sabato 11 ottobre 2014

L'oceano in fondo al sentiero

Cosa fare quando il tuo amato, piccolo computer si becca un fastidioso virus informatico, e tu devi ammazzare il tempo nell'attesa che finisca di scaricare antivirus, fare scansioni, eccetera?

Mah... studiare, forse? Fare le pulizie? Socializzare con esseri umani in carne ed ossa?

Singhiozzare disperati nel pieno di una crisi di astinenza da streaming? Dare sfondo alle proprie scorte di zuccheri?

Ehm, sì, in effetti potrei avere fatto tutte e cinque queste cose, con variabili gradi di successo. Ma soprattutto, ho letto.

Che novità. Sono sconvolta.

Clara, il mondo potrebbe non riprendersi da una simile affermazione.

Oggi siete proprio ispirati voi due, eh?

Nah, sei tu che non sei ispirata a scrivere e quindi improvvisi dialoghi a caso con personaggi che esistono nella tua testa.

Sparite, così posso iniziare una recensione seria.

Illusa.

Ah-ehm. Cari lettori, eccomi di nuovo qui dopo qualche giorno di assenza a proporvi un libro che ho appena letto. "L'oceano in fondo al sentiero" è un romanzo di Neil Gaiman, motivo per cui l'ho preso praticamente senza guardare altro dagli scaffali della biblioteca. Gaiman è uno dei miei autori preferiti, una garanzia di freschezza, divertimento ed originalità, e non mi ha deluso neppure stavolta, anche se devo ammettere che non è stato il mio libro preferito tra i suoi. Ma la concorrenza era troppo spietata, visti i capolavori già confezionati da questo autore.
Comunque, "L'oceano in fondo al sentiero" è un romanzo affascinante, che ti cattura dalla prima all'ultima pagina. Avventura, magia, mistero, il tutto visto attraverso il "doppio filtro" degli occhi di un innocente bambino di sette anni e della memoria dell'adulto che è diventato. Memoria che riaffiora di colpo davanti a quell'oceano sul retro di una fattoria antica quanto il tempo... ma lasciamo parlare la quarta di copertina.



"Sussex, Inghilterra. Un uomo di mezza età ritorna alla casa della sua infanzia per un funerale. Sebbene la casa non ci sia più da un pezzo, l'uomo è irresistibilmente attratto dalla fattoria in fondo al sentiero, dove a sette anni aveva conosciuto una ragazza fuori dal comune - Lettie Hempstock -, sua madre e sua nonna. Erano decenni che non pensava più a Lettie. Eppure non appena si siede vicino allo stagno (quello stagno che lei sosteneva essere un oceano) accanto alla vecchia fattoria in rovina, ecco che il passato ritorna con i suoi ricordi, troppo strani, spaventosi e pericolosi per essere ricordi di episodi davvero successi a qualcuno, tanto meno a un ragazzino. Quarant'anni prima un uomo, un inquilino della casa di famiglia, aveva rubato la loro auto, dentro la quale si era suicidato proprio in fondo al sentiero. Quella tragica morte aveva evocato antiche forze che andavano lasciate in pace. Si erano scatenate oscure creature che venivano da chissà dove e il narratore era dovuto ricorrere a tutte le sue risorse per sopravvivere. L'orrore più terribile e minaccioso aveva creato devastazioni indicibili. E lui, ai tempi solo un ragazzino, disponeva come unica difesa di tre donne che vivevano in una fattoria in fondo al sentiero... La più giovane di loro affermava che lo stagno è un oceano. La più anziana si ricordava del Big Bang."

Ecco emergere già con assoluta chiarezza quelli che sono gli elementi principali di questo libro. Innanzitutto, l'improvvisa trasformazione della realtà quotidiana di un bambino con l'emergere di forze antiche e terrificanti, che arrivano ad insidiarsi nel cuore stesso della sua casa. Ancor più inquietanti, in alcuni punti, per i lettori più grandi, che possono cogliere echi fin troppo realistici in alcuni eventi, dal suicidio, alla violenza domestica, al tradimento,oltre ovviamente al male incomprensibile che si infiltra in un ambiente familiare che dovrebbe essere sicuro. Ancora una volta, Gaiman dimostra di saper giocare sulle paure vere dei lettori, avvolgendole però in quel manto di fantasia, soprannaturale e fiabesco che pervade tutti i suoi libri. Se avete già letto "Coraline", dello stesso autore, potreste notare delle somiglianze.
Il centro focale del romanzo sono però le donne della fattoria Hempstock. Affascinanti nel loro mistero, nella loro identità lasciata avvolta da un velo di incertezza, data da accenni e pezzettini che le suggeriscono antichissime e potenti.Affascinanti ancor più in questa assenza di una vera spiegazione, perché per le tre donne quello che sta accadendo non necessita di spiegazione che lo leghi alla nostra realtà. Quella è la loro realtà, quella in cui uno stagno è un oceano, i cerchi delle fate proteggono dal male, e creature terribili cercano di farsi strada nel mondo e nella mente degli uomini. Quella è la realtà, ed i lettori, come il protagonista, non possono fare altro che accettarne le regole. Per richiamare un altro libro di Gaiman, è un po' quello che succede in "Nessundove", solo che qui il punto di vista è quello di un bambino, e quindi la sospensione della credulità risulta ancora più naturale e necessaria.
Una cosa che ho notato rileggendo alcuni pezzi, e che mi pare interessante specificare, è che il protagonista, e narratore in prima persona, non ha un nome. Non è mai chiamato per nome, né da adulto né tantomeno da bambino. E forse proprio per questo lui diventa quel bambino che è ancora dentro a tutti noi, o che vorremmo ritrovare in noi, con la sua fantasia illimitata e capacità di trasfigurare il mondo. E si capisce quella patina di nostalgia che avvolge l'inizio e la fine, e tutti i ricordi che stanno in mezzo.
Un altro punto interessante è che la cattiva, la creatura che entra nella vita del bambino come la nuova, dolce governante Ursula Monkton... non è poi così cattiva. E' sola, e spaventata, e vuole essere felice. In alcuni momenti è quasi impossibile non provare pena per lei, anche se in altri è semplicemente terrificante. E, se si vuole vedere l'intera storia come un fantastico sogno costruito per velare una verità più prosaica ed incomprensibile ad un bambino, o come una metafora delle scoperte che fanno crescere un bambino di sette anni, la sua natura mostruosa diventa ancora più dubbia e tragica. E molto, molto credibile.
Per quanto riguarda lo stile, è assai semplice e lineare. Ancora una volta, questo si spiega con il punto di vista, quello di un bambino di sette anni. Questo rende il libro alla portata di tutti, anche se il contenuto, le allusioni, le metafore sottostanti sono molto più da adulti o giovani che da bambini.
Insomma, "L'oceano in fondo al sentiero" mi è piaciuto molto, forse non al livello di altri libri di Gaiman, ma di certo abbastanza da consigliarvelo.
Arrivederci a tutti!

Clara

PS: Si ringrazia la biblioteca dell'università per i computer a disposizione, altrimenti questo post sarebbe arrivato tra un mese. Pare proprio che il computer di Clara non riesca a liberarsi di quel virus. Personalmente, penso che sia un complotto.

2 commenti:

  1. Brutta cosa i virus che superano i controlli di sistema... spero che non sia qualcosa di troppo distruttivo!

    Tra blog di recensioni e visite in libreria, ho una lunga lista di letture previste, questo sembra particolarmente interessante e probabilmente lo metterò ai primi posti.

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    1. E' un problema della rete a quanto pare, quindi io non posso farci niente, ma "per fortuna" colpisce solo le funzioni di Internet e non il resto del sistema :(
      Mi fa piacere che il libro abbia catturato il tuo interesse. Buona lettura! :)

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