmente studenti fuori sede diretti a casa per le vacanze pasquali. Altri stanno affluendo dagli scompartimenti intorno, tutti con valigie, borsoni o zaini che contribuiscono a diminuire la quantità di spazio disponibile. L'aria respirabile, a occhio, è già finita da qualche minuto. Nonostante ciò faccio un respiro profondo, mentre mi preparo a farmi proiettare dalla folla fino al treno fermo al binario di fronte. Posso farcela. Se prendo questo treno, sarò a casa con un'ora di anticipo, e non dovrò attendere un'ora in stazione da sola.
Il tabellone conferma allegramente quanto la ragazza sconosciuta ha affermato con tanta gioia. Il treno è quello giusto, devo solo aspettare che le porte di questo si aprano... ecco, si sta fermando! E' fermo! La porta scorre!
Balzo fuori, rischiando di fare a pezzi un paio di piedi con il mio trolley, e di essere gambizzata da un paio di altre valigie. La ragazza che ha attizzato tutte le nostre speranze è già di fronte a me, tallonata da un'amica. Attraversiamo lo spazio schivando per un pelo gli ignari passanti.
Porte chiuse.
Lei sta già battendo sul pulsante di apertura, mentre io ed una folla di altri disperati innalziamo fervide preghiere a qualunque santo sia preposto alla protezione dei viaggiatori in treno. Ma forse non c'è un santo per questo: ed infatti, mentre ancora noi battiamo sulla porta come comparse in un film sugli zombie, mentre i fortunati all'interno scuotono la testa con aria di compatimento, il treno di fronte a noi si mette in moto.

Tentativi disperati di salire sul treno

Rimaniamo lì, ad implorarlo muti di tornare, per qualche attimo di sgomento. Io scuoto la testa: mi ero illusa, lo sapevo. Un viaggio in treno in cui ogni coincidenza funziona perfettamente? Assurdo.
Mi trascino stancamente verso il sottopassaggio, con la valigia che sobbalza sulle sue rotelle di plastica, partecipe della mia tristezza. Faccio lo slalom tra compagni di sventura: altri universitari con trolley al seguito, i semplici pendolari con zainetti sulle spalle o borse rigonfie, anziani che avanzano lentamente a coppie o gruppetti, guardandosi attorno spaesati, famigliole con bambini urlanti al seguito. Raggiungo il tabellone delle partenze ed attendo pazientemente che la schiera di cinesi riesca a capire, dopo concitate consultazioni, dove deve andare. Cerco con occhi depressi la mia destinazione e la collego ad un orario.
Un'ora. Un'ora di attesa prima di poter ripartire. Un'ora in una stazione affollata di totali sconosciuti... ma forse potrei incontrare qualcuno che conosco? Magari un'ex-compagno di classe di ritorno da qualunque città universitaria in cui sia disperso? Alzo le spalle, avvicinandomi al cestino ed iniziando a sbucciare l'arancia che ho previdentemente messo in borsa per l'occasione: vitamine, sostenetemi voi!
Non c'è una sedia libera, così, appena finita la mia lauta merenda, decido di avviarmi verso il binario previsto. Non fa poi così freddo, e devo ancora fare provvista di aria fresca dopo il tragitto precedente.
Ormai mancano dieci minuti, e la piattaforma si sta affollando. Ancora una volta, la componente prevalente della folla è costituita dagli universitari, e tra le teste eccone una conosciuta. Ma certo, è P.! Mi allungo tra un paio di persone e batto una mano sulla spalla del mio ex-compagno di classe.
- Ciao!-
- Ciao! Come va?-
Forse, rifletto, non è stato poi così terribile perdere il treno. Ho rivisto una persona che non vedevo da mesi, ed ho avuto l'occasione di chiacchierarci un po'. Riusciamo addirittura a guadagnare, dopo un'ardua lotta, un paio di posti a sedere sul treno che arriva con qualche minuto di ritardo ed è subito preso d'assalto.
Ma sì, dai, Trenitalia non è così orribile. Non ha certo fatto apposta ad organizzare gli orari in modo da farmi incontrare un amico, ma non posso certo lamentarmi tanto. Sì, potrei addirittura arrivare a dire che il santo dei treni, di cui devo ancora appurare l'identità, stava guardando verso il basso.
O no?
Ricordate quei minuti di ritardo a cui avevo accennato?
Si sono rapidamente dilatati fino a venti minuti. Giusto il tempo necessario alla coincidenza successiva, ed a farci godere lo splendido spettacolo del nostro treno - l'ultimo treno della nostra odissea, il treno che ci riporta al paesello nativo - che sfreccia via nella direzione opposta al sottopassaggio da cui stiamo salendo trafelati.

Lui poteva farcela, io no
Conclusione: Trenitalia, Trenitalia, perché sei tu Trenitalia?

Clara


venerdì 22 marzo 2013

Bentornata primavera!


22 marzo. Ieri, 21 marzo, è ufficialmente cominciata la stagione in cui la terra si riprende dal freddo per ricoprirsi di colori. E, almeno nella zona in cui risiedo, il clima sembra avere deciso di concedere un pizzico di approvazione al calendario convenzionale. Dopo giorni di pioggia e tempo uggioso, il sole si è messo a risplendere con intensità, le temperature si sono alzate, ed ho potuto abbandonare almeno per qualche ora il giubbotto.
Che cosa c'entra tutto questo con Animula Solivaga? Assolutamente nulla. Ma è la prima volta che, per pigrizia o per semplice desiderio di varietà, dedico un post a qualche tema scelto praticamente a caso? Decisamente no. E quindi, chi vuole può già chiudere la pagina sapendo che non si perderà altro che qualche sproloquio a sfondo primaverile, corredato da immagini correlate... ma anche no.



Avete scelto di continuare a leggere? Beh, non posso fare altro che ringraziarvi. Biscottini virtuali per tutti?



Ora che le vostre menti sono adeguatamente rimpinzate, iniziamo a parlare un po' di questa primavera, giunta così perfettamente a puntino. Può darsi che sia solo un imbroglio del nostro pazzo clima di marzo e di tutto l'anno, certo. Se esiste una personificazione del mese di Marzo, magari ora se ne sta ridacchiando sotto i baffi, mentre beve un caffè in compagnia di Febbraio e gli racconta come è riuscito ad illudere ancora una volta gli sciocchi umani con l'esca del sole splendente. Mi piace pensare che Febbraio rotei gli occhi rispondendo che ha usato lo stesso trucco prima di lui, e che dobbiamo proprio essere stupidi per cascarci ancora.
Ma evidentemente siamo sciocchi, perché a questo primo accenno di uscita dall'inverno stiamo già organizzando escursioni e weekend al mare. Già le prime magliette a maniche corte fanno timidamente capolino dagli armadi, combattendo contro le orde soffocanti di sciarpe e berretti... o forse questo accade solo nel caos che domina tra i miei vestiti. Ho il sospetto che ci sia effettivamente qualche tipo di lotta civile interna, perché ogni volta che apro il mobile in questione mi sembra più disordinato di come l'ho lasciato.



Ma non è solo il mio armadio ad evolversi spontaneamente ogni volta che giro gli occhi. Le mie prime escursioni a piedi, nel periodo che ha preceduto gli ultimi giorni di pioggia, hanno svelato la fioritura di margherite e nontiscordardimè a punteggiare i prati. Oggi, durante la nuova passeggiata esplorativa, li ho trovati moltiplicati. E' incredibile come una giornata di sole possa far uscire da terra centinaia di piantine: le immagino stiracchiarsi pigramente al tepore che le riscalda e decidere di rompere il loro morbido lettuccio di terra... cosa da cui dovrei prendere esempio. Sole o no, uscire dal mio bozzolo di coperte continua ad essere un'eroica impresa, a cui solo la promessa di una tazza di latte con biscotti può spingermi. Ogni eroica impresa richiede la sua ricompensa, no?



Ecco, un post sulla primavera è diventato un post auto-referenziale dove getto allusioni alla mia vita ogni due parole. Pare che questo blog stia stimolando il mio egocentrismo latente.
Mica tanto latente.
Questo non doveva essere un post poetico e descrittivo, privo di interventi comici?
Non ho saputo resistere. Ora torno a dormire.
Ecco, anche la Voce ha fatto la sua comparsa lampo. Ora il post è completo.
No, manco ancora io. Ora il post è davvero completo.
Grazie, Piccolo troll. Ora che ci penso, anche voi due dovreste partecipare dell'atmosfera primaverile. Onde per cui...



Adorabile, vero? E' incredibile cosa si possa fare con Chibi Maker e Paint, soprattutto quando la voglia di studiare ha deciso di andare a fare un voletto con gli uccellini che finalmente ricominciano a cinguettare. O forse è stata rubata da quella gazza ladra che ha fatto il nido sotto il ponte.
Uccellini o gazza ladra che siano, pare che abbiano portato con sé anche la voglia di proseguire questo post. Potrei semplicemente stazionarlo nelle bozze a tempo indefinito, ma a quel punto dovrei correggere tutte le indicazioni temporali. Lo pubblico nonostante la sua mancanza di senso, oppure attendo di avere un contenuto intelligente?

Beh, se siete arrivati a questo punto, l'arduo dilemma non è stato poi così arduo. Guardando fuori dalla finestra, mi sono sentita autorizzata a dare la colpa alla primavera per le sciocchezze che vi avrei propinato ed ho deciso di pubblicare questa piccola variazione sul tema. Concludo dunque con un'ultima immagine dallo sfondo piuttosto primaverile, per quanto un po' malinconico...



... e con il link del gioco con cui l'ho realizzata, e vi invito a spegnere i vostri computer ed a uscire a fare una passeggiata rilassante. Tanti saluti e buona primavera a tutti!

Clara

martedì 19 marzo 2013

The Voice in Wonderland 5


Negli scorsi episodi:



La Voce, misteriosamente confinata in un corpo umano e trasformata in una paladina della luce con tanto di scettro magico, stringe un'alleanza con Piccolo troll per riuscire ad uscire dal Labirinto e tornare a perseguitare Clara nella sua beata incorporeità. Ma lo scettro li trascina improvvisamente in aaaalto nel cielo bluuuu...

Che cosa sono queste vocali strascinate? Ti si è rotta la tastiera a furia di battere?

Ma che acida, stavo solo tentando di rendere più affascinante la narrazione.
Cari lettori, immaginate un brillante cielo azzurro, cosparso di soffici, batuffolose nuvole bianche. Immaginate che lo zoom si stringa su una di queste nuvole, e che l'inquadratura cambi fino a rivelare due sagome mollemente sdraiate su di essa. Nella quiete assoluta, la figura più piccola, avvolta in uno sdrucido cappotto rosso, sollevò pigramente la testa e commentò:
- Posso giocare un po' a sparabolle?-
L'altra figura, accavallando le gambe affusolate, scosse la testa.
- Ci hai già giocato prima, Piccolo troll, e per poco non buttavi lo scettro giù dalla nuvola.-
- Ma mi sto annoiando!- protestò lui, rivolgendo alla Voce un implorante sguardo da cucciolo. Lei scosse la testa decisa.
Cosa cosa cosa? Ehi, non l'ho scritto io questo pezzo del racconto! Piccolo troll, come ti permetti di rubare il mio posto di autrice insostituibile?
Devo dire che ha perfettamente imitato il tuo stile stucchevole, anche se non si vedono bene i dialoghi.
Grazie, Voce. Vado avanti?
In quel momento, una brezza leggera scosse l'aria immobile. La brezza si fece più forte e rapida, trasformandosi in pochi attimi in una vera bufera e dissolvendo la nuvola in brandelli lacerati.
- Maledetta Clara!- strillò Magic Vox, tentando disperatamente di tenersi aggrappata ad un frammento di nube, che però si disintegrò sotto le sue dita.
La povera fanciulla si ritrovò sballottata dalle raffiche di vento, nel cielo improvvisamente cupo e tempestoso. Grosse gocce di pioggia iniziarono a cadere intorno a lei, infradiciando il vestito
Che, se qualcuno se lo chiedesse, ho lavato tra una puntata e l'altra. Sono una persona pulita, io.
Poi, misterioso come era iniziato, il vento si fermò. Rimasero solo la pioggia che cadeva fragorosamente, ed un paio di figure che cadevano ancora più in fretta.
Con un tonfo sordo, la Voce atterrò sul fondoschiena, sprofondando in una superficie dalla consistenza gommosa. Subito qualcosa si richiuse con uno scatto secco sopra di lei, oscurandole la visuale.
Almeno non prende la pioggia.
Tu da che parte stai?
Magic Vox cercò di stringere la presa sullo scettro magico, e solo in quel momento si accorse di non averlo più tra le mani. L'ormai familiare luminescenza non brillava da nessuna parte, in quell'oscurità calda e profumata di bosco che la circondava.
- Ma dove sono finita?- borbottò, massaggiandosi il corpo indolenzito e tentando di mettersi in piedi. Più facile a dirsi che a farsi, dal momento che le sembrava di stare in equilibrio su un tappeto elastico.
Qui compare il grande trauma di Clara, che avrebbe voluto salirci sopra l'estate scorsa ed ha scoperto che erano ammessi solo bambini fino ai dodici anni.
La Voce non avrebbe sprecato il suo tempo rivangando le grandi tragedie della povera autrice, se avesse saputo dove era finita. Ma stava per scoprirlo...
Sei nella bocca di una pianta carnivora che sta per deglutire e dissolverti in un gorgoglio di succhi gastrici.
Piccolo troll, non rovinarmi la suspence, per favore!
Te la darò io la suspence, psicopatica! Fammi uscire da qui adesso!
Incurante delle proteste della Voce, l'interno del vegetale iniziò a muoversi, nel tentativo di far sprofondare l'appetitoso bocconcino. Puntellandosi contro una parete con i piedi ed annaspando nel disperato tentativo di afferrare qualcosa, la Voce strillò disperata...
Quando ecco all'improvviso uno spiraglio di luce si aprì nell'oscurità in subbuglio, ed un ramo allungato fu sporto all'interno. La Voce fu rapida ad afferrarlo, e fu trascinata fuori attraverso la fessura per essere accolta dalle braccia forti e possenti del più eroico Troll mai esistito... Piccolo troll le aveva appena salvato la vita!
L'eroico piccolo troll in tutto il suo splendore.

Ma come ti permetti di proseguire la storia al mio posto? E tirandotela in quel modo, per di più!
Beh, sono un troll. Intromettermi in modo indesiderato nei post di qualcuno e farlo arrabbiare è una mia specialità.
Mi sa che qui stai confondendo due tipi diversi di troll...
Non importa, quello che conta è che io sia sopravvissuta sana e salva alla tua ennesima trovata malefica. Grazie, Piccolo troll.
Prego.
Voi due avete proprio fatto comunella, eh? Non importa, ora proseguo io.
La Voce stava tirando un sospiro di sollievo, quando si accorse che qualcosa non andava. Come aveva fatto Piccolo troll a trascinarla fuori, se le arrivava appena al ginocchio? E soprattutto, perché ora lui era alto quanto lei?
Abbassò lo sguardo sul proprio corpo, notando alcune differenze. Parecchie, in effetti, come il grembiulino da cameriera al posto del completino da ragazza magica, o le proporzioni più tozze, o le scarpette al posto degli stivali. Era tornata all'aspetto fisico con cui si era svegliata nel primo episodio, prima di trovare lo scettro magico.
Proprio così: la magia dello scettro era svanita insieme all'oggetto, che proprio in quel momento stava venendo digerito dalla sopracitata pianta carnivora.
Addio, sparabolle!
Se fossi in te innanzitutto questa storia sarebbe ancora più complicata, e poi mi preoccuperei piuttosto del fatto che lo scettro era l'unico mezzo per uscire dal labirinto e tornare incorporea.
Nah, su quello sono piuttosto tranquilla. Ti piace troppo scrivere questo cumulo di idiozie, quindi troverai un altro modo per spingermi a vivere avventure assurde. E' solo che volevi usare di nuovo il Chibi Maker.
Grrrr, mi scopre sempre. Ebbene sì, mia piccola creatura sperduta, effettivamente esiste un altro mezzo per sfuggire alla tua situazione.
Eliminare l'autrice e lasciar continuare a me la storia?
Uhm, potrebbe funzionare...
Ascoltatemi in silenzio, voi due! Dunque, in questo momento vi trovate nella serra del labirinto, dove crescono rigogliose e lussureggianti le forme vegetali più disparate, dalle feroci piante carnivore ai letali fiori lancia-dardi-velenosi.
Wow, che fantasia di nomi. Hai una carriera come botanica.
Ma, se riusciste impavidamente ad attraversare l'intricata foresta di liane, radici, fusti e foglie che vi circonda, a guadare gli acquitrini fangosi e costellati di sabbie mobili e fuochi fatui della Stanza della Palude, a fluttuare oltre gli ostacoli galleggianti nella Stanza Senza Gravità e a evitare le terrificanti Torte Carnivore che hanno preso il controllo della Cucina...
Sì? Dove finiremmo facendo tutto questo, tra l'altro nell'arco di qualche mese vista la tua rapidità di scrittura?
Arrivereste, mia ingrata creazione, nella Stanza dei Portali, dove si cela il varco che conduce fuori dal Labirinto ed all'interno di quell'angolino inutilizzato nella mia testa che avevi eletto a tua dimora. Sarai libera, Voce!
Può venire anche Piccolo troll?
Direi di sì, mi aiuterai a sopportare Clara. E poi ti sei dimostrato molto utile.
Allora, la decisione era presa. I due eroici compagni d'avventure avrebbero affrontato insieme tutti i pericoli che ancora li attendevano, dirigendosi verso un luminoso futuro.


Nella prossima puntata, la traversata della giungla!
Cosa inventerà mai l'autrice, nel disperato tentativo di rendere ancora più demenziale questa storiella senza capo né coda?
Quali altre occasioni avrà Piccolo troll per dimostrare il proprio eroico valore?
Quale altro geniale passatempo sostituirà lo sparabolle?
E che cosa c'entrava il cinese?
Cosa?
Ma sì, nello scorso post si parlava del cinese capitato lì per sbaglio e di un grande complotto, solo che Clara si è dimenticata di inserirli in questa puntata della storia. Forse ricompariranno più avanti.
Uhm, può darsi. Come si dice "scappa da questo blog assurdo, povero internauta, finché ancora puoi!" in cinese?
Scappa da questo blog assuldo, povelo intelnauta!
D'accordo, vi siete sfogati. Ora posso concludere come si deve?
Se proprio devi...
Cari lettori che seguite The Voice in Wonderland e Animula Solivaga, grazie per aver letto anche questo sproloquio insensato, ed appuntamento alla prossima puntata! Tanti baci a tutti!
Anche io voglio i Baci, ci sono le frasi ispiratrici!
Non i Baci Perugina, Piccolo troll. L'autrice non ha abbastanza soldi per comprarseli.
Silenzio, voi due!


Clara,
la Voce
e Piccolo troll

giovedì 7 marzo 2013

Tra mare e seta


Buongiorno a tutti!
Oggi ho deciso di mettermi a scrivere una bella recensione seria.

Incredibile.

Già, questo è sul serio un colpo basso. Che ne è della nostra storia?

I siparietti comici non sono previsti nelle recensioni serie! Evaporate, voi due!
Bene, possiamo andare avanti... dunque, tanto per cambiare, mi sono ritrovata a chiedermi a quale argomento dedicarla. Manga, film, libri? Infine, l'illuminazione, data dalla copertina di un libro che accidentalmente era vicino al mio tavolo in biblioteca. Alessandro Baricco.
In particolare, vi presenterò due dei suoi libri, che mi sono particolarmente piaciuti. Si tratta di Oceano Mare e Seta.

"Oceano mare racconta del naufragio di una fregata della marina francese, molto tempo fa, in un oceano. Gli uomini a bordo cercheranno di salvarsi su una zattera. 
Sul mare si incontreranno le vicende di strani personaggi. Come il professore Bartleboom che cerca di stabilire dove finisce il mare, o il pittore Plasson che dipinge solo con acqua marina, e tanti altri individui in cerca di sé, sospesi sul bordo dell'oceano, col destino segnato dal mare. E sul mare si affaccia anche la locanda AImayer, dove le tante storie confluiscono. 
Usando il mare come metafora esistenziale, Baricco narra dei suoi surreali personaggi, spaziando in vari registri stilistici, con una scrittura suggestiva, immaginifica e musicale."

Ecco la sinossi di questo libro, che ho letto una prima volta per la scuola, ed altre due volte per piacere personale. Personalmente, ho amato lo stile in cui è stato scritto, uno stile in cui ogni parola è accuratamente scelta e combinata con le altre per comporre un testo che scivola davanti agli occhi del lettore come le onde del mare che racconta. Non è il genere di libro che si legga per la trama, per quanto anche questa offra spunti affascinanti ed alcuni colpi di scena interessanti. E' un libro che bisogna leggere solo per lasciarsi trasportare  dal ritmo cadenzato e musicale, dall'armonia insolita e preziosa delle frasi e dalla surreale, indefinita leggerezza con cui i personaggi ed i luoghi sono tratteggiati. Un libro che lascia ampio margine all'immaginazione del lettore, ed al tempo stesso ti conduce per mano attraverso pagine che si avvicinano più alla poesia che alla narrativa.
Come per molte altre opere, ci sono due posizioni di fronte ad Oceano Mare: c'è chi lo ama e chi lo odia. In ogni caso, consiglio a tutti i lettori di dargli almeno una possibilità.



"La Francia, i viaggi per mare, il profumo dei gelsi a Lavilledieu, i treni a vapore, la voce di Hélène. Hervé Joncour continuò a raccontare la sua vita, come mai, nella sua vita, aveva fatto. Questo non è un romanzo. E neppure un racconto. Questa è una storia. Inizia con un uomo che attraversa il mondo, e finisce con un lago che se ne sta lì, in una giornata di vento. L'uomo si chiama Hervé Joncour. Il lago non si sa."


Lavilledieu, Francia meridionale. Anno 1861. Hervé Joncour è un allevatore di bachi da seta, ma quando l'epidemia attacca prima gli allevamenti europei, poi quelli del vicino Oriente, si spinge fino in Giappone per procurarsene di contrabbando. E in quella terra ai confini del mondo incontra una fanciulla bellissima e misteriosa che segna la sua vita. Da quel momento, lasciando a casa la moglie Helen, si sobbarcherà viaggi estenuanti e pericolosi per seguire un sogno impossibile che si concluderà tristemente sulle rive di un lago.

"Seta" è un libriccino sottilissimo, poco più di un racconto che si può finire in una serata. Come per Oceano Mare, non è però la trama il punto forte di questo libro, bensì lo stile in cui è scritto, prezioso, delicato ed impalpabile come la seta che dà il nome alla storia e che fa iniziare il viaggio del protagonista, dalla Francia ad un Giappone che mescola la realtà ad una fiabesca indefinitezza. Un racconto gradevole, fluente, a tratti particolarmente sensuale, per passare un po' di tempo in un'atmosfera sospesa. E, come per Oceano Mare, con un finale sorprendente ed accuratamente calibrato.

Finisce qui questa piccola recensione, giusto per non abbandonare troppo a lungo il mio povero blog. La prossima settimana non avrò tempo di scrivere molto, causa esame, ma prometto che tornerò presto a dedicarmi al mio angolino virtuale. Cari lettori, arrivederci!

Clara