C'era una volta, nel lontano 1952, un
coraggioso progetto editoriale per portare in Italia i libri migliori
della fantascienza, e non solo, internazionale. Si chiamava Urania, e
l'anno scorso ha compiuto sessanta anni, confermandosi come la più
longeva collana del suo genere.
Quale modo migliore di festeggiare tale
compleanno, che con la pubblicazione del frutto della collaborazione
tra due grandissimi del mondo fantascientifico? Sto parlando di
Arthur Clarke, autore tra l'altro della notissima saga di "Odissea nello spazio", e di Frederick
Pohl, che ci ha regalato perle come "I mercanti dello spazio".
Ma, dal momento che oggi devo parlarvi di un altro libro, tralascio
le varie pietre miliari del genere e passo a "L'ultimo teorema",
l'argomento di questo post.
"Un uomo non potrà mai volare nello spazio, dicevano i saccenti. Negli stessi anni, e per lo stesso motivo, decretarono che un'astronave non potesse atterrare in Italia. Invece l'astronave Ares atterrò, "prima nave di linea regolare tra i pianeti", e cambiò tutto. Era quella del n. 1 dei "Romanzi di Urania", scesa su di noi il 10 ottobre 1952. Oggi, a sessant'anni di distanza e quasi 1600 numeri dopo, l'ultimo romanzo di Arthur Clarke - scritto in collaborazione con Frederik Pohl - viene a festeggiare degnamente il nostro anniversario. E se qualcuno si chiedesse: "Ma che teorema mi hai fatto?", gli risponderemmo che si tratta del celebre teorema di Fermat, e che un giovane matematico dello Sri Lanka è il primo ad averne scoperto la dimostrazione originale. Mentre ai danni della Terra, strisciante e insidiosa, si prepara l'invasione aliena..."
Ranjit Subramian, il protagonista, è un giovane che rimane affascinato da uno dei grandi enigmi matematici della storia e, dopo una serie di avventure che segnano la sua vita e la sua crescita, riesce a risolverlo. Nel frattempo la situazione politica del mondo è capovolta da una nuova arma e da un'organizzazione dalle mire altamente utopistiche. E nello stesso tempo, in un'altra parte dell'universo, razze antiche e potenti si stanno accorgendo dell'esistenza della Terra, e con una certa preoccupazione...
Naturalmente, dopo aver visto i nomi
degli autori, partivo già con aspettative altissime sulla loro
collaborazione, e devo dire che non sono rimasta delusa. Il libro ha
una trama coinvolgente, che unisce gli elementi fantascientifici alla
vita del protagonista, seguendolo dalla sua giovinezza attraverso gli
eventi che ne segnano l'esistenza. Ranjit è un uomo autentico e come
tale è rappresentato, con i suoi difetti, i suoi dubbi, il suo
orgoglio. Non è perfetto e non è un mostro, è semplicemente un
essere umano che si comporta esattamente come tale, e lo stesso si
può dire degli altri personaggi, in cui è facile riconoscere punti
di vista condivisi da molti.
Al tempo stesso, il romanzo si
concentra anche sul mondo e sulla sua evoluzione, disegnando una
storia che, sulla base di supposti sviluppi scientifici che sono
presentati in modo assolutamente plausibile, risulta realistica e
credibile. Le tensioni politiche, i disordini che attraversano il
pianeta, i problemi sociali ed economici e le soluzioni tentate
risultano perfettamente coerenti con la situazione attuale,
ricordando il fatto che il libro è stato scritto così di recente.
Se avete già letto qualcosa di Heinlein e Pohl, non sarà necessario
sottolineare oltre la loro abilità nel costruire un mondo narrativo
ben congegnato e dotato di una logica interna in cui si possono
riconoscere meccanismi del presente o di ogni tempo.
E naturalmente c'è l'elemento
fantascientifico, rappresentato da un lato dai progressi tecnologici
che permettono all'umanità di arrivare sulla Luna ed oltre,
dall'altro dalle razze aliene che si accorgono finalmente di quel
pianetino azzurro così irrequieto. Proprio queste razze, uniche ed
affascinanti nella loro varietà, sono tratteggiate con
un'originalità ed un'ironia che chiunque abbia letto "I
mercanti dello spazio" riconoscerà subito. Interessante è
anche la contrapposizione che si crea tra il "piccolo"
microcosmo degli umani protagonisti e la dimensione galattica degli
eventi che si svolgono nel frattempo nello spazio, ed il modo in cui
entrambi si fondono.
Per quanto riguarda la trama, è stata
soddisfacente e ben ingegnata, con un finale che coglie piacevolmente
di sorpresa. Ho trovato tuttavia alcuni passaggi un po' lenti o "superflui", altri al contrario non approfonditi quanto avrei voluto, ma questo dipende dallo sforzo di rendere ogni elemento credibile
senza tralasciare troppe cose per inseguire l'azione principale. E poi, se proprio non vi va di
seguire una discussione scientifica, c'è sempre quel sacrosanto
diritto dei lettori a saltare le pagine, giusto?
In definitiva, "L'ultimo teorema" vi può far passare delle ore di ottima lettura, e se siete appassionati di fantascienza una collaborazione tra due grandi universalmente riconosciuti non può che far piacere. Voi
cosa ne dite?
Clara
Fantastica recensione! Come al solito plaudo alla scelta dell'oggetto da recensire, da vera intenditrice! Due grandissimi della fantascienza dell'epoca d'oro. Cosa si può volere di più? ;)
RispondiEliminaGià... da quando ho trovato una biblioteca con uno scaffale dedicato ad Urania, sto scoprendo delle perle assolute *_* Quella collana è sul serio eccezionale.
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