lunedì 22 febbraio 2016

Enrico Fermi

Ebbene sì, ancora una volta riemergo dall'oblio per suggerire a chiunque si trovi a passare per Bologna una mostra davvero affascinante, che ovviamente la sottoscritta ha scoperto per puro caso: Enrico Fermi, Una duplice genialità tra teorie ed esperimenti.
Si tratta di un'esposizione dedicata (ovviamente) ad Enrico Fermi, fisico e premio nobel italiano. La mostra coniuga una parte storica e biografica ad una scientifica. Da un lato si ripercorre quindi la vita del grande scienziato, dagli anni dell'università a quelli passati all'istituto di fisica di via Panisperna, al Nobel del 1938, al trasferimento immediatamente successivo negli Stati Uniti, dove continuò la propria carriera fino alla sua morte di tumore, all'età di 54 anni. In questa parte della mostra, le spiegazioni non sono affidate solo ai classici pannelli illustrativi ed alle fotografie del periodo, ma anche a video, con spezzoni di interviste allo stesso Fermi e a suoi conoscenti, o i filmati della sua premiazione. L'aspetto storico e biografico è tuttavia soltanto una parte dell'esposizione, che coniuga ad esso un'ampia e dettagliata serie di spiegazioni scientifiche sui temi che Fermi aveva studiato, e sui loro sviluppi successivi. E qui la mostra regala il meglio di sé, sfruttando senza remore la tecnologia per aiutare anche i visitatori più profani nel loro percorso. Esperimenti interattivi per aiutare a capire le complesse teorie fisiche spiegate passo per passo si accompagnano a video in cui scienziati a grandezza naturale si "animano" al passaggio del visitatore per spiegargli che cosa sta vedendo. C'è la possibilità di "sfogliare" su uno schermo le digitalizzazioni delle pagine di una rivista su cui Fermi pubblicò le proprie geniali deduzioni.

Ovviamente se il visitatore è Clara deve sventolare le braccia davanti alle fotocellule perché altrimenti non la percepiscono, ma questi sono dettagli.

La mostra è assai approfondita, ma al tempo stesso molto chiara e ben comprensibile anche a chi ha soltanto un'infarinatura di fisica dalle scuole superiori, come me. Certo, si esce con la consapevolezza della propria profonda ignoranza, ma anche con un senso di piacevole meraviglia all'idea di quanto sia complesso e affascinante questo universo in cui viviamo, e soprattutto di quanti passi avanti la mente umana abbia fatto nel comprenderne le leggi. Per non parlare del fatto che uno dei grandi pionieri in questo campo è stato italiano... certe volte un po' di orgoglio patriottico ci sta tutto ;)
La mostra è a ingresso gratuito, il che è sempre un'ottima cosa. Potete trovarla in via Sant'Isaia, all'interno della ex-chiesa di San Mattia. E qui vale la pena di spendere due parole anche a proposito della cornice architettonica che fa da scrigno all'evento: si tratta infatti di un edificio religioso realizzato nel Cinquecento e ristrutturato nel Settecento con un fastoso e scenografico apparato decorativo barocco. Dopo la soppressione napoleonica del convento a cui era pertinente, perse la sua funzione di culto e fu usata come magazzino e sede scolastica. Solo negli anni '70 il comune di Bologna la affidò alla sovrintendenza per i beni architettonici, che ne diresse il lungo restauro. Attualmente, l'ex-chiesa è sede di eventi culturali come questa mostra, e l'ex convento accanto ad essa ospita il Museo della Resistenza, che non ho ancora avuto occasione di visitare...

... o meglio, di cui non conosceva l'esistenza...

... ma che sicuramente potrebbe essere un'aggiunta interessante all'itinerario, se decideste di capitare da quelle parti ;) Da persona coinvolta nell'ambito dei beni culturali, ho trovato molto interessante e ben curato questo riutilizzo degli spazi, un buon esempio di come la memoria storica ed artistica si possa coniugare con una nuova funzione senza esserne svalutata. Vedere i filmati in bianco e nero dell'istituto Luce proiettati su una parete bianca sì, ma incorniciata di stucchi e decorazioni, è molto interessante.

Questo per la cronaca, ha portato ad un'affascinante conversazione con la coinquilina di Clara che a quanto pare ama le chiese sconsacrate, ed ha totalmente ignorato la parte sulla mostra o sul valore culturale della stessa in favore del "voler vedere una chiesa sconsacrata". Non per niente è la coinquilina di Clara, eh...

Una delle due ucciderà l'altra prima o poi. Si accettano scommesse su chi.

E mentre qui si fanno scommesse sulla mia sopravvivenza, faccio un'ultima nota di merito alle persone che ho trovato a lavorare all'interno della mostra, disponibilissime, gentili e molto preparate. Vi saluto lasciandovi il link al sito della mostra, che vi darà molte più informazioni utili di quante ne abbiate trovate qui:  


Arrivederci a tutti! 



Clara
 

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