domenica 28 settembre 2014

Higurashi no naku koro ni Kai - seconda stagione



Avete presente quando ho detto che ero in ritardo di un paio di mesi nel post su Noragami? Bene, con questo sono ancora più in ritardo, visto che vi avevo recensito la prima stagione nel lontanissimo aprile di quest'anno (se volete rinfrescarvi la memoria, ecco il link) ed avevo promesso di aggiornarvi presto con la mia opinione sulla seconda. Dal momento che "presto" è un concetto relativo, il secondo post arriva solo adesso.

A questo punto potrei commentare qualcosa di molto brillante e sarcastico, ma oggi non ne ho voglia.

Neanche io ho voglia di ripetere cose già dette, quindi per la trama generale vi rimando al post sulla prima stagione. In questa serie, si trovano finalmente le risposte a tutti i misteri lasciati in sospeso al termine della prima. I diversi archi temporali trovano un loro filo conduttore, rivelandosi mondi paralleli differenti, si rivela l'identità dell'antagonista principale, e si raggiunge infine una conclusione. Conclusione che non spiega tutto, almeno non tutto quello che io avrei voluto sapere, ma che è comunque abbastanza soddisfacente.
Il problema è che i tre quarti delle cose che potrei dire rivelerebbero punti salienti della trama, e visto che il mistero ed i colpi di scena sono tra i punti forti di questa serie, devo andarci molto piano. Come al solito, temo quindi che la recensione avrà paradossalmente più senso per chi ha già visto Higurashi che per chi non l'ha ancora fatto.

Guarda, secondo me non avrà senso per nessuno, ma sono tutti troppo gentili per fartelo notare.

Il tema principale che si sviluppa è quello della lotta contro il destino, quel destino di morte e sangue che nella prima stagione è sempre apparso inevitabile. Questa volta invece gli archi temporali assumono una piega diversa, più complessa, ed i personaggi sono sempre più vicini a farcela. Si scopre in parallelo l'esistenza di un nemico, che negli archi narrativi della prima stagione era rimasto celato, anche se presente, e che ora invece diventa visibile anche allo spettatore. L'antagonista principale è probabilmente una delle cose migliori di questa seconda stagione, per il modo in cui la sua "discesa nell'oscurità" viene raccontata, un percorso tragico che ti costringe a provare compassione anche nonostante le sue azioni brutali.
Parlando di brutalità, la seconda stagione è molto meno violenta della prima, in cui ricordo tra le altre cose scene di tortura ai danni di una bambina. Questo non significa che non ci siano morti violente, o elementi disturbanti. Anzi, alcuni degli elementi sono ancora più terrificanti proprio per il fatto che non sono così eccessivamente splatter, ma più realistici. In uno degli archi, si approfondisce ad esempio la vita di Satoko, con i maltrattamenti che subisce da parte dello zio ed i danni psicologici che seguono, una rappresentazione che colpisce ancora più allo stomaco per l'impegno che tutti gli altri stanno mettendo nel tentativo di salvarla. In un altro episodio c'è un orfanotrofio dove i bambini sono vittime di crudeli punizioni corporali, ed ancora una volta è proprio il fatto che sia una situazione così verosimile a rendere terribile la scena. Insomma, la seconda stagione a mio parere riesce ad essere ancora più terrificante della prima.
Al tempo stesso, però, è anche più confortante sotto altri aspetti. Ad esempio la collaborazione e l'amicizia tra i protagonisti, che si rivela essere la chiave per raggiungere il lieto fine, si estende anche a personaggi secondari. Per tornare agli episodi incentrati su Satoko, ho trovato molto commovente il fatto che alla fine praticamente l'intero villaggio si sia mosso per lei, compagni di classe che in genere fanno da sfondo, maestra, adulti, chiunque. E nell'arco finale, ancora una volta, non sono solo i ragazzi a combattere, ma cercano ed ottengono collaborazione anche da altri personaggi. Insomma, per una volta una serie in cui gli adulti non sono completamente inutili, ed il tema della fiducia si allarga anche oltre uno sparuto gruppetto.
Il punto di vista assunto è quello di Rika Furude, condannata a rivivere ancora ed ancora i mondi e la sua stessa uccisione, fattore chiave di tutte le ripetizioni.
Insomma, la seconda stagione è indispensabile per chiunque abbia già visto la prima, visto che risponde alle domande lasciate in sospeso. Al tempo stesso, ovviamente, è altamente sconsigliato guardarla senza aver visto la serie precedente, perché si dà per scontata la conoscenza dei personaggi e delle loro relazioni, e si predilige il proseguimento della trama allo sviluppo dei caratteri, già delineati appunto nella prima stagione.
L'unico personaggio principale nuovo è Hanyuu, misteriosa presenza che solo Rika è in grado di vedere, e che dovrebbe essere nientepopodimeno che il mitico Monaco, la divinità oscura che aleggiava in ogni arco della prima serie (non conta come spoiler, te lo dicono quasi subito)... ecco, questa è un po' l'unica cosa che mi ha delusa. Il fatto è che Hanyuu sembra messa lì solo per aumentare il livello di pucciosità, "rimpiazzando" in parte Rika che invece diventa un personaggio più serio. Ora, con Rika la cosa funzionava ancora, visto che comunque non era preponderante sulla trama ed anzi contribuiva a rendere inquietanti i momenti "fuori carattere". Anzi, riguardando i vecchi episodi con la consapevolezza delle rivelazioni successive la sua dolcezza risulta una maschera, un meccanismo di difesa nella tragedia che si trova a vivere ancora ed ancora. Nel caso di Hanyuu, invece, non c'è un vero motivo alla sua caratterizzazione, che anzi mi risulta spesso irritante, soprattutto in confronto ai suoi rari momenti di serietà.
Nel complesso, a parte questa nota, si tratta di una buona seconda stagione. La maggiore chiarezza della trama complessiva, la frequenza dei colpi di scena, la diminuzione delle scene splatter a vantaggio della tensione psicologica e dell'azione,  e lo spazio dato a personaggi che mi piacevano molto ma che erano stati finora sullo sfondo, me l'hanno fatto apprezzare più della prima.
Mi rimangono ancora le poche puntate di una mini-serie, ma non penso che quelle avranno una recensione a parte.

Oppure l'avranno tra sei mesi, visto che Clara interpreta multitasking come guardare dieci serie contemporaneamente e non finirne neanche una. Non dite che siete sorpresi.

In ogni caso, come dovreste sapere, ho ancora una lunga lista di anime da guardare, quindi ci sentiremo presto anche su questo argomento!

Presto significa tra qualche mese?

Certo che no. Tra qualche anno.

Okay, basta così! Cari lettori, tanti saluti a tutti. Ci sentiamo presto!


Clara



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