venerdì 28 novembre 2014

Margherita Dolcevita

Torno ad uno degli autori di cui, mi sono appena resa conto, ho parlato più spesso, Stefano Benni, ed ad un suo titolo molto interessante pubblicato nel 2009. "Margherita Dolcevita" è un romanzo che, nella tradizione consolidata di questo scrittore, si ambienta in una realtà che non è esattamente la nostra, ma che presenta molti elementi simili, e che porta alle estreme conseguenze tendenze dell'attuale società italiana. Il risultato è da un lato critica ironica e pungente al mondo in cui viviamo, dall'altro una storia fiabesca, divertente ed al tempo stesso triste.



" Margherita Dolcevita è una ragazzina allegra, intelligente e appena sovrappeso, con un cuore che di tanto in tanto perde un colpo. Vive con la famiglia fra città e campagna. Un giorno, davanti alla sua casa, spunta, come un fungo, un cubo di vetro nero circondato da un asettico giardino sintetico e da una palizzata di siepi. Sono arrivati i signori Del Bene, i portatori del "nuovo", della beatitudine del consumo. Amici o corruttori? La famiglia di Margherita cade in una sorta di oscuro incantesimo, nessuno rimane immune. E su chi fa resistenza alla festa del benessere, della merce, del potere s'addensa la nube di misteriose ritorsioni."

 Inizia così una storia a metà tra il realistico ed il fantastico, una storia di misteri sempre più inquientanti, amori tormentati, nonni filosofi che ballano il tango con i fantasmi, fratellini geniali ed incipit strampalati. Inizia così la storia della fine del piccolo mondo strano ma allegro di Margherita, consumato dalla violenza e dal vuoto che i nuovi vicini portano. Inizia così la storia della lotta di una ragazzina per difendere questo mondo di creatività ed individualità da un'invasione silenziosa che li vuole tutti omologati ed ubbidienti. Con la sua ironia, la sua testardaggine, ed il suo rifiuto di lasciarsi mettere i piedi in testa, riuscirà Margherita a strappare la sua famiglia dalle grinfie dei Del Bene? E chi è Angelo, il figlio ribelle e misterioso dei vicini, per cui la nostra protagonista si prende una cotta a prima vista, e che le lancia ambigui avvertimenti?
In un crescendo di tensione, mistero e violenza, si arriva ad un finale che è probabilmente tra i più aperti ed ambigui che io abbia mai letto. Ho trovato intere discussioni su Internet dedicate ad interpretarne il senso. Io ho almeno due versioni personali, quella un pochino più felice e quella deprimente, ma non vi dico nessuna delle due per evitare spoiler :P
Dal punto di vista stilistico, il linguaggio è forse meno pittoresco ed innovativo che in altre opere di Benni, ma si coglie comunque la sua originalità,  la sua capacità di inserire brevi frasi fulminanti dallo stuzzicante sapore filosofico, e soprattutto il suo talento nel tratteggiare con una breve e frizzante descrizione personaggi strampalati e affascinanti, a cominciare dalla meravigliosa Margherita e dalla sua famiglia.
Un linguaggio quindi un po' più vicino alla realtà, proprio come questo romanzo è più vicino alla nostra realtà rispetto ad altri titoli in cui comunque compariva l'ironica presa in giro dei difetti di questa società (vedi "La compagnia dei Celestini" o "Elianto"). C'è sempre quell'elemento inspiegabile, forse soprannaturale o forse allucinazione, ma attenuato rispetto a pericoli e paure molto più realistici. Vedere la propria famiglia sgretolarsi, non potersi più fidare delle persone più care, sapere che qualcosa è sbagliato ma essere ignorati, sparizioni senza spiegazioni e senza ritorno. Sono paure reali quelle su cui Benni costruisce l'avventura di Margherita, anche se avvolte da un'aura surreale.
Se devo trovare un difetto a questo libro è proprio nel finale troppo ambiguo e forse un po' affrettato, avrei preferito qualche risposta in più. Troppe cose rimangono oscure, spunti che avrebbero meritato un chiarimento. A parte questo l'ho trovato una lettura interessante e trascinante, che ha confermato ancora una volta la mia fiducia nelle capacità di Stefano Benni.
Qualcuno l'ha letto? Cosa ne pensate?


Clara


1 commento:

  1. Io l'ho letto e l'ho trovato splendido, come tutti i libri di Benni! *_* Certo, lui come scrittore ha la tendenza a essere sempre piuttosto apocalittico nei finali, ma è una cosa che non mi dispiace affatto! Poi è umoristico, poetico, riesce a trasformare in magia anche la realtà quotidiana della provincia italiana. L'ho letto troppo tempo fa per poter ricordare chiaramente il finale, perciò lo riprenderò, così potrò partecipare ai dibattiti sul senso ultimo! ^^

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