domenica 23 marzo 2014

Elianto



Oggi ho deciso di recensire un libro che ho letto parecchio tempo fa, ma che mi è recentemente ritornato tra le mani, e che ho trovato ancora più interessante della prima volta. Si tratta di "Elianto", di Stefano Benni, un autore italiano molto conosciuto. Personalmente devo ammettere di non aver letto moltissimi suoi libri, e nessuno di quelli che ha pubblicato più di recente, ma i pochi romanzi su cui ho finora messo le mani mi hanno lasciato un'ottima impressione, quella di un autore con uno stile originale, una fantasia fresca e straripante, ed una vena satirica che punzecchia la nostra realtà italiana, politica, sociale, o semplicemente quella quotidiana con le sue macchiette di cui neppure ci accorgiamo, avvolgendola in un'atmosfera incantata e vagamente surreale.
Passando nello specifico ad Elianto, una delle cose che mi ha più stupito in questa seconda rilettura è stata come, nonostante il romanzo sia stato pubblicato nell'ormai lontano 1996, molto di ciò che si legge sembri riecheggiare questo nostro presente, portando alle estreme conseguenze situazioni che ci ricorderanno inevitabilmente quanto giornali e telegiornali ci presentano. Preveggenza, prova che dopotutto non siamo ancora cambiati molto, o semplice talento artistico nel cogliere realtà senza tempo? Ai posteri l'ardua sentenza... a voi la quarta di copertina!

"Se si fugge di notte da Villa Bacilla sulle ali di una diavolessa sexy, sorvolando Tristalia assieme a tre equipaggi che si spostano contemporaneamente, può accadere di visitare gli otto mondi alterei della mappa nootica. Capita così di conoscere la terra primordiale di Ermete Trismegisto, Protoplas; i mari incantati di Capitan Guepière a Posidon; i cinquanta casinò e i locali notturni di Bludus; Mnemonia con i suoi fuochi fatui e l'insidia dell'embambolia; Medium con le sue giornate di Beneficenza Ben-evidente... C'è speranza di riuscire, assieme ai protagonisti, a districarsi tra le mille prove e di attraversare gli infiniti mondi creati dalla fantasia di Stefano Benni?"

Da questa descrizione, si potrebbe pregustare un avventura dal sapore fantasy, un arcobaleno di avventure e paesi immaginari, ma chi si fermasse ad una descrizione del genere perderebbe moltissimo. Perché Elianto è anche il racconto di una distopia, avvolta nell'emblematico nome di Tristalia, un paese dai tratti familiari dove dodici presidenti, in maniera del tutto legale, si assassinano a vicenda davanti alle telecamere per il potere assoluto, dove solo chi è nella maggioranza nei voti ai sondaggi televisivi può godere dell'elettricità, e dove le Contee si ritrovano periodicamente ad affrontare sfide il governo centrale per poter mantenere la propria indipendenza. Un paese dove tutto è controllato da un super-computer che amministra ogni aspetto della vita, assicurandosi che il livello di Paura dei cittadini sia sempre appropriato ad una sicura e controllata ubbidienza: lo Zentrum. Per salvare la Contea Otto e battere il campione governativo (di quiz), tre ragazzi ribelli, Iri, Rangio e Boccadimiele, devono trovare una cura alla malattia che costringe a letto il loro amico Elianto, l'unica speranza di vittoria. E gli ingredienti di questa cura sono sparsi nei Mondi Alterei, gli altri piani d'esistenza, ciascuno con le sue meraviglie o i suoi orrori, ciascuno a suo modo surreale o, al tempo stesso, esagerazione di qualche realtà.
Tra gli stessi mondi, in un viaggio parallelo che si intreccia al primo, viaggia Fuku Occhio-di-Tigre, rappresentante dei nobili guerrieri-nuvola, campioni di arti marziali e di tecniche ascetiche, alla ricerca di un riluttante campione che difenda il monastero nella loro sfida (di lotta, ovvio) anti-governativa. Tra gli stessi mondi, infine si muovono Ebenezer, Brot e Carmilla, diavoli in servizio attivo ed in missione per conto del loro capo, Lucifero, decisi ad eliminare lo Zentrum e restituire alle anime di Tristalia la libertà di dannarsi da sole, perché come si fa ad essere i perfidi tentatori se la televisione già trasmette e concede qualsiasi peccato? Ecco, non è professionale e non c'è gusto...
I tre gruppi di personaggi si muovono quindi tra i mondi e tra le pagine, seguendo percorsi paralleli o intrecciati, mentre nella sua camera d'ospedale il giovane Elianto attende ed osserva, seguendo i sentieri tracciati sulla mappa nootica che la luna ha disegnato sulla sua parete. Ed altri personaggi ancora si muovono intorno a questi, come Talete, l'infermiere filosofo della clinica e la famiglia di Elianto. E poi presentatori televisivi e piccoli geni, pirati travestiti e alberi magici, saggi indiani in miniatura e pesci filosofi... una girandola di personaggi incredibili, pronti ad accompagnarvi tra perle di saggezza e guizzi di comicità, attimi di tensione ed altri di struggente malinconia, senza un attimo di tregua o di noia.
Per quanto riguarda lo stile, ho già accennato a quanto lo ami. Il primo impatto è straniante, perché Benni usa un linguaggio tutto suo, fatto di neologismi e giochi di parole, termini gergali affiancati a parole auliche, elenchi sterminati, metafore, iperboli e paradossi. Il risultato è una macedonia di parole, un modo di scrivere che, come capita per Baricco e per molti altri scrittori che giocano con la fantastica duttilità della nostra splendida lingua italiana, puoi amare o odiare, ma che di sicuro non suonerà già sentito o banale.
Le ambientazioni sono un altro punto di forza: i Mondi Alterei vi faranno sognare, ciascuno a modo suo, sogni o incubi che siano. Ognuno unico, ognuno una diversa sfaccettatura di realtà, tutti degni di ambientarci un'intera saga e non soltanto un capitolo del viaggio. Lo stesso vale per i personaggi che li abitano e li visitano, decine di volti, a volte appena accennati, altre approfonditi, tutti speciali e difficili da dimenticare.
"Elianto" prende la dimensione satirica e quella filosofica, le frulla insieme ad un'abbondante dose di fantastico, spruzza il risultato di surreale umorismo e confeziona il tutto in un linguaggio barocco ed affascinante. Se questo è quello che state cercando in un libro, vi consiglio vivamente di cercarlo. Se no, ve lo consiglio lo stesso... potrebbe sorprendervi.

Clara

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