lunedì 31 marzo 2014

Un po' di fan art...

Già, il titolo dice tutto. Clara ha di nuovo perso tempo con quel programma di photo editor online che si chiama Pixlr, ed ora è tutta orgogliosa di presentarvi i suoi lavori, neanche li avesse disegnati lei invece di limitarsi a cliccare sugli effetti da applicare.

In realtà è un lavoro molto impegnativo. Ci vogliono grandi capacità mentali per scoprire che cliccando sulle frecce si scorre fino a trovare altri effetti oltre a quelli che usa di solito.

In effetti, parlando di Clara...

Ma si può sapere perché non posso fare un post senza che voi due vi mettiate a sottolineare i miei difetti?

E che ne sappiamo noi? Sei tu l'autrice.

E' un patetico tentativo di giustificarti di fronte a te stessa ed ai tuoi lettori senza danneggiare troppo la tua autostima con un'aperta ammissione di inadeguatezza.

Ma tu sei una Voce o una psicologa?

Sono una che vuole andarsene, quindi sbrigati a condividere con il mondo le tue immagini e finisci questo post inutile.

Ecco, era proprio quello che avevo intenzione di fare, ma visto che non mi piace fare post troppo corti ho aggiunto un bel teatrino di introduzione. Ora, comunque, passo alle immagini, come al solito varie ed eventuali e rigorosamente scene di anime/vignette di manga rielaborate.
Molto di recente, diciamo qualche giorno fa, vi avevo parlato del breve ma divertentissimo manga Oh my sweet Alien!, ed avevo anticipato l'intenzione di farne almeno una piccola fan art. Per una volta, non ho fatto passare mesi tra intenzione e realizzazione, ed ecco il risultato:


Un altro parto alieno in diretta? E poi questo doveva essere un blog adatto a tutti...

Clara, quante volte ti ho detto di non guardare quei programmi di Real Time?

Continuiamo con qualcosa di cui ho parlato pochi post fa, cioè Saitama Chainsaw Shoujo. Vi rinfresco la memoria, questa era la copertina originale del manga, senza titolo:


 Queste, invece, sono due rielaborazioni della stessa immagine in versione più dark:



 Che in totale fanno tre fan art. Abbiamo finito?

Non illuderti...

Infatti abbiamo appena cominciato. Per rimanere sul tema "serie da pochi eletti", ecco un paio di personaggi che pochi di voi riconosceranno:




Ma quanto ti piace l'effetto stellato?

Non temete, sciolgo subito il mistero: si tratta di Tenzou e Mary, dall'anime Kyoukai Senjou no Horizon, di cui sto ancora attendendo la terza stagione. Prima o poi arriverà, giusto?
E parlando di attesa, ce n'è un'altra che sta per finire! Il 5 aprile ricomincia finalmente l'anime di Fairy Tail, ed anche se ho continuato a seguire il manga e quindi sono già avanti con la storia, non vedo l'ora! Quale modo migliore di festeggiare che un paio di fan art? Ma, dal momento che voglio fare l'originale a tutti i costi...

Hipster.

Salute.

Questa battuta l'avete già usata, ampliate il repertorio. Stavo dicendo, dal momento che voglio essere originale, ho scelto una delle mie coppie preferite che è anche una delle coppie meno apprezzate dell'intera serie. Sono adorabili, sono l'unica coppia che sia riuscita fino ad ora a convolare a nozze, sono Alzack Connell e Bisca Moulin! ^_^






Nel caso di dubbi, sono gli stessi personaggi, ma ad un certo punto c'è un cambio di look.
E sempre in tema di attesa, c'è un tasto dolente per moltissimi fan in tutto il mondo, e si chiama D.Gray-man. Ormai non so se ricomincerà mai, ma nell'attesa ecco uno dei miei personaggi preferiti, Lavi. Per chi non lo sapesse, è un manga splendido, ma a causa di problemi di salute dell'autrice è stato sospeso da anni a tempo indeterminato, lasciando una trama complessa e del tutto irrisolta.


Ed anche per oggi gli attacchi d'arte sono finiti. Spero che vi siano piaciuti, e sentitevi pure liberi di scaricarli o condividerli! Arrivederci a tutti al prossimo post! ^_^

Clara

PS: Nel caso ve lo steste chiedendo, sì, Clara è cresciuta con Art Attack. Ma solo nel senso che lo guardava e poi non tentava neanche di riprodurre i lavoretti, non sopravvalutatela. Poi ha scoperto Internet e addio...

sabato 29 marzo 2014

Mahou Shoujo of the end



Un'altra recensione, un altro manga, completamente diverso da quello precedente. In effetti, non potrebbe essere più diverso, perché questa volta si tratta di uno dei manga più cupi che io abbia letto, una storia in cui la componente splatter non ha nulla da invidiare ad un horror americano di infima categoria. Ma la trama originale e ricca di colpi di scena che inizia a svilupparsi dopo il bagno di sangue dei primi capitoli lo salva dal rimanere l'ennesima sequenza di morti.
"Mahou Shoujo of the end", scritto e disegnato da Kendaro Sato, è l'ennesimo manga che non è stato tradotto in italiano, né in cartaceo né online, quindi se riesco a convincervi a leggerlo sappiate che ci sono solo le scan in inglese, e sono pure terribilmente indietro rispetto ai capitoli usciti in Giappone.

Viene da chiedersi perché Clara finisca sempre a leggere cose che nessuno in Italia conosce a parte lei. Qualche idea?

Non era perché così nessuno poteva contraddirla quando ne parlava?

O forse perché così può sentirsi all'avanguardia? Sottospecie di hipster...

Salute! Per il singhiozzo, dovresti trattenere il respiro.

Te lo spiego dopo. Clara, non stavi scrivendo una recensione?

Ecco, appunto, e gradirei continuare a farlo.
Tornando a noi, ecco l'inizio della storia: Kogami Kii è il solito normalissimo studente che si trascina da una giornata di scuola all'altra, cercando solo di evitare i problemi, a costo di ignorare gli atti di bullismo subiti da una sua amica d'infanzia. Tutto cambia quando dalla finestra dell'aula vede un insegnante brutalmente ammazzato da una stranissima ragazzina vestita da bambola. Il tempo di andare in bagno per riprendersi e convincersi che è stato un sogno, e torna in classe giusto in tempo per scoprire la stessa misteriosa bambola che sta trucidando i suoi compagni. Inizia così la fuga disperata di Kogami e di alcuni compagni in un mondo dove imperversano le sanguinarie bamboline, prontamente definite "Mahou Shoujo" per la loro somiglianza con le classiche ragazze magiche degli anime, e le vittime del massacro si rialzano come zombie assassini. I superstiti potrebbero non rimanere tali molto a lungo...
I primi capitoli, siete avvertiti, sono una semplice successione di morti orribili e dettagliate. Tra i personaggi che ci vengono presentati sono pochi quelli che sopravvivono per più di qualche pagina, tanto che viene da domandarsi quale sia lo scopo della loro comparsa se non far capire ai lettori che chiunque può morire. Sul serio, non c'è neppure il tempo di imparare i loro nomi... da un lato questo contribuisce ad alzare la tensione, dall'altro produce una sorta di abitudinarietà, per cui dopo un po' la morte violenta cessa di essere sorprendente o emozionante.
Andando avanti, tuttavia, la trama inizia ad approfondirsi, mentre i nostri personaggi cercano di scoprire quale sia il segreto dietro la comparsa delle Mahou Shoujo, ed un modo per fermarle. C'è anche spazio per approfondire i personaggi, che si rivelano in alcuni casi molto diversi da come erano apparsi all'inizio, e per lo sviluppo delle relazioni tra di loro, forzatamente affrettate dalla situazione apocalittica in cui si trovano, ma non del tutto inverosimili. La situazione si complica presto con la comparsa di personaggi misteriosi, ed addirittura viaggi nel tempo... che per me sono un punto molto a favore, come ormai saprete.

Beccata. Mi chiedevo quanto saresti riuscita a resistere senza nominare i viaggi nel tempo ed iniziare a pensare a Doctor Who.

Giusto, devo concentrarmi sulla recensione e passare al prossimo punto, ossia i personaggi. Come ho già accennato, molti di loro sono semplicemente carne da macello, fatto che all'inizio mi dava fastidio perché lo vedevo come uno spreco di personalità interessanti. Tra i fortunati che riescono a sopravvivere più a lungo, tuttavia, ci sono dei personaggi molto interessanti, capaci di attirarsi la simpatia del lettore. Il protagonista ha il pregio di non essere del tutto inutile, un passato che spiega il suo comportamento, cosa non scontata, ed un certo sviluppo nel corso della storia. Tra i personaggi femminili, è interessante sottolineare che se partono come i classici "tipi" visti e rivisti, ad un certo punto c'è una sorprendente e gradita inversione di ruoli. Ma il personaggio che personalmente mi ha affascinata di più è anche il più disturbante ed antipatico, Mahou Shoujo a parte: un poliziotto seriamente disturbato, psicopatico e (si intuisce) anche uno stupratore... che tuttavia, proprio per i suoi comportamenti assurdi, diventa una delle fonti di maggior divertimento della serie, quando non è impegnato ad essere rivoltante. Ci vuole un certo coraggio a mettere nel gruppo principale un personaggio del genere, ma devo dire che è gestito bene.
Termino parlando dello stile di disegno, che in realtà ho trovato piuttosto altalenante. Ad alcune pagine davvero geniali se ne alternano altre graficamente più scadenti, sia nel disegno dei personaggi che delle ambientazioni. Se alcune delle Mahou Shoujo sono davvero terrificanti, altre sembrano messe lì a caso. La violenza è assai dettagliatamente raffigurata, in alcuni casi anche troppo dettagliatamente, al punto da essere disturbante, ma personalmente non la ritengo affatto al livello, per rimanere in ambito horror/splatter/survival, di Apocalypse no Toride. Insomma, uno stile interessante e tutto sommato adeguato alla storia, ma non il mio preferito... ma quella, al solito, è una questione di gusti.
E con questo ho terminato. Consiglio "Mahou Shoujo of the end" se vi piacciono lo splatter, le atmosfere apocalittiche, e le bambole terrificanti. Buona lettura!

Clara

giovedì 27 marzo 2014

L'occhio nel cielo

Con questo post torniamo alle recensioni di libri di fantascienza, e per la precisione ad un titolo ormai piuttosto stagionato. "L'occhio nel cielo", o solo "Occhio nel cielo" in altre edizioni, è infatti stato scritto nel lontanissimo 1955 da Philip K. Dick, famosissimo ed originalissimo autore di fantascienza dagli interessanti e spesso inquietanti risvolti psicologici e sociali, che la maggior parte delle persone conoscono come l'autore del romanzo da cui è stato tratto "Blade Runner". Se il nome non vi dice niente neppure così, ne deduco che non siete appassionati di fantascienza.

Nel qual caso, siete autorizzati a premere la X in alto a destra e dedicarvi ad attività più interessanti della lettura di questo post. Tanto Clara non ha modo di accorgersene, quindi nessun sentimento offeso... peccato.

Tornando alla mia recensione, questo libro mostra in effetti qualche segno dei tempi in cui è stato scritto, per cui alcuni elementi potrebbero apparire anacronistici, ma è ancora una lettura affascinante, e presto vi spiegherò perché... ovviamente, dopo avervi presentato la trama:
Un incidente in una centrale nucleare di nuovissima sperimentazione coinvolge un gruppo di persone, sette visitatori e la loro guida, facendoli precipitare nel raggio delle radiazioni. Tra di essi c'è l'esperto di elettronica Jack Hamilton, appena licenziato dal suo lavoro per i sospetti di simpatie comuniste della moglie, anche lei presente. Nei minuti che le vittime passano distese a terra tra le macerie, in attesa dei soccorsi, le loro menti si ritrovano altrove, in mondi creati dalla psiche e dalla soggettiva visione della realtà di alcuni di loro. E scoprono che la realtà distorta attraverso gli occhi di un altro può essere molto più terrificante di qualsiasi fantasia...
Il romanzo è ambientato nell'America degli anni Cinquanta, un'America in piena guerra fredda ed ossessionata dalla minaccia comunista al punto da scatenare una vera e propria caccia alle streghe, un America ancora permeata di razzismo e di perbenismo. Proprio da questo punto di vista alcune reazioni dei personaggi ed alcuni dei loro discorsi possono, come ho accennato, apparire anacronistiche ai lettori del Duemila. Ma basta provare a sostituire "comunisti" con "terroristi islamici", o con qualche altra parola che i nostri giornali e telegiornali ripetono regolarmente, per rendersi conto che dopotutto qualche somiglianza si trova ancora, e per trovare una maggiore empatia con i personaggi.
Detto questo, tuttavia, non è la dimensione storico-politica quella che mi ha colpito soprattutto in questo libro, ma la sapiente costruzione della tensione, mentre i protagonisti si rendono conto che il mondo in cui si sono risvegliati non è quello che avevano lasciato, e cercano di scoprirne la causa. All'inizio, infatti, non hanno la minima idea di cosa sia successo, né di come tornare nel proprio mondo. E quando riescono a comprenderlo, la tensione non si smonta affatto, ma anzi sale l'angoscia di ritrovarsi bloccati in un incubo che non è neppure il loro, trascinati in un'odissea tra fanatismo e psicosi, che sembra farsi sempre più pericolosa. A questo viaggio si intreccia la storia personale di Jack e Marsha Hamilton, dominata dal dubbio del primo: sua moglie è la donna che ha sempre amato, o gli ha davvero nascosto di essere una pericolosa sovversiva? Fino a che punto può fidarsi di lei e della sua innocenza? La risposta arriverà solo alla fine dell'allucinato labirinto di mondi e menti...
Il libro, se ci fosse bisogno di sottolinearlo, mi è piaciuto molto. Philip Dick è un maestro nel rendere l'atmosfera straniante in cui si giocano il conflitto e la sovrapposizione tra mente e realtà, dalla prima progressiva realizzazione che "qualcosa è sbagliato" alla più completa, terrificante e paranoica realtà la cui descrizione non ha nulla da invidiare ai maestri dell'horror. Proprio la capacità di passare da toni quasi ironici al frenetico ritmo di una scena d'azione, da momenti filosofici a pericoli angoscianti, è un altro dei punti forti di questo romanzo, che tuttavia è tenuto insieme dal filo unitario del punto di vista di Jack e della sua personalità razionale, decisa a ritrovare la via di casa, ed al tempo stesso tormentata dai propri dubbi.
Un romanzo dal ritmo incalzante e dalla trama ricca di colpi di scena, che pone in dubbio la realtà stessa, mettendo in luce la discrepanza tra questa e la visione che noi ne abbiamo. Una delle più magistrali ed inquietanti interpretazioni che io abbia mai letto dell'espressione "vedere il mondo con gli occhi di un altro".
Buona lettura...

Clara


martedì 25 marzo 2014

Oh my sweet Alien!





Ancora una volta ho deciso di parlare di un manga che non è mai uscito in Italia, quindi, nel caso vi interessi, dovrete ricorrere alle scan online come ho fatto io, tra l'altro in inglese perché nessun gruppo lo ha ancora tradotto in italiano.

Il che significa che la nostra cara Clara è l'unica persona in Italia a conoscere il manga di cui sopra. E quindi sta cercando di convincere altre persone a leggerlo solo ed esclusivamente per non sentirsi il solito caso a parte.

Detto questo, per coloro che siano ancora interessati, "Oh, my Sweet Alien", titolo originale Yome ga Kore na Monde, è un volume unico composto da sei capitoli, scritto e disegnato da Miyata Kouji. Si tratta essenzialmente di una sitcom a proposito della vita quotidiana di un uomo e di sua moglie... che è la più adorabile aliena che si sia mai vista, con tanto di tentacoli prensili utilissimi in cucina e tuta sintetica a forma di umana per uscire di casa. I vari brevi episodi seguono la vita quotidiana della strana ed innamoratissima coppia, che presto diventerà un trio, con la nascita di un dolce (e tentacoluto) bambino. Tra segreti da mantenere a tutti i costi e pannolini da cambiare, suoceri letteralmente da un altro mondo e nuove conoscenze, essere genitori rimane la sfida più grande di tutte!

Ah, pensavo che la sfida più grande fosse fare una recensione decente. Comunque è inutile, a te i tentacoli non crescono e devi continuare a scrivere con due mani soltanto.

Come ho già detto, la storia è breve e suddivisa in episodi che possono essere letti singolarmente, proprio come una delle classiche sitcom televisive. Il suo punto di forza è sicuramente la dimensione comica, che lo rende una lettura piacevolissima, rinfrescante e disimpegnata, ottima per distrarsi e farsi qualche risata. Questo manga prende i classici elementi da "gli alieni sono tra noi" e li tesse in una piacevolissima commedia, dove l'umorismo si lega alla tenerezza ed all'affetto familiare, senza però mai risultare banale o stucchevole.
Lo stile di disegno è molto semplice e gradevole, ma anche se i personaggi umani appaiono comunque ben disegnati (soprattutto alcune espressioni del protagonista sono esilaranti), quello che mi è davvero piaciuto dal punto di vista grafico è l'aspetto della nostra aliena, decisamente graziosa, dolce ed espressiva.




Aaaaah, un parto alieno in diretta sul nostro blog! Svelti, coprite gli occhi ai bambini!

L'unica bambina qui è quella che sta già pensando a come trasformare queste immagini in sciocche fan art da riproporvi quando avrà esaurito le idee per i post. Siete avvisati, lettori...

Non c'è molto da dire dal punto di vista della trama, visto che come ho detto punta su episodi singoli e sull'effetto comico, ma personalmente sono rimasta soddisfatta, tanto più che nel finale c'è anche una parte d'azione e spericolati inseguimenti. Il ritmo rimane scorrevole e veloce, ed i vari segmenti narrativi si collegano bene gli uni agli altri, rivelando progressivamente la vita della famigliola.
Per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi, come è prevedibile prevalgono i tratti comici: la classica ingenuità un po' imbranata dell'aliena che si ritrova a vivere nel mondo umano, l'irritazione vagamente rassegnata di suo marito di fronte al caos in cui la sua vita pare precipitata, ma al tempo stesso l'amore che li lega. Tuttavia non si tratta di macchiette, ma di individui dotati di una propria profondità, come è evidente in altre scene. Lo stesso vale per i personaggi che si muovono intorno ai protagonisti: alcune caratteristiche sono quelle tipiche della commedia, ma ciascuno appare al tempo stesso unico e "completo" nella propria caratterizzazione.
Considerando tutto questo, vado sul sicuro nel consigliare "Oh my sweet Alien!" a chiunque voglia ridere un po' senza trovarsi invischiato in una serie lunghissima, a chiunque abbia apprezzato, magari da giovanissimo, quelle sitcom su famiglie fuori dal comune, ed in generale a chiunque apprezzi la fantascienza leggera.
Allora, pronti a farvi rapire dagli alieni?



Clara

domenica 23 marzo 2014

Elianto



Oggi ho deciso di recensire un libro che ho letto parecchio tempo fa, ma che mi è recentemente ritornato tra le mani, e che ho trovato ancora più interessante della prima volta. Si tratta di "Elianto", di Stefano Benni, un autore italiano molto conosciuto. Personalmente devo ammettere di non aver letto moltissimi suoi libri, e nessuno di quelli che ha pubblicato più di recente, ma i pochi romanzi su cui ho finora messo le mani mi hanno lasciato un'ottima impressione, quella di un autore con uno stile originale, una fantasia fresca e straripante, ed una vena satirica che punzecchia la nostra realtà italiana, politica, sociale, o semplicemente quella quotidiana con le sue macchiette di cui neppure ci accorgiamo, avvolgendola in un'atmosfera incantata e vagamente surreale.
Passando nello specifico ad Elianto, una delle cose che mi ha più stupito in questa seconda rilettura è stata come, nonostante il romanzo sia stato pubblicato nell'ormai lontano 1996, molto di ciò che si legge sembri riecheggiare questo nostro presente, portando alle estreme conseguenze situazioni che ci ricorderanno inevitabilmente quanto giornali e telegiornali ci presentano. Preveggenza, prova che dopotutto non siamo ancora cambiati molto, o semplice talento artistico nel cogliere realtà senza tempo? Ai posteri l'ardua sentenza... a voi la quarta di copertina!

"Se si fugge di notte da Villa Bacilla sulle ali di una diavolessa sexy, sorvolando Tristalia assieme a tre equipaggi che si spostano contemporaneamente, può accadere di visitare gli otto mondi alterei della mappa nootica. Capita così di conoscere la terra primordiale di Ermete Trismegisto, Protoplas; i mari incantati di Capitan Guepière a Posidon; i cinquanta casinò e i locali notturni di Bludus; Mnemonia con i suoi fuochi fatui e l'insidia dell'embambolia; Medium con le sue giornate di Beneficenza Ben-evidente... C'è speranza di riuscire, assieme ai protagonisti, a districarsi tra le mille prove e di attraversare gli infiniti mondi creati dalla fantasia di Stefano Benni?"

Da questa descrizione, si potrebbe pregustare un avventura dal sapore fantasy, un arcobaleno di avventure e paesi immaginari, ma chi si fermasse ad una descrizione del genere perderebbe moltissimo. Perché Elianto è anche il racconto di una distopia, avvolta nell'emblematico nome di Tristalia, un paese dai tratti familiari dove dodici presidenti, in maniera del tutto legale, si assassinano a vicenda davanti alle telecamere per il potere assoluto, dove solo chi è nella maggioranza nei voti ai sondaggi televisivi può godere dell'elettricità, e dove le Contee si ritrovano periodicamente ad affrontare sfide il governo centrale per poter mantenere la propria indipendenza. Un paese dove tutto è controllato da un super-computer che amministra ogni aspetto della vita, assicurandosi che il livello di Paura dei cittadini sia sempre appropriato ad una sicura e controllata ubbidienza: lo Zentrum. Per salvare la Contea Otto e battere il campione governativo (di quiz), tre ragazzi ribelli, Iri, Rangio e Boccadimiele, devono trovare una cura alla malattia che costringe a letto il loro amico Elianto, l'unica speranza di vittoria. E gli ingredienti di questa cura sono sparsi nei Mondi Alterei, gli altri piani d'esistenza, ciascuno con le sue meraviglie o i suoi orrori, ciascuno a suo modo surreale o, al tempo stesso, esagerazione di qualche realtà.
Tra gli stessi mondi, in un viaggio parallelo che si intreccia al primo, viaggia Fuku Occhio-di-Tigre, rappresentante dei nobili guerrieri-nuvola, campioni di arti marziali e di tecniche ascetiche, alla ricerca di un riluttante campione che difenda il monastero nella loro sfida (di lotta, ovvio) anti-governativa. Tra gli stessi mondi, infine si muovono Ebenezer, Brot e Carmilla, diavoli in servizio attivo ed in missione per conto del loro capo, Lucifero, decisi ad eliminare lo Zentrum e restituire alle anime di Tristalia la libertà di dannarsi da sole, perché come si fa ad essere i perfidi tentatori se la televisione già trasmette e concede qualsiasi peccato? Ecco, non è professionale e non c'è gusto...
I tre gruppi di personaggi si muovono quindi tra i mondi e tra le pagine, seguendo percorsi paralleli o intrecciati, mentre nella sua camera d'ospedale il giovane Elianto attende ed osserva, seguendo i sentieri tracciati sulla mappa nootica che la luna ha disegnato sulla sua parete. Ed altri personaggi ancora si muovono intorno a questi, come Talete, l'infermiere filosofo della clinica e la famiglia di Elianto. E poi presentatori televisivi e piccoli geni, pirati travestiti e alberi magici, saggi indiani in miniatura e pesci filosofi... una girandola di personaggi incredibili, pronti ad accompagnarvi tra perle di saggezza e guizzi di comicità, attimi di tensione ed altri di struggente malinconia, senza un attimo di tregua o di noia.
Per quanto riguarda lo stile, ho già accennato a quanto lo ami. Il primo impatto è straniante, perché Benni usa un linguaggio tutto suo, fatto di neologismi e giochi di parole, termini gergali affiancati a parole auliche, elenchi sterminati, metafore, iperboli e paradossi. Il risultato è una macedonia di parole, un modo di scrivere che, come capita per Baricco e per molti altri scrittori che giocano con la fantastica duttilità della nostra splendida lingua italiana, puoi amare o odiare, ma che di sicuro non suonerà già sentito o banale.
Le ambientazioni sono un altro punto di forza: i Mondi Alterei vi faranno sognare, ciascuno a modo suo, sogni o incubi che siano. Ognuno unico, ognuno una diversa sfaccettatura di realtà, tutti degni di ambientarci un'intera saga e non soltanto un capitolo del viaggio. Lo stesso vale per i personaggi che li abitano e li visitano, decine di volti, a volte appena accennati, altre approfonditi, tutti speciali e difficili da dimenticare.
"Elianto" prende la dimensione satirica e quella filosofica, le frulla insieme ad un'abbondante dose di fantastico, spruzza il risultato di surreale umorismo e confeziona il tutto in un linguaggio barocco ed affascinante. Se questo è quello che state cercando in un libro, vi consiglio vivamente di cercarlo. Se no, ve lo consiglio lo stesso... potrebbe sorprendervi.

Clara

giovedì 20 marzo 2014

A volte ritornano

E' con immenso dolore che siamo qui riuniti a commemorare la scomparsa della povera Clara, venuta tragicamente a mancare in circostanze misteriose. Alcuni raccontano che sia stata sepolta da una valanga di testi universitari, altri mormorano che si sia lasciata annegare in un mare di tisane, altri ancora sostengono che sia stata risucchiata dallo schermo del suo computer mentre fingeva di studiare ed in realtà perdeva tempo su Internet, punizione divina per le sue menzogne "non posso uscire, sto ripassando, giuro!". Personalmente, penso che sia stata divorata dai criceti zombie.

Vorrei sapere da dove arriva questa fissa per i criceti zombie.

Già, si può sapere perché proprio dei criceti? Potrebbero essere tartarughe zombie, pappagalli zombie, salamandre zombie, pesci rossi zombie... trovato! Mentre Clara perdeva tempo su Internet, il libro che avrebbe dovuto studiare le è caduto in testa, facendola cadere in una vasca di pesci rossi zombie che l'hanno divorata. Uhm, è un po' lungo da scrivere sulla lapide.

Potremmo scriverci semplicemente "Finalmente possiamo riposare in pace, amen".

Ehm, in realtà sarei appena tornata dopo aver dato un esame, ed avrei intenzione di scrivere qualcosa, quindi se potete smetterla di farmi il funerale...

Aaaagh! Un fantasma!

Ignorala e finisci il servizio funebre, tanto non cambia nulla.

Grazie, è sempre bello sapere che vi sono mancata. Ora, come stavo dicendo, mi scuso con i lettori per aver momentaneamente abbandonato il blog, ma adesso sono tornata.

E' tornata a perseguitarci! Credi che abbia scoperto che abbiamo dato i suoi appunti per i prossimi post in pasto alla nostra tartaruga mascotte?

Quali appunti per i prossimi post? Era la sua lista dei webcomic preferiti.

Ribadisco che sono ancora viva.

Si può rimediare.

Ehm, lasciamo perdere. In ogni caso, oggi non ho voglia di fare qualche recensione, così dedicherò il post a qualche idea a tema primaverile.

Primavera, quando la natura rifiorisce... Clara, metteremo dei bellissimi fiori sulla tua tomba, ma smetti di perseguitarci!

A proposito di fiori, questo è il mese ideale per uscire di casa ed ammirarne centinaia, soprattutto se non siete allergici. Ma se invece lo siete, oppure se semplicemente volete mandare a qualcuno un biglietto d'auguri originale, esistono moltissimi siti per creare le proprie composizioni floreali virtuali. Può essere una simpatica alternativa al solito banale "tanti auguri", o semplicemente un modo per decorare un po' il proprio angolino di Internet, blog o altro che sia. Un esempio è http://flowers.myfuncards.com: questo sito ha il difetto di chiederti, alla fine, di scaricare un programma, ma è sufficiente ignorarlo e limitarsi a salvare la propria creazione. Semplicissimo da usare, ma i fiorellini sono adorabili.


Posso chiedere cosa c'entra la giraffa?

Non è ovvio? E' un indizio, Clara è stata uccisa da una giraffa zombie.

Un altro sito che offre una possibilità simile, ma più realistica, è Interflora, che tecnicamente è un sito di vendita di fiori, per cui alla fine del "progetto" puoi farti mandare a casa il bouquet materiale... se non fosse che è in Inghilterra, e visto che non hanno ancora creato una macchina per il teletrasporto non è molto conveniente. Ma per creare il proprio vasetto virtuale va benissimo.


Uhm, forse il fantasma di Clara sta cercando di dirci che vuole una corona funebre sulla lapide.

O forse sta solo trovando scuse per perdere tempo invece di fare cose utili. A proposito, quel bouquet è orribile.

Uhm, forse hai ragione. Okay, ho trovato un altro lavoro che non sarò mai in grado di fare, quindi ora saluto tutti e vado a fare qualcosa di utile. Baci e buona primavera, lettori!



Clara




PS: Ehi, io ho finito la lapide!


lunedì 10 marzo 2014

Yamada-kun e le sette streghe




Ho notato che è da un po' che non recensisco manga, quindi è il momento di rimediare con un titolo che ho scoperto un po' di tempo fa, e che finalmente mi decido a presentare come si deve.

Da interpretare come: "Clara ha scoperto che esce l'edizione cartacea in Italia e quindi, anche se sono mesi che segue le scan online, si è ricordata che non ne aveva ancora parlato".

"Yamada-kun e le sette streghe", titolo originale "Yamada-kun to 7-nin no Majo", è scritto e disegnato da Miki Yoshikawa, ed è una commedia romantica con elementi soprannaturali.
Yamada Ryuu ha pessimi voti ed una reputazione da teppista che lo tiene isolato dai compagni di scuola. Shiraishi Urara è una delle studentesse più brillanti e belle dello stesso istituto. Due vite completamente diverse e separate, fino a quando i due si incrociano sulle scale e cadono a terra... e quando Yamada riprende i sensi, si ritrova nel corpo di Shiraishi, mentre la ragazza è finita nel suo. Presto i due scoprono che la causa di questo cambiamento è un bacio scambiatosi accidentalmente durante la caduta, e che quello non è l'unico mistero della loro scuola. Riusciranno i nostri eroi, e gli altri che si aggregano a loro, a svelare il mistero delle sette streghe?
Come sempre accade, lo scambio di corpi è il punto di partenza di comici equivoci, tentativi di sfruttare la situazione e fallimentari misure per impedire agli altri di scoprirli. Al tempo stesso, anche qui secondo un elemento tipico, è l'occasione che permette ai personaggi di conoscersi meglio e superare alcune difficoltà. La differenza è che la trama non si basa interamente su questo, ma lo scambio è semplicemente il punto di partenza di una storia che entro pochi capitoli inizia a farsi più complessa. Yamada e Shiraishi inizialmente vogliono solo scoprire cosa stia succedendo, e sfruttare un po' la situazione, ma cosa faranno quando nuovi personaggi scopriranno il loro potere? E soprattutto, quando si renderanno conto che quello non è l'unico potere soprannaturale in circolazione nella scuola, e che alcuni sono molto più pericolosi? Leggete per scoprirlo...
La storia ha, a mio parere, un ottimo ritmo, la trama procede rapidamente ma senza essere troppo affrettata. Anche i capitoli che contribuiscono meno a portare avanti la storia sono comunque gradevoli da leggere ed utilissimi per lo sviluppo dei personaggi. Il tutto è pervaso da un umorismo leggero ed esilarante, basato sia sulle situazioni in cui si trovano sia sui caratteri particolari dei personaggi.
Parlando dei personaggi, ce ne sono davvero molti, ed ho apprezzato come tutti abbiano una propria personalità, con tratti caratteristici nel comportamento, a volte un po' folli, che li differenziano dagli altri. Senza fare troppi spoiler, poi, mi limito a dire che alcune delle streghe rivelano delle motivazioni particolarmente interessanti: non solo risvolti comici, quindi, ma anche momenti più commoventi. L'inevitabile storia d'amore, visto che si tratta pur sempre di un manga romantico, è giocata molto bene e si sviluppa progressivamente, in modo naturale (per un dato valore di naturale, chiaro) e dolcissimo.
Ultimo punto, lo stile di disegno, che personalmente mi è piaciuto molto, sia per quanto riguarda la resa dei personaggi che degli sfondi. Uno stile semplice, con le occasionali vignette caricaturali che sono tipiche dei manga, ma molto piacevole e curato. I lettori maschi saranno felici di sapere che non manca il fanservice, anche se non è un elemento preponderante.
Unica "avvertenza"... questo manga sembra deciso a fare ammenda per tutta l'assenza di baci appassionati che caratterizza molte altre delle mie serie preferite. Quindi, aspettatevi una notevole quantità di baci, anche tra personaggi dello stesso sesso. Giusto per avvisare chi potesse essere infastidito. Se la cosa invece non vi crea problemi, e se cercate qualcosa che vi faccia ridere, innamorare, e rimanere incollati alla sedia, "Yamada e le sette streghe" è un titolo che consiglio caldamente.




Clara

sabato 8 marzo 2014

Buona festa delle donne!











Nel caso qualcuno se lo stesse chiedendo, questo è uno dei famosi post in cui Clara non ha voglia di scrivere, e quindi si limita a propinarvi un biglietto di auguri prodotto tramite la raffinatissima tecnica "Copia, incolla, e poi pasticcia su Pixlr.com". E poi lo fa spiegare a me e Voce.

Ma visto che è una bella giornata di sole e che siamo tutti più buoni, eviteremo di sottolineare le sue ormai note carenze come blogger, ed anche quelle come creatrice di biglietti di auguri che un bambino dell'asilo farebbe meglio. Buona festa della donna a tutte le donne che passano per questo blog, e buon finesettimana a tutti gli altri!

Tanti auguri, ragazze! ^_^

mercoledì 5 marzo 2014

Ensign Sue




Ed eccomi di nuovo qui a recensire un webcomic, categoria in cui sto scoprendo dei veri gioiellini. Rigorosamente in inglese, per ora... non temete, arriveranno anche i webcomic italiani, visto che ce ne sono parecchi di interessanti!

Ma Clara ha bisogno di una scusa per poter dire "ehi, sto facendo qualcosa di utile e ripassando una lingua straniera!" senza sentirsi in colpa. Seguite i suoi consigli, ed anche voi avrete il piacere di guardare l'orologio e piagnucolare "Ho sprecato tutto il pomeriggioooooo! Perchéééé? Sono un caso disperatooooooo!"

Non datele retta, non faccio così.

Peggio. Molto peggio.

Ma ignoriamo la mia crudele Voce della coscienza ed iniziamo questa recensione.

Ora parla di se stessa in prima persona plurale, ho sempre detto che era schizofrenica.

Okay, comincio la recensione. Sul serio stavolta.

Come vuoi.

Ma prima si rende necessario un piccolo appunto, perché a differenza dei webcomic che ho già recensito, questo non è esattamente una storia originale. Per leggerlo ed apprezzarlo, è indispensabile avere una conoscenza preliminare delle seguenti materie:
1) Star Trek
2) la terribile piaga delle Mary Sue
Credo che Star Trek non abbia bisogno di presentazioni, e se non lo conoscete non capirete nulla del webcomic, quindi chiudete questa pagina ed andate su un sito di streaming a recuperare almeno i film più recenti. E' una delle serie televisive che ha fatto la storia della fantascienza, recentemente riportato alla ribalta, appunto, da due film che reinterpretano le origini della saga, del capitano Kirk e della nave stellare Enterprise.
Ed è proprio qui che inizia la nostra storia, a bordo dell'Enterprise, dove il giovane Spock sta parlando ad una versione più anziana di se stesso. Fondamentalmente, è lo Spock cinematografico che parla con lo Spock televisivo, per avvisarlo di un terribile pericolo che incombe su tutti loro, una forza in grado di piegare l'universo alla propria volontà.
Nella vignetta successiva, ci viene introdotto il nuovo membro dell'equipaggio dell'Enterprise: la guardiamarina Mary Amethyst Star Enoby Aiko Archer Picard Janeway Sue, ma potete chiamarla Mary Sue.



A questo punto chi è familiare con il mondo delle fanfiction avrà già capito cosa sta succedendo, mentre gli altri si staranno chiedendo quale genitore snaturato abbia scelto il nome della bionda fanciulla (perché ovviamente è bionda, con meches cangianti dal rosa all'azzurro). E' quindi il momento di aprire una parentesi sul fenomeno delle Mary Sue.
Esistono diverse definizioni, ma per quanto riguarda questo webcomic, una Mary Sue è la perfezione incarnata. L'intera trama gira intorno a lei. La Mary Sue è un genio, sa fare qualsiasi cosa, ed in caso contrario impara a farla in qualche ora, anche se normalmente richiederebbe anni di pratica. La Mary Sue, è neanche a dirlo, bellissima, la donna o ragazza più bella che si sia mai vista. La Mary Sue ha un passato tragico e strappalacrime, che non mancherà di ricordare ripetutamente ai lettori ed agli altri personaggi. La Mary Sue intreccia spesso e volentieri relazioni sentimentali con uno o più dei personaggi della serie in cui viene inserita, nella più rigorosa noncuranza di quanto stabilito dalla serie stessa. Così, troviamo fanfiction del Signore degli Anelli in cui una splendida fanciulla viene catapultata nella Terra di Mezzo ed entro due capitoli è tra le braccia di Legolas o Aragorn (Arwen? Arwen chi?) oltre naturalmente a distruggere l'Unico Anello da sola (Frodo? Frodo chi?), eccetera.
Per quanto riguarda Star Trek, la piaga è piuttosto diffusa, soprattutto nei confronti della versione cinematografica. La perfetta nuova recluta fa immediatamente innamorare di sé il giovane ed aitante capitano, oppure il suo stoico ufficiale dalle orecchie a punta, o meno diffusamente qualche altro membro dell'equipaggio... il tutto mentre batte da sola qualsiasi record di improbabili abilità e salva il mondo. Per fortuna, numerose quanto le Mary Sue, ci sono le parodie che le distruggono sistematicamente.
Chiusa la parentesi, si torna alla nostra guardiamarina (in inglese ensign) Mary Sue, che a differenza delle sue sorelle sparse nel mondo della narrativa ha un problema. I personaggi, al posto di cadere ai suoi piedi, passando dalla perplessità all'irritazione, per arrivare all'unanime conclusione: "Ensign Sue must die", la guardiamarina Sue deve essere eliminata... ma come liberarsi di un'anomalia così potente da modificare l'universo intorno a lei?
Il primo capitolo della saga gira intorno a questo interrogativo, ed ai tentativi dell'equipaggio di fare affrontare alla beatamente ignara Mary Sue un tragico destino. I fan della serie originale apprezzeranno probabilmente i riferimenti, come il Mirror Universe dove
Il secondo capitolo vede Kirk, Spock e gli altri dell'Enterprise affrontare un'invasione di Mary Sue che ha infettato tutto il multiverso, con l'aiuto di un collaboratore d'eccezione. Prego, un rullo di tamburi per...

Tu-tu-tu-tum... tu-tu-tu-tum... tu-tu-tu-tum...

IL DOTTORE! Ehi, non avrete sul serio pensato che la mia ossessione per Doctor Who fosse scesa ad un livello accettabile, vero? Il decimo Dottore, il nostro adorato David Tennant, si aggrega all'equipaggio dell'Enterprise contro la peggior minaccia che il multiverso abbia mai affrontato. Altre serie di Star Trek, Marvel, DC, My Little Pony... nessuno è più al sicuro.
Il terzo capitolo è iniziato a gennaio di quest'anno, e continua la lotta sempre più disperata contro le splendide e scintillanti minacce per il tessuto della realtà.

Questo webcomic ha uno stile di disegno molto "puccioso" ed essenziale, ma i personaggi sono perfettamente riconoscibili per i loro tratti caratteristici, e le espressioni facciali sono lo stesso molto eloquenti. Insomma, a parte per ovvi motivi quella del mio vulcaniano preferito, che però rivela comunque un'inaspettata varietà di fronte alle performances di Mary Sue. A questo stile semplice si accompagna un umorismo comprensibile a chiunque abbia una minima conoscenza della serie, e che personalmente trovo assai efficace. La dimensione comica è data sia dall'assurdità della nostra melodrammatica Sue, sia dalla crescente disperazione dei personaggi, sia infine ed ovviamente dalla componente metanarrativa, che in una serie come questa gioca un ruolo fondamentale. Nel secondo capitolo la vicenda si fa più complicata, ma l'umorismo si mantiene costante, espandendosi a bersagliare altri universi e senza risparmiare frecciatine ai personaggi ed alle serie originali.
Se volete farvi qualche sana risata, se amate Star Trek, se reclamate vendetta per tutte le volte che avete letto la stessa identica trama su un sito di fanfiction, se semplicemente vi piace l'idea di vedere gli eroi della fantascienza alle prese con la minaccia della perfezione... Ensign Sue è il titolo che fa per voi, e quel link vi porterà dritti alla prima striscia.
Buona lettura!

Clara