domenica 2 novembre 2014

Uomini in rosso

Il modo migliore per introdurre il libro che ho appena letto, e che mi affretto a presentarvi, è riportare la conversazione che ho avuto in proposito con una compagna di corso.

LEI: Ehi, che stai leggendo?
IO: Dunque, hai presente Star Trek? La serie originale?
LEI: Sì, certo.
IO: Hai presente i poveri disgraziati con l'uniforme rossa che muoiono sempre?
LEI: Certo...
IO: Questo libro parla di loro.

Tenete presente che tutta questa conversazione si è svolta a causa del fatto che Clara stava ridacchiando come una cretina mentre l'altra, poveretta, tentava di ripassare per un esame.

Clara, sei una pessima persona.


Va bene, grazie per l'interessamento. Ora posso proseguire con la recensione?

Considerando che sono tre giorni che rimandi il momento di scriverla? Certo, prosegui pure. Intanto io vado a cercare un'uniforme rossa della tua taglia.

Okay, ora è il momento di un'altra premessa. Portate pazienza, ma quando ci vuole ci vuole. Come forse alcuni di voi sapranno, altri no, ho sviluppato una preoccupante dipendenza da un sito Internet chiamato TvTropes, un sito (in inglese) che cataloga appunto i tropes, i "meccanismi" ricorrenti della narrativa, e le opere in cui sono stati usati. E che risucchia il tempo libero in maniera terrificante, ma questo è un altro discorso. Insomma, uno degli strumenti narrativi in cui mi sono imbattuta, nel mio vagare tra le pagine, è questo: Red Shirt, ovvero la comparsa che muore per introdurre il nemico/pericolo di turno, o semplicemente per aumentare la tensione.
Da quella pagina, sono approdata ad un romanzo intitolato appunto Red Shirts, parodia dedicata a queste sfortunate figure. Non ci ho fatto molto caso, visto che le speranze di vederlo in italiano mi sembravano scarse.
E poi, qualche giorno fa, sono andata in biblioteca ed ho iniziato ad esaminare lo scaffale di fantascienza, alla ricerca di una lettura interessante. C'erano alcuni titoli nuovi, e questa copertina mi ha incuriosito:



Ho iniziato a leggere la quarta di copertina, e mi sembrava di aver già sentito quella trama... poi ho guardato il titolo originale: Redshirt. Era la traduzione italiana di Redshirt. Vi giuro, ero sul punto di mettermi a saltellare di gioia.

A quel punto ha scoperto di aver dimenticato a casa la tessera della biblioteca ed ha dovuto aspettare il giorno dopo per prendere in prestito il libro. Se proprio dobbiamo fare una premessa più lunga della recensione, tanto vale spiegare tutto fino in fondo.


Va bene, la premessa è finita.

Quindi il pezzo in cui ti dimentichi di cenare perché vuoi assolutamente finire il libro lo saltiamo?

Ho detto che la premessa è finita, grazie tante! Ma ora, visto che lo faccio sempre e non vedo perché interrompere la tradizione, vi rifilo anche la quarta di copertina:

"Nella grande ammiraglia dell'Unione Universale, l'Intrepid, le uniformi hanno il colore della gloria." Non credeteci. Hanno il colore dell'opportunismo, e chi comanda non porterà mai una casacca rossa. Chi comanda è al sicuro sui ponti più alti, mentre chi va incontro al nemico – quando è il momento di affrontare l'ignoto, di rischiare la vita – sono sempre i sacrificabili. Quelli col petto rosso di coraggio, come dicono i bandi d'arruolamento, quelli col petto rosso di sangue. Andrew Dahl scoprirà tutto questo a bordo dell'Intrepid, dove lo hanno assegnato al prestigioso laboratorio di Xenobiologia. Perché nella missione c'è qualcosa di profondamente sbagliato, qualcosa che sa di inumano... più ancora dell'anatomia dei corpi alieni.

O, per dirla, con le sue parole "C'è decisamente qualcosa di sballato su questa nave". Considerando che il tasso di perdite sull'astronave Intrepid è il più alto dell'intera flotta, che tutti i veterani dell'equipaggio fanno del loro meglio per stare alla larga dagli ufficiali di comando, e che sono tutti terrorizzati dalla semplice idea di partecipare ad una missione di sbarco con loro, Dahl ha ragione a sospettare qualcosa. Così lui e gli altri nuovi arrivati sulla nave si ritrovano a chiedersi cosa stia davvero succedendo, e quali siano le loro chances di sopravvivenza, tra robot killer, teste esplosive, avvenimenti improbabili ed inspiegabili distorsioni delle leggi della fisica e della biologia.
La risposta, e tutto quello che segue, trasforma il romanzo da semplice parodia a geniale ed esilarante esempio di metafiction, che tocca il culmine nel finale. Perché in effetti c'è una spiegazione logica all'altrimenti inspiegabile situazione dell'Intrepid... una spiegazione così folle, ed una soluzione così folle, che potrebbe anche funzionare. E che porterà i nostri personaggi alla Hollywood del 2012.
Se siete fan di Star Trek, o in generale della fantascienza, non potete perdervi questo libro, tra l'altro vincitore del premio Hugo 2013 per il miglior romanzo. L'umorismo che pervade ogni pagina dall'inizio, in cui uno sfortunato guardiamarina viene divorato dai vermi giganti borgoviani, alla fine arricchisce una trama tutto sommato semplice nello svolgimento, ma ricca di colpi di scena. Il ritmo è assai rapido, oserei dire proprio come quello di una puntata di un telefilm (e con ottimi motivi). Ci sono parecchie scene d'azione, ma non mancano un paio di momenti commoventi. Un tocco particolarmente interessante è la presenza, dopo la "scena finale", di tre code, tre epiloghi, rispettivamente in prima, seconda e terza persona, che mostrano le conseguenze della storia su alcuni personaggi secondari.
Una cosa che mi è piaciuta, e che mi ha divertito molto, è che il romanzo non cerca di essere "corretto" come i telefilm sono costretti ad essere per evitare censure. E così abbiamo commenti e dialoghi a sfondo sessuale, ed uno dei personaggi principali è uno spacciatore di droghe... ops, di funghi alieni perfettamente legali (e canditi). Il linguaggio è realistico, anche se mai eccessivamente volgare, coerente con l'ambientazione.
Non mancano i riferimenti a cult della fantascienza, a partire ovviamente da Star Trek, a Dune (vermi giganti, nessuno?), a Star Wars. E men che meno le frecciatine all'indirizzo dell'ambiente della televisione, soprattutto considerando che l'autore è anche sceneggiatore televisivo.
Insomma, il libro è fresco, originale, capace di strappare una risata a chiunque, e tra gli esperimenti di metanarrativa più riusciti che io abbia letto negli ultimi tempi. Lo consiglio vivamente a tutti gli appassionati di fantascienza. Buona lettura!


Clara


PS: Ehi, Clara, ho trovato una maglia rossa della tua taglia!

PPS: Io invece ho trovato un po' di meme carini sulle Red Shirts di Star Trek. Visto che Clara sta litigando con la Voce sull'opportunità di indossare o meno la maglia rossa, li aggiungo qui in fondo.




3 commenti:

  1. Ciao Clara, vengo dal Rifugio degli Elfi http://ilrifugiodeglielfi.blogspot.it/ grazie per essere passata a trovarmi - ora sono tua nuova follower. Se ti piace il mio blog rendi il follow al Rifugio.
    Ho appena pubblicato la recensione di un libro davvero particolare e molto bello "Stabound - la Via delle Stelle" un libro che merita di essere letto !
    Ho sempre amato la serie di Star-Trek (la versione classica con Leonard Nimoy e William Shatner.) Sembra un libro insolito e mi pare interessante. Buona domenica

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    1. Ciao Arwen, grazie mille per essere passata! Ti dirò, ero convinta di aver già aggiunto il tuo blog alla mia lista delle letture stamattina, ma il mio computer fa i capricci ;)
      Buona domenica anche a te!

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    2. Ora ci sei Clara ...... grazie mille per il tuo apprezzamento.
      Buona domenica ed a presto !

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Mi fa molto piacere ricevere opinioni su quello che scrivo, quindi non siate timidi, lasciatemi un vostro pensiero! ^_^