sabato 3 ottobre 2015

PS238

Stavolta voglio proporre a chiunque per caso passi di qui l'ennesimo webcomic in inglese, argomento che ormai sta diventando uno dei più frequenti su questo blog. A mia difesa, ne esistono un'infinità, quindi per pura statistica è inevitabile che molti di essi siano interessanti e di buona qualità, almeno secondo i miei gusti.

E già qui la situazione si fa problematica...
Questa volta, si tratta di un webcomic di "genere" supereroico. PS238, scritto e disegnato da Aaron Williams, è ambientato infatti in un mondo dove supereroi e supercriminali sono all'ordine del giorno, e sempre più diffusi. Il dettaglio che distingue questa serie dalle altre dieci a cui avete pensato con la frase precedente? I protagonisti sono tutti bambini, figli di superumani che hanno ereditato i poteri dai propri genitori, o che li hanno acquisiti in qualsiasi altro modo. E che cosa si fa quando ci sono ragazzini di età media sette anni, molti dei quali potrebbero potenzialmente causare terrore e distruzione senza neanche provarci, ed alcuni dei quali ci provano attivamente?
Ovvio, li si manda a scuola, nella speranza che i futuri supereroi sappiano cosa fare una volta diventati tali, e che gli aspiranti supercriminali già fin troppo attivi non rimangano senza supervisione. Nasce così PS238, la prima scuola per "metaprodigi", che per motivi burocratici non ha ottenuto l'autorizzazione per essere una scuola a sé stante e quindi è prontamente collocata sotto una scuola normale. Una scuola con programmi personalizzati a seconda dei talenti dello studente, dalla palestra per i super-forti alle lezioni di magia, ed anche una classe per chi ha capacità speciali o inclinazioni più pacifiche, ma utilizzabili in altri ambiti. Una scuola dove potrete trovare personaggi del tutto originali accanto ad altri sospettosamente simili a super-eroi o ad altri individui già ampiamente conosciuti, da Superman a Hulk al Morpheus di Sandman (Sandman. Neil Gaiman. Capolavoro assoluto. Fine pubblicità occulta.)... e sì, se conoscete un po' questo blog ormai ve lo aspettate. C'è pure un omaggio a Doctor Who. Giuro che non li vado a cercare apposta.

E noi ti crediamo, Clara. Non sei capace di cercarli apposta.

Da questa premessa si potrebbe pensare che sia la combinazione perfetta per una storia comica, ed in effetti l'umorismo non manca, dal precoce genio del male con un chip che trasforma le sue imprecazioni in canzonette, all'alieno che parla una lingue incomprensibile e dimostra il suo affetto sparando palline da tennis. Gran parte dell'umorismo del fumetto viene anche dall'uso che fa di classici luoghi comuni del genere supereroico, come quando nessuno è in grado di riconoscere un personaggio che indossa una "maschera", con suo grande stupore, o i già citati riferimenti a personaggi e storie già esistenti, in qualche caso con colpi di scena inaspettati (ad esempio, il "sosia" di Superman? Salta fuori che la storia non è esattamente la stessa dell'originale...).
Ma c'è molto più di questo. Ci sono azione e combattimenti, e tutto il repertorio del genere, dalle invasioni aliene agli universi paralleli, dai cloni ai viaggi nel tempo. Ci sono anche momenti decisamente tristi, soprattutto perché sono assai realistici, toccando temi dall'indifferenza dei genitori al divorzio, e perché sono dei bambini a subirne le conseguenze. La serie non diventa mai troppo angosciosa, né insiste troppo sulle tematiche più angst, ma non si può non voler dare un abbraccio immenso ad un paio dei piccoli protagonisti.

Ma considerando che Clara abbraccerebbe anche un Dalek, non significa nulla.

Mi ha colpito anche il fatto che ci sia un forte sviluppo di determinati personaggi, che in seguito agli eventi della serie cambiano, o stanno cambiando, il loro modo di pensare e comportarsi, e di relazionarsi con gli altri. Le trame dei singoli "archi narrativi" sono in genere strettamente collegate tra loro e lasciano conseguenze anche pesanti sui successivi, o almeno vengono ricordati e richiamati dai personaggi. Purtroppo non posso dire molto di più senza fare spoiler, ma è evidente come i personaggi principali stiano crescendo.
I diversi archi narrativi vedono al centro personaggi diversi, quindi è difficile individuare un vero e proprio protagonista. Probabilmente quello che ha avuto più spazio è Tyler, l'unico alunno della scuola per metaprodigi ad essere totalmente privo di superpoteri. Purtroppo i suoi genitori sono due tra i più potenti supereroi mai esistiti, quindi lo hanno iscritto contro la sua volontà. Come sopravvivi se sei circondato da bombe ad orologeria ed aspiranti conquistatori del mondo, ed hai la tendenza a finire in ogni guaio possibile? Ovvio... si prendono lezioni da un tizio che se non fosse per questioni di copyright si chiamerebbe Batman, e che è specializzato nel cavarsela senza poteri contro gente teoricamente molto più forte di lui. Nel più recente arco narrativo invece il focus si è spostato su Julie, detta 84... perché è l'84esima supereroina con lo stesso set di poteri: superforza, supervelocità, indistruttibilità e volo. Una categoria guardata dall'alto in basso da eroi con poteri più fantasiosi, ma 84 non ha intenzione di arrendersi... e si ritrova più o meno per caso con un fanclub. Oh, e con il fato di New York in mano.
I personaggi sono quindi ben sviluppati, ma al tempo stesso, è evidente come siano ancora dei bambini, risultato non facile per un adulto che scrive storie. I personaggi, anche se a volte sembrano più maturi della loro età (in un paio di casi perché sono effettivamente dei piccoli geni), in generale agiscono e pensano secondo la loro età, dimostrando, a seconda dei casi, tutta l'ingenuità di qualcuno che ha effettivamente sette-otto anni, e questo influisce sulla trama. Insomma, avere dei protagonisti bambini non è solo una scusa per fare qualcosa di divertente, ma anche un modo per esplorare come si approccia a superpoteri e superproblemi un gruppo di età non molto diffuso nei fumetti.
Per quanto riguarda lo stile di disegno, è piuttosto "cartonesco" e semplice, soprattutto in confronto ad altri webcomic di cui ho già parlato, ma ugualmente piacevole e ben disegnato. Dal momento che questo webcomic comincia la sua storia come fumetto cartaceo, e solo in seguito viene trasferito su Internet, i primi numeri sono in bianco e nero, mentre i contenuti successivi, che nascono per il digitale, sono a colori, ancora una volta con una colorazione semplice ma efficace.
Insomma, se vi piacciono i supereroi e se vi siete chiesti come funzioni davvero una scuola elementare dedicata a loro, le avventure di PS238 sono imperdibili!

Clara









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