giovedì 3 aprile 2014

Kikimimi Zukan: quando la musica si fa manga



Complice un wifi miracolosamente efficiente, questo sembra essere il periodo delle recensioni di manga.

E complice il poco tempo di Clara, che tanto per cambiare dovrebbe studiare, è anche il periodo dei volumetti unici o dei manga con pochi capitoli. Vedete, tutto ha un senso ora... a parte il fatto che continui imperterrita a scegliere titoli sconosciuti a chiunque altro.

Credevo che quello fosse per potersi illudere di essere un'esploratrice che riporta alla luce tesori perduti.

In effetti, ha un senso anche quello.

Questa volta vi propongo un altro volumetto unico, ancora una volta inedito in Italia, ed ancora una volta opera di Miyata Kouji, di cui solo pochi giorni fa ho recensito "Oh my sweet Alien!" Dopo la lettura di quello, mi sono incuriosita ed ho cercato qualcos'altro dello stesso autore, ed eccomi qui a presentarvelo.
"Kikimimi Zukan Miyata Kouji" in inglese suona come "Pictorial Book of Sound" ed in italiano potrebbe essere tradotto "Libro illustrato del Suono". Già il titolo rimanda quindi a quello che è il tema principale ed il filo rosso tra i quattro racconti singoli di cui è composto questo manga di difficile classificazione: la musica.
Il suono è il cuore del primo racconto, in cui un ragazzo è in grado di vedere fisicamente, con i propri occhi, musiche e rumori trasfigurati in creature fantastiche intorno a lui.
La musica è il cuore del secondo racconto, in cui una misteriosa principessa indiana, rinchiusa dietro una parete di vetro, rimpiange i tempi in cui era nata  per cantare, e le persone per cui aveva cantato. Ora è imprigionata, costretta al silenzio, e lo rimarrà fino alla commovente rivelazione finale.
Il ritmo è il cuore del terzo racconto, eccezionale per l'assenza completa di dialoghi: un ragazzino primitivo, che nella Preistoria, tra foreste lussureggianti e savane, pozzanghere e lupi, si trova a scoprire per la prima volta una delle forze più trascinanti, quella del ritmo, ed il modo di riprodurla.
La voce è il cuore del quarto racconto, in cui un detective claustrofobico rimane bloccato in ascensore e si affida esclusivamente alla voce dell'addetta alla sicurezza. Ma non sempre le parole corrispondono alla verità...
Queste quattro brevi storie sono le tappe di un affascinante viaggio tra le pagine, che riesce a rendere attraverso disegni e vignette un universo totalmente diverso, quello del suono. Si potrebbe definire questo manga una sinestesia, ed in effetti è quello che è, proprio come il titolo stesso aveva già preannunciato. Personalmente, penso che l'esperimento di fondere due sensi, vista ed udito, così diversi sia riuscito in modo magistrale. In certi momenti avevo davvero la sensazione di sentire con le orecchie quello che in realtà stavo scorrendo con gli occhi, complice anche un disegno assai espressivo che sa farsi dolcissimo in alcune pagine ed epico in altre, adattandosi alla differenza di tono tra le storie.
Per quanto riguarda le trame, sono molto brevi, ma interessanti ed originali, con pochi personaggi che tuttavia appaiono subito adeguatamente caratterizzati. Dal punto di vista della trama la mia preferita è stata la seconda, dolcissima, con un "lieto fine" che mi ha lasciata stupita e sorridente. Da un punto di vista strettamente estetico, invece, ho adorato il modo in cui nella prima storia era raffigurata la "musica visibile": non so cosa ne pensiate voi, ma quel drago della chitarra ha un tocco di Miyazaki.

Clara, per te tutto ha un tocco di Miyazaki. Si chiama ossessione.



Forse il pensiero di Miyazaki mi è stato richiamato anche dalla poesia di cui questi racconti sono permeati, una poesia che assume una vena più malinconica nel secondo, in cui l'atmosfera è quella di una fiaba, di una principessa prigioniera che attende il suo liberatore (e, a differenza di molte altre principesse, c'è un motivo se non si libera da sola...). Nel terzo racconto questa poesia si fa comica e scoppiettante, richiamando quasi quei cartoni animati senza parole che tutti prima o poi abbiamo visto, come Will Coyote e Beep-Beep, ed infondendosi in paesaggi primordiali magistralmente disegnati.


Il quarto racconto è il più "realistico" di tutti: un uomo bloccato in ascensore, una voce femminile a tenerlo in contatto con l'esterno, ma dietro quella voce non tutto è come sembra. Divertentissimo per il lettore, che sa che cosa stia succedendo, ma al tempo stesso, soprattutto nel finale, venato di malinconia per quello che avrebbe potuto essere.
In definitiva, si tratta di una lettura breve e molto piacevole, che consiglio vivamente a chiunque. A chiunque sia appassionato di manga, naturalmente, ma anche a chi sia semplicemente appassionato di musica e voglia provare, per una volta, a "vederla" con gli occhi. Chissà, magari potreste trovarlo d'ispirazione.
In ogni caso, spero di esservi stata utile e di aver contribuito a diffondere l'ennesimo piccolo manga che merita più visibilità. Arrivederci a presto!


Clara



PS: sappiamo tutti che quelle immagini diventeranno altrettante fan art appena Clara avrà tempo da perdere. Quindi, se il manga vi piace e volete vedere come riuscirà a rovinarne i disegni, tornate pure a trovarci.

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