lunedì 26 agosto 2013

The Voice on Holiday - 2

La Voce si risvegliò e si accorse che gli eventi del capitolo precedente erano stati solo un sogno. Fine

D'accordo, tu ci hai provato. Ora inizio il VERO secondo capitolo.

Maledizione, speravo che funzionasse. Almeno posso smettere di giacere, senza significati secondari, in un luogo oscuro ed ancora totalmente non descritto? Questo tuo adorabile vestitino non è affatto adatto alle avventure.

La Voce si risvegliò bruscamente da un sogno in cui si stava lamentando incessantemente e senza motivo, solo per trovarsi in un luogo che non aveva mai visto prima. Sollevò le palpebre e si tirò a sedere di scatto. Questa volta, notò con sollievo, non si trovava in una piccola stanza senza aperture, né in mezzo alla neve o circondata da piante carnivore. Era seduta tra le radici di un grande albero, su un soffice tappeto di muschio scuro ed umido, e raggi di luce calda scendevano intorno a lei dal baldacchino di foglie che la sovrastava, facendo scintillare il pulviscolo dorato. Una foglia secca le scivolò di dosso, facendole notare che l'abito che indossava non era più lo stesso di cui si era lamentata solo pochi secondi prima.
E neanche la sua statura era più quella di poco prima, considerando che quella foglia l'aveva ricoperta interamente.
Oh no. No e semplicemente no. So che hai problemi ad accettare il tuo essere diversamente alta, ma per favore, non scaricarli sempre sugli altri. O almeno non su di me.
E neanche su di me, per favore.
Beh, tu sei sempre stato bassetto. A proposito, dove sei?
Qui di fianco a te.
La Voce si girò, e, dall'altra parte di una radice che sporgeva dal terreno formando un arco di legno rugoso, vide un volto che la fissava.
A logica, e procedendo per esclusione, quello doveva essere Piccolo Troll. Purtroppo pareva che anche lui fosse caduto vittima della stessa misteriosa trasformazione che la sua compagna di sventura aveva subito.
Ed ora, naturalmente, Clara ci mostrerà tale trasformazione sotto forma di qualche stupido giochetto su Internet, dal momento che non ha ancora imparato a disegnare ed odia scrivere le descrizioni.
In effetti era quello che stavo per fare.
Fallo e basta.



Si può sapere perché sono diventata una fatina?!
La cosa più preoccupante è che IO sia diventato una fatina. Insomma, un fatino. Qualsiasi cosa sia.
Uhm... fato?
Fatroll?
Insomma, per interrompere questa disquisizione lessicale, i nostri due eroi erano ora dotati di graziose alucce, di abiti degni di un racconto fantasy
come no, uno scritto sotto l'effetto di funghi allucinogeni.
Credevo che quello fosse il metodo normale per gli scrittori.
e, nel caso della Voce, di un cappellino a forma di ghianda. La dolce creaturina stava ancora tentando di riprendersi dalla sorpresa, quando si accorse che c'era qualcosa posato a terra accanto a lei.
Dimmi che non è uno scettro magico.
O un cinese.
Era un libro, un voluminoso tomo rilegato di cuoio marrone, decorato da svolazzanti arabeschi dorati.
Ehi, dovremmo essere noi che abbiamo le ali a volare, non gli arabeschi! Che ingiustizia!
Argh, non in quel senso! In ogni caso, la Voce raccolse il libro e lo soppesò cautamente nella mano.
E tutti gli arabeschi volarono via.
NO. Il libro si spalancò di scatto con un fruscio di pagine antiche, facendo sì che la fatina stupefatta lo mollasse. Ma, invece di cadere a terra come la forza di gravità vorrebbe
se non fossimo in uno dei tuoi raccontini demenziali
il libro rimase a fluttuare di fronte ai loro volti, per poi posarsi con grazia tra le mani che lo avevano appena perso
o volutamente mollato prima che potesse fare qualcosa di ridicolo, a seconda dei punti di vista.
La Voce e Piccolo Troll si trovarono ad osservare delle parole che affioravano con lentezza sulla pagina ingiallita, per poi contorcersi in forme comprensibili alla loro conoscenza.
Ho appena deciso che non so leggere. Come la mettiamo?
I due lessero, ancora confusi:
" Benvenuti, viaggiatori, nella Foresta Incantata, dove la magia scorre nella linfa degli alberi e sussurra nel vento."
E fa svolazzare gli arabeschi.
E che razza di nome è Foresta Incantata? Potevi fare uno sforzo, Clara.
" Siete stati portati qui per salvare questo mondo fiabesco da un terribile destino. Un mostro spaventoso ci minaccia, e voi siete la nostra ultima speranza! Cercate le Fate del Giorno e della Notte, che vi consegneranno le armi per eliminare la minaccia oscura che pende su di noi."
E se cercassimo semplicemente l'uscita?
" Non c'è speranza di uscita, se non la vittoria. Attaccata alla copertina c'è una bussola che punta sempre al palazzo delle Fate, così non avrete nessuna scusa. Buona fortuna, miei prodi!"
Perché avevo la sensazione che lo avrebbe detto?
Perché Clara non è capace di inventare trame originali?
Perché non state zitti ed iniziate a cercare le Fate del Giorno e della Notte?
Perché stiamo facendo il gioco dei perché?
Perché... oh, lasciamo perdere!
I nostri intrepidi eroi, pronti a seguire il loro destino, intrapresero quindi il difficile viaggio che avevano di fronte. O meglio, tutto intorno, come sembrava pensare la bussola che li fece passare per dieci volte di fronte a quello stesso albero prima di decidersi a puntare in una direzione più promettente. Ma finalmente la Voce e Piccolo Troll si inoltrarono tra le radici e
ehi, perché non possiamo volare? Le ali ce le abbiamo!
Perché non credo che queste fragili membrane siano in grado di reggere il nostro peso. L'autrice non capisce molto di fisica, ed è più che propensa a farci cadere a terra al primo tentativo. E poi non ho particolare fretta di andare avanti.
Ah, neanche io. Che ne dite se vi saluto fino al prossimo capitolo?
Ciao ciao!
Fa in modo che quel capitolo arrivi in fretta, voglio tornare in vacanza.
Nel prossimo capitolo, o post che dir si voglia: inaspettate rivelazioni, scontri all'ultimo sangue, ed un sacco di altre cose!
E biscotti.
Ma insisti con questa storia?! Niente biscotti.


Clara
la Voce
e Piccolo Troll (o Fatroll che dir si voglia)

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